S. Sorribes Tormo d. [WC] C. Giorgi 7-6(4) 6-7(7) 7-5
Quando sabato c’è stato il sorteggio del tabellone principale, questa partita era stata cerchiata in mille modi dai fan più accaniti. Era lo scontro tra due mondi: la pressione estrema di Camila Giorgi contro la difesa continua e di Sara Sorribes Tormo. C’erano tutti gli ingredienti per una partita che uscisse dai canoni normali, ma qui si è andato oltre. Molto, molto oltre.
Quasi quattro ore di lotta clamorosa per un 7-6(4) 6-7(7) 7-6 che ha premiato, in qualche modo, una Sorribes Tormo che ha innalzato un muro difensivo di grandissima qualità contro gli attacchi continui di un’azzurra che rientrava dopo lo stop post positività al covid-19 rilevato a giorni dall’inizio del torneo di Charleston ed è andata sistematicamente vicina al conquistare ogni set, arrendendosi soltanto dopo tre ore e 51 minuti di follia totale.
I rimpianti di Camila saranno enormi, perché nel primo set ha avuto tre set point nel primo parziale, è dovuta arrivare al sesto nel secondo per trovare la parità e nel terzo era avanti 4-0 e poi 4-1 e 15-40 servendo anche per il match sul 5-3 prima di crollare. La camminata a rete dopo l’ultimo punto era emblematica, con il peso dei propri errori e la rabbia di un match che le ha detto contro in ogni momento, a cominciare dal primo time violation (saranno 3 in tutto) nella metà del set d’apertura e raddoppiato sul 5-5 30-40. E quello fu il primo vero momento di tensione del match. L’arbitro è stato fiscale per tutto il tempo e Giorgi non ha accettato la decisione, lamentandosi, continuando a parlare mentre lanciava la palla e commettendo doppio fallo, tornando al proprio angolo e continuando a lamentarsi.
La partita in sé aveva abbastanza poco da raccontare al di là del filone che seguiva fin dall’inizio: Sorribes Tormo generosissima e inchiodata due metri dietro la linea di fondo a rigiocare qualsiasi cosa le passasse attorno, Giorgi a colpire forte, a tratti fortissimo, ma forse sempre troppo centrale. L’equilibrio che si è creato, però, era per certi versi straordinario. Impossibile da pensare che fin dai primi punti si creasse tutto ciò, perché ci voleva comunque una Giorgi dai grandissimi colpi per fare partita così. Poi aveva blackout pesanti, ma non poteva supportare un match che richieda questo livello di attenzione ed equilibrio. E così, come logico prevedere, era tutto spesso sulla sua racchetta. Faceva cose straordinarie quando riusciva a sfondare il muro della spagnola, aveva momenti dove non prendeva il campo quando era oltre quel sottile filo su cui è solita giocare.
Ad ampliare la tensione ci ha pensato il duro scambio a fine del secondo set quando Camila, che era avanti 5-2 e servizio e si è vista raggiungere sul 5-5, ha visto un punto sfuggirle dopo che una sua accelerazione è andata molto profonda e inizialmente non era stata chiamata. Sorribes Tormo aveva colpito, ma aveva poi chiesto all’arbitro di controllare il segno. Il ritmo di Giorgi era tale che per lei la richiesta era arrivata tardi, l’arbitro invece è sceso in campo e ha constatato l’out. Camila, di nuovo, ha cominciato a contestare la decisione. Un po’ l’adrenalina, un po’ il nervoso, un po’ la fatica, e si stava passo passo annebbiando anche la ragione. Nel frattempo Sergio, in tribuna, è sembrato dire qualcosa di pesante nei confronti del giudice di sedia che prima si è girata guardando male papà Giorgi e dicendogli “Stai zitto, tu non parli con me”, poi ha chiesto aiuto al walkie tolkie al supervisore chiedendo che si avvicinasse a lei e controllasse l’atteggiamento di Sergio dicendo: “Vieni qui, che Sergio Giorgi è furioso”.
In questo scenario, Giorgi era riuscita a calmarsi giusto in tempo per il tie-break dove era partita splendidamente. Il problema è che anche qui al primo errore è sembrata ripiombare in uno stato di tensione e stress che poi anche nel terzo set le sono costati tanto. Era riuscita a salire sul 6-2, ma dopo il set point mancato sul 5-2 ha visto sfumare via via ogni chance dove soprattutto il punto sul 6-3 l’ha vista mancare la chiusura di uno schiaffo al volo a campo spalancato. Era sempre lei ad arrivare a set point e sistematicamente mancava la chiusura. 6-6, 7-7, è riuscita ad andare sull’8-7 capitalizzando poi l’ennesima chance grazie a un doppio fallo dell’avversaria.
Il terzo set sembrava cominciare sotto i migliori auspici perché c’erano errori ma c’erano anche tanti vincenti e una Sorribes Tormo meno efficace le aveva concesso un margine di 4 game. Dal 4-0, però, il dritto ha cominciato a crollare. Due chance di 5-1 sono saltate proprio per errori con quel fondamentale e da lì, ritrovatasi la spagnola a solo un game di distanza, sono tornati forti i problemi. È riuscita ad andare 5-3, ma in quel momento è arrivata anche la stanchezza e la scarsissima lucidità, unita alla pressione di dover chiudere in qualche modo. Sorribes Tormo non calava minimamente, rocciosa e solida difensivamente come successo raramente di vedere a questi livelli, e Camila è franata. Il dritto le è costato il break del 5-4, alcuni punti cruciali per il 5-5 e il nuovo break del 6-5 per la spagnola, salita poi sul 40-0 in pochissimo tempo.
È finita così, in clima surreale, in un modo folle. Sorribes Tormo ha battuto Giorgi 7-6(4) 6-7(7) 7-5 in tre ore e cinquantuno minuti di battaglia di grandissimo valore, con i sali-scendi tipici del tennis dell’azzurra e la eccezionale fase difensiva della spagnola che dovrà tornare in campo tra due giorni contro Aryna Sabalenka, fresca vincitrice del torneo di Madrid. Eppure ci sono pochi dubbi sul fatto che fisicamente sembrerà tirata a lucido visto come stasera sembrava poter tirare avanti ancora a lungo.
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