l Masters 1000 di Madrid è stato vinto meritatamente dal tedesco Alexander Zverev, numero 6 del mondo, che bissa il successo del 2018 e iscrive per la quarta volta il suo nome tra i vincitori di questa prestigiosa categoria di tornei. Il tennista tedesco, nella miglior versione di quest’anno sul “rosso”, ha legittimato il successo battendo nei quarti il più forte di sempre su questa superficie, Rafael Nadal, e in semifinale il numero tre del seeding, Dominic Thiem, prima di incrociare la racchetta in finale, per la quarta volta in carriera, con l’italiano Matteo Berrettini, per la prima volta impegnato nell’atto finale di un torneo a questo livello.
Il tennista romano non ha tremato mai, ha mantenuto l’iniziativa per un ora e mezzo, portando a casa un primo set giocato senza sbavature e deciso da un tie break drammatico in cui, dopo essere stato avanti 5-0, si è ritrovato a dover salvare un set point prima di chiudere al 18simo punto. Con lo stesso piglio ha condotto la partita all’inizio del secondo parziale vincendo a zero i primi tre game di servizio, ma ciò non è bastato ad intimidire l’avversario che ha colto la seconda occasione di break all’ottavo gioco e da lì si è capito che il sogno sarebbe dolcemente sfumato (6-7 6-4 6-3 il punteggio finale). Alla fine ha fatto premio la maggior esperienza del tennista tedesco che giocava l’ottava finale in un Masters 1000, ma Berrettini ha dimostrato di avere personalità e carattere per essere competitivo anche a questi livelli, riflettendo tuttavia su quel 44% di punti vinti sulla seconda di servizio che invita a qualche aggiustamento.
Resta il fatto che, grazie a Berrettini, l’Italia del tennis ha vissuto un’altra settimana da protagonista. Sono ben cinque le finali disputate in questo inizio di stagione che hanno visto la presenza di almeno un italiano:
A livello di Masters 1000 abbiamo messo in bacheca due finali che si sommano all’unico precedente relativo alla vittoria di Fognini a Montecarlo nel 2019:
Il torneo madrileno ci consegna anche un Nadal chiaramente in affanno. Dopo la netta sconfitta subita da Rublev nei quarti di Montecarlo e il salvataggio in extremis con Tsitsipas nella finale di Barcellona salvando un match point nel terzo set, è arrivato il tonfo contro Zverev nei quarti a Madrid. Sarà importante a questo punto il verdetto che uscirà dal torneo di Roma in proiezione di quanto potrà accadere al Roland Garros.
C’è un precedente cui riferirsi: dal 200, Nadal ha mancato l’appuntamento con la vittoria in almeno uno dei tre “1000” sulla terra che anticipano lo Slam parigino soltanto nel 2015, restando poi a bocca asciutta anche al Roland Garros dove uscì nei quarti per mano di Djokovic che vinse in tre set (7-5 6-3 6-1), perdendo poi la finale contro Wawrinka.
Il campione maiorchino a Parigi partirà sempre e in ogni caso da primo favorito ma non c’è dubbio che i suoi avversari si stanno convincendo della sua vulnerabilità anche sulla terra rossa e ciò non è banale, così come a condizionare Nadal potrebbe subentrare il timore che il prossimo Roland Garros rappresenti veramente l’ultima occasione di superare il record di Federer nelle vittorie Slam.
Altri numeri della settimana:
1 – Su 17 finali disputate, Medvedev ne ha giocata una sola sulla terra rossa (persa contro Thiem a Barcellona nel 2019) a conferma della scarsa sintonia con la superficie.
4 – Gli head to head tra Zverev e Berrettini. Il tedesco conduce 3-1:
8 – Le nazioni rappresentate nei quarti di finale del torneo maschile. Era già accaduto nelle tre edizioni dal 2016 al 2018.
6 – Le finali disputate in carriera da Matteo Berrettini con un bilancio di 4 vittorie e 2 sconfitte:
11 – I game vinti consecutivamente da Berrettini per chiudere il match vinto nei quarti contro il cileno Garin che era avanti 7-5 3-1.
12 – Le partite giocate e perse in carriera da de Minaur contro top 5. L’ultima negli ottavi contro Thiem.
27 – I match vinti in stagione da Tsitsipas e da Rublev che restano i più vincenti finora.
40 – Il nuovo best ranking del kazako Bublik, che a Madrid ha raggiunto per la seconda volta almeno i quarti di un “1000” dopo la semifinale di Miami del marzo scorso.
Il torneo femminile
Dopo una fase interlocutoria in cui non riusciva a dare continuità alle proprie performance, Aryna Sabalenka sembra aver trovato il giusto assetto che le dovrebbe consentire di imboccare con sicurezza l’autostrada che porta al podio mondiale. A Madrid, dove era uscita all’esordio nelle due precedenti partecipazioni (2018-2019), ha vinto il suo decimo torneo in carriera (secondo WTA 1000 dopo Wuhan 2018) scegliendo la superficie su cui non era mai riuscita ad imporsi e prendendosi, a stretto giro, la rivincita sulla numero uno del mondo Ashleigh Barty che l’aveva sconfitta nella finale di Stoccarda della settimana precedente.
Trattasi di una vittoria che consente alla tennista bielorussa un’avanzata impetuosa che la proietta, in un colpo solo, dal settimo al quarto posto della classifica mondiale. In compenso la Barty allunga ulteriormente in classifica nei confronti delle più immediate inseguitrici, Osaka ed Halep, entrambe “saltate” anzitempo rispettivamente contro la ceca Muchova al 2° turno e contro la belga Mertens al terzo turno. Di seguito la classifica aggiornata:
La Sabalenka è l’11esima tennista ad iscrivere il proprio nome tra le 14 vincitrice dei quattro tornei WTA 1000 (ex premier Mandatory fino al 2020) disputatisi a partire dal 2017:
Le uniche a sapersi ripetere da allora sono state la Osaka e la Barty.
Il torneo madrileno ha portato gloria anche alla beniamina di casa Paula Badosa, entrata in tabellone grazie ad una wild card che si è ben meritata, spingendosi fino in semifinale dove si è dovuta arrendere alla Barty. La Badosa è la prima tennista spagnola a raggiungere la semifinale a Madrid.
Altri numeri del torneo femminile:
2 – Le semifinaliste non comprese tra le teste di serie: la spagnola Badosa (n.62) e la russa Pavlyuchenkova (n.41). Quest’ultima ha partecipato a tutte le 12 edizioni del torneo e in quella di quest’anno ha ottenuto il miglior piazzamento.
4 – Le finali disputate dalla Barty in questa stagione; prima di questa settimana aveva vinto a Melbourne 1, Miami e Stoccarda.
8 – Gli scontri diretti tra Barty e Sabalenka: bilancio in perfetta parità (4-4).
16 – La striscia di partite vinte dalla Barty sulla terra rossa a partire dal Roland Garros 2019, interrotta nella finale di Madrid.
25 e 24 – iI match vinti rispettivamente quest’anno dalla Barty e dalla Sabalenka che sono al momento le tenniste più vincenti.
28 – I game persi dalla Sabalenka nei sei match disputati.
176 – I “vincenti” della Sabalenka giocati nel torneo (mediamente 29,2 a partita).
Come sempre, a Natale si è tutti più buoni. Per cui, senza troppo indulgiare oltre,…
di Salvatore Sodano C'era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e…
Iga Swiatek è stata protagonista di intervista con Anita Werner a 'Fakty po Faktach" (Il…
La FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e l’ITF (International Tennis Federation) sono liete di…
Sei mesi da numero uno. Jannik Sinner inizia oggi la ventiseiesima settimana consecutiva in vetta…
Simona Halep non è stata fin qui la sola giocatrice a esprimersi sul caso di…