Ad un certo punto sembrava di rivivere quanto accaduto a Parigi, nel 2018, con Marco Cecchinato al posto di Lorenzo Sonego, con dall’altra parte della rete Novak Djokovic. Lui sì uguale, ma diverso.
Per un momento che “Sonny” realizzasse la stessa impresa, beh, chi vi scrive ci ha davvero creduto. Sembrava la tipica partita decisa dagli Dei, da un qualcosa più grande. Il torneo della vita, la partita della vita, fate un pò voi. Troppe stranezze, troppe coincidenza.
E invece niente. Ad un certo punto, dall’alto della sua grandezza, della sua immensità, il Re ha deciso che a lui, questa favola, non piaceva poi così tanto. Dopotutto, quante, il “dittatore” Nole, ne ha chiuse, di favole e di bei racconti così, nella sua straordinaria carriera? Tante. Troppe.
Il tennista piemontese si è arreso con il punteggio di 6-3 6-7(5) 6-2 al numero uno del mondo e del tabellone, al detentore del titolo, che al Foro ha conquistato sei finali. E domani sfiderà, per l’ennesima volta da queste parti, Rafael Nadal. Per l’ottava volta, per l’esattezza.
Nel primo set il torinese ha subito il gioco preciso e veloce di Djokovic. Sonego si è fatto più aggressivo nel secondo set. Prima ha annullato due matchpoint a poi ha acciuffato il controbreak guadagnando il tiebreak. E’ riuscito a rimontare l’iniziale vantaggio del serbo a 4-2 del tiebreak fino al 6-7. Poi nel terzo set Djokovic si è imposto per 6-2. All’inizio del terzo, Sonego ha sprecato tre palle break. E lì, chissà. Comunque solo applausi a Sonego, e chapeu.
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