“Houston, Houston, abbiamo un furgone!” Carico di lingotti d’oro? No, di campioni di tennis. Somigliano alle tre indiavolate Mini Cooper di “The Italian Job” i tennisti azzurri che sfrecciano vincenti nel traffico congestionato della ATP.
Si dice che il crimine non paghi, invece come la cinematografica banda di ladri gli atleti italiani rubano a mani basse consensi sempre più larghi, richiamando l’attenzione del pubblico su questo sport. Corrono veloci con una solidità che un po’ stupisce e al contempo inorgoglisce gli abitanti della penisola. Dopo anni di mal sopportati stereotipi che descrivevano noi italiani come pigri, ritardatari e disorganizzati, nel tennis stiamo realizzando una rivoluzione epocale dimostrando una grande forza mentale, disciplina e abnegazione.
I nostri ragazzi dispensano saggezza e calma, riescono a non abbandonarsi a eccessive esultanze quando vincono e neppure a svilenti malumori quando perdono. Jannik, Matteo e i due Lorenzo trascinano le simpatiche canaglie del tennis italico: creativi, seri, sfrontati, grintosi o serafici, un delizioso centrifugato multivitaminico per gli appassionati della racchetta che possono decidere per quale pupillo tifare avendo l’imbarazzo della scelta! Come i componenti della gang di “The Italian Job”, ognuno porta in dote caratteristiche uniche e originali.È speciale la compostezza di Jannik Sinner che gli permette di ricomporsi, riordinando idee e strategie in corso d’opera per ribaltare a proprio favore situazioni sfavorevoli.
Matteo Berrettini invece è il classico bravo ragazzo, solare e positivo, con un fisico imponente e con una prima di servizio devastante. Ha dovuto per primo imparare a gestire le grandi aspettative del pubblico senza restarne schiacciato o tradire se stesso. L’umiltà invece è la dote di Lorenzo Sonego.
L’instancabile piemontese è esploso con un’energia che non ci aspettavamo ma che ci ha subito conquistati. Equilibrato e determinato non si dà mai per vinto correndo sempre dietro all’ultima palla. Personalità straripante per il giovanissimo Lorenzo Musetti, geniale e divertente da veder giocare, un irriverente guascone, fresco e frizzante come la sua età.
Ecco servita la banda del colpaccio all’italiana, a cui si aggiungono Caruso, Cecchinato, Gaio, Mager, Travaglia e il veterano Fognini. Una nuova generazione tennistica con un forte spirito di rivalsa, un vero toccasana per gli appassionati nostrani che hanno sofferto un lungo digiuno quaresimale. E quello che più affascina è il nuovo Italian Style, portato avanti da questi giovani che provano a svecchiare l’immagine di un tennis italiano che sembrava oramai ripiegato su se stesso, in una nicchia dorata ma poco attraente per i giovani.
Sono formidabili ladri di attenzione e di interesse i nostri campioni azzurri e di questa ghiotta refurtiva siamo infinitamente fieri.Con tali invitanti premesse pare non ci sia più spazio per gli italiani di una volta, quelli stereotipati e criticati. Di sicuro questa nuova generazione di tennisti italiani sta riscoprendo valori che credevamo sopiti sotto italici pregiudizi. Anche se, intendiamoci, non tutti i vecchi cliché sono da buttare, magari solo da rimodernare e riadattare al nostro amato sport, come il celebre luogo comune tanto caro ai latin lover: in fondo italians do it better!
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