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Lo staff a Charleston offre vaccini anti covid-19: l’iniziativa continua, promossa dalle giocatrici

Mentre in Europa purtroppo il programma vaccinale contro il covid-19 non ha ancora compiuto l’accelerata decisiva in vari paesi, negli Stati Uniti l’avvento della presidenza Biden ha significato un’impennata importante nella somministrazione dei diversi sieri con l’obiettivo inizialmente fissato delle 100.000.000 di vaccinazioni effettuate nei primi 100 giorni raggiunto già dopo una sessantina.

A metà marzo il neo presidente USA ha anche dichiarato che essere così avanti nella tabella di marcia comportava la possibilità entro breve per tutti gli adulti oltre i 16 anni di potersi prenotare per ricevere il vaccino. Poi le date variavano da stato a stato, perché potevano decidere in autonomia il momento in cui partire con le vaccinazioni di massa, ma al massimo entro fine aprile chiunque dovrà essere in grado di potersi mettere in lista.

In South Carolina, le vaccinazioni di massa sono cominciate addirittura il 31 marzo. Charleston ha così potuto prendere la palla al balzo e, come racconta Amy Binder (responsabile WTA) a Tennis Channel, dare un aiuto concreto alle proprie giocatrici senza venire meno ai protocolli sanitari e senza fare in modo che qualche tennista facesse uno sgarbo a persone più a rischio.

Un paio di giorni prima che il torneo prendesse il via l’organizzazione del torneo WTA 500 ha mandato una mail alle giocatrici iscritte dicendo che per chiunque volesse ci sarebbe stata l’occasione di ricevere il vaccino mono-dose Johnson & Johnson, dunque anche più pratico per i loro ritmi rispetto al Pfeizer/Biotech o Moderna o AstraZeneca che richiedono una seconda dose dopo tre settimane. Così, tante tenniste ne hanno approfittato postando anche foto sui vari profili social per testimoniare l’avvenuta puntura con un segno di liberazione e gratitudine per l’occasione che forse per loro sarebbe arrivata ben più avanti nel tempo. Anastasia Potapova è una di queste, e nelle sue parole a Tennis Channel ammetteva anche la diffidenza iniziale visto un po’ di timore verso l’ago e le incertezze sull’utilità. Ha dichiarato di averne parlato col proprio team un paio di giorni, ma di aver alla fine deciso di farlo e di aver fatto una scelta alla fine ottima: nessun dolore al momento dell’iniezione, un po’ di fastidio dopo ma ben presto aveva già recuperato.

Come annunciava poi la stessa Binder, l’organizzazione del torneo sarà in grado di riproporre l’iniziativa anche nell’evento 250 che comincerà nella prossima settimana. Quest anno infatti Charleston non ha saltato l’evento 500 (il vecchio “Premier”) ma approfittando della rinuncia di Anning a ospitare il 250 avrà in prestito un’altra settimana, con un evento 125k atteso durante l’estate.

Diego Barbiani

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