Si fa un bel dire che non bisogna mettere pressioni, che bisogna lasciare crescere tranquillamente i ragazzi e che sarà necessario aspettare ancora prima di poter cominciare a contare le vittorie pesanti. Ma non c’è dubbio che ormai ogni partita di Sinner viene seguita con la non troppo segreta speranza che il percorso si accorci, che il momento giusto sia qui e ora. Il ragazzo alto atesino fomenta queste attese con prestazione che sembrano sempre migliori, aggiungendo scalpi sempre più prestigiosi alla sua giovane collana, così da non suscitare più meraviglia quando fa delle mezze imprese, come arrivare in top20 a nemmeno 19 anni e mezzo, e al contrario, da deludere quando incappa in qualche severa lezione, come quella di Djokovic a Monte Carlo o come quella di oggi contro Stefanos Tsitsipas, uno che al prossimo Roland Garros sarà tra i favoriti.
La partita di oggi, forse ancora più che per il risultato, è stata importante per misurare la distanza che c’è tra Sinner e i top5, che la vittoria di Rublev poteva un po’ aver nascosto. Tsitsipas non ha fatto tanto di più che giocare una partita di una certa solidità, accelerando quando magari il ritmo compassato poteva portargli qualche grattacapo – come nel quinto game, quando ha dovuto annullare due palle break di fila – e lasciando al proprio servizio l’incombenza di ottenere i famigerati free point, ma è stato più che sufficiente per rimarcare la distanza che c’è tra i due. Tsitsipas, che è anche in fiducia, visto che quest’anno è ancor aimbattuto sulla terra, non è mai sembrato in difficoltà nemmeno sulle terribili accelerazioni di Sinner, evitando di fare a braccio di ferro e ricorrendo poco anche a qualche variazione per spezzare il ritmo all’italiano. Del resto non serviva, perché a parte l’avversario, Sinner è sembrato anche un po’ scarico, mentalmente se non proprio fisicamente. Tsitsipas si è dunque limitato ai due break, uno per set, per raggiungere la sua seconda finale a Barcellona, visto che il terzo è arrivato sostanzialmente a partita finita. La prima finale, chissà se significa qualcosa, era stata raggiunta proprio alla stessa età del rivale di oggi. La giocherà di nuovo contro Rafael Nadal, che dopo i balbettii dei primi due turni sembra aver trovato una più che discreta condizione. Contro Carreno Busta, forse stanco per via di tre settimane tirate, Nadal ha dominato dall’inizio alla fine. Tre anni fa Tsitsipas vinse appena tre game, l’unica cosa che si può dire è che domani ne vincerà di più.
Su Sinner infine vale forse la pena aggiungere che non ha tanto senso cercare di consultare chissà che segnali per comprendere dove davvero può arrivare. L’avversario di oggi ha solo 3 anni in più, e per quanto la distanza tra i due potrà diminuire non è verosimile che si azzeri, perché Tsitsipas è anche lui un giocatore “in formazione” e il talento del greco non è certo inferiore a quallo dell’italiano. Anzi, a volerla dire tutta Stefanos sembra poter avere molte più frecce nel proprio arco, perché il problema di Sinner rimane che il suo gioco ha troppe poche alternative alle botte dal fondo, e questa non sarà una cosa che cambierà con gli anni. Forse basterà, forse no.
Semifinali
[1] R. Nadal vs [6] P. Carreno Busta 6-3 6-2
[2] S. Tsitsipas b. [11] J. Sinner 6-3 6-3
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