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WTA Miami: Svitolina, semifinale d’oro dopo tante difficoltà. Sfiderà Barty

[5] E. Svitolina b. A. Sevastova 6-3 6-2

Avevamo lasciato Elina Svitolina nei suoi pensieri più cupi, a livello sportivo, per le brutte prestazioni in Medio Oriente e più in generale per un livello che non saliva da ormai tanti mesi. Ritrovarla in semifinale nel WTA 1000 di Miami è un colpaccio per lei, un jolly che ha saputo giocarsi molto bene in un tabellone non impossibile, che aveva delle opportunità e, finalmente, è riuscita ad approfittarne.

Quella di Miami è la semifinale più importante per lei dalle WTA Finals di Shenzhen di fine 2019, quando perse all’ultimo atto contro Ashleigh Barty, la stessa australiana che troverà di fronte tra due giorni nella sfida che varrà l’accesso all’ultimo atto. Fin qui potremmo dire che la fortuna aiuta gli audaci, perché Elina ha beneficiato di un match fattibile sulla carta (rispetto alle altre prospettive in giro per il tabellone) contro Anastasija Sevastova, un’altra giocatrice che aveva raccolto pochissimo e che dopo un 2020 pessimo ha un po’ cambiato marcia ma non sembra più la giocatrice che ha avuto un picco al numero 11 del mondo.

Nel 6-3 6-2 in favore della giocatrice di Odessa c’è stata lotta soprattutto nella prima metà del set d’apertura, con quattro break scambiati tra le due tenniste nei primi cinque game e Svitolina che ha dovuto rimontare da 15-40 sul 3-3 per tenere un importante turno di battuta, compiendo un mezzo miracolo sulla seconda palla break concessa in cui si è affidata alle sue grandi doti atletiche per raggiungere una buona smorzata della lettone e vincere il punto. A sottolineare l’importanza di aver fermato la serie positiva dell’avversaria (che era indietro 1-3) un urlo abbastanza significativo, aumentato poi quando ha cominciato a prendere il largo: break a zero sul 4-3 e dritto vincente sul 5-3 30-30 per andare a set point e chiudere alla prima chance.

Il momento era decisivo, perché Svitolina ha continuato ad alzare l’intensità e Sevastova non aveva più veri sbocchi durante gli scambi. Da quel 3-3 15-40 c’è stato un parziale di 17-2 in favore dell’ucraina fino all’1-0 15-0, Anastasija non ha fatto un punto alla battuta per tre game consecutivi ed è scivolata sotto 0-4 prima di avere una reazione con un primo momento in cui l’avversaria ha tolto il piede dall’acceleratore. Lì si è scossa, provando ad approfittare colpendo meglio la palla e cercando un po’ più di aggressività, soprattutto verso gli angoli. Un minibreak è stato recuperato, ma ha subito vanificato ogni sforzo scivolando 0-30 e poi 30-40, regalando il break con una prima molto debole seguita da un brutto schiaffo al volo.

Sul 5-2 Svitolina non ha tremato, chiudendo la partita al secondo match point. L’avevamo lasciata sconfitta in una terribile partita contro Victoria Azarenka a Doha, dove la bielorussa faticava a reggersi in piedi dal mal di schiena e lei non riusciva a fare qualcosa per racimolare più di una manciata di game, mentre a Dubai è stata travolta alla distanza da Svetlana Kuznetsova. Qui a Miami ha avuto difficoltà all’esordio dove sembrava prossima alla sconfitta contro Shelby Rogers, poi un match abbastanza equilibrato contro Ekaterina Alexandrova e la maratona di alti e bassi contro Petra Kvitova. Si è tirata su, in qualche modo, e adesso ha la chance della prima finale in un 1000. Non sarà facile, ma per quanto visto negli ultimi mesi è già tanto.

Diego Barbiani

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