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WTA Miami: Andreescu e Muguruza vincono due battaglie. Ora contro agli ottavi. Fuori Kenin

A giudicare dalle condizioni in campo oggi e considerato che la vincente sarebbe dovuta scendere in campo domani per gli ottavi di finale, Naomi Osaka ha forse tirato un mezzo sospiro di sollievo.

A Miami il clima era molto duro, con un caldo opprimente e tantissima umidità da rendere alla lunga molto impegnativo lo sforzo fisico quando già si deve fare i conti con lo stress e l’adrenalina del momento. E non è un caso che quasi tutte le partite siano state abbastanza irregolari nel loro andamento.

Karolina Pliskova era senza energie alla fine del terzo set, Elena Rybakina è fisicamente scoppiata contro una grande atleta come Sara Sorribes Tormo, nata con l’obiettivo di macinare chilometri da fondo e alzare traiettorie sopra la rete, Elise Mertens e Anett Kontaveit hanno giocato tre set completamente diversi tra loro e persino Garbine Muguruza per quasi due set è stata in affanno.

Difficile da commentare, nei fatti, perché non sembrava trattarsi di colpi di sole che possono colpire per esempio in Australia però in tante, come i colleghi uomini, hanno sofferto le circostanze in campo. In generale, Pliskova deve aver vissuto malissimo la terza sconfitta su tre confronti negli ultimi tornei contro Jessica Pegula. Il sorteggio è stato infame, ma la partita di oggi ha di nuovo evidenziato quanto il suo momento sia delicato. Come a Dubai e Doha, la statunitense stava dominando la partita fino al 6-1 4-1, quando si è bloccata e in maniera un po’ sorprendente la ceca ha reagito, colpendo meglio e infilando un parziale di cinque game per livellare il punteggio prima di balzare avanti di un break al terzo e di arrivare alla palla del 5-2 e servizio.

Qui si è spenta. E più che a livello di gioco sembrava non arrivare più bene sulla palla. Le gambe erano abbastanza lente e Pegula pur faticando col dritto aveva trovato la via del controbreak e l’allungo sul 5-4. Al servizio per rimanere nel match Pliskova non si muoveva quasi più, non rimettendo in campo una potente risposta avversaria, facendo doppio fallo sullo 0-15 e venendo nuovamente colpita dalla risposta di Pegula che chiudeva la partita di nuovo a braccia alzate. Adesso tra lei e i primi quarti di finale in Florida c’è Maria Sakkari, che si è sbarazzata di Liudmila Samsonova.

Faticaccia anche per Muguruza, che è rimasta in campo quasi tre ore nel 4-6 6-3 6-4 contro Anna Kalinskaya. Sta però emergendo ormai da diverse settimane questo carattere mai domo e molto battagliero della spagnola, che rispetto al passato accetta molto di più lo scontro sul piano fisico e della tenuta mentale, prendendosi una vittoria importantissima perché in più momenti sembrava vicina a cedere e lei stessa ha rivelato che oggi non si sentiva troppo bene in campo ma ha trovato la forza nel set decisivo per alzare ancor di più il proprio livello e porre fine al bel cammino della wild card russa, da diversi anni ormai residente a Miami e forse un po’ più abituata al clima.

Muguruza, ai cambi campo sempre con un’enorme borsa del ghiaccio addosso, aveva un’espressione affaticata e nel suo gioco non c’era intensità, non c’era precisione. Kalinskaya dettava il ritmo e si faceva preferire nelle varie trame di gioco, molto più coraggiosa e intraprendente. Tantissimi i dritti sbagliati da Garbine, che solo a inizio del secondo set trovava il primo break della sua partita. L’equilibrio però non cambiava, tutto merito della rivale che ha mantenuto molto alta. Sfortunata però quando sul 3-4, ripreso il break di ritardo, ha commesso un brutto errore sul 15-30 che ha di fatto spalancato le porte di un terzo set.

Nel parziale decisivo Kalinskaya è volata subito sul 3-0, ma dal 3-2 entrambe si sono scosse e hanno cominciato a giocare il miglio tennis della loro giornata. Prima Muguruza ha ripreso un game dove era finita sotto 15-40 chiudendo solo alla sesta parità, poi Kalinskaya rientrava da 0-30 e teneva ai vantaggi, mentre sul 4-4 ha ceduto, dopo un nuovo 0-30 fronteggiato. Ha fatto impressione, però, il cambio nell’atteggiamento di Muguruza che dopo aver tenuto la battuta per il 3-3 è diventata sempre più pericolosa e aggressiva, come se avesse trovato qualche energia nascosta e stava riuscendo a mettere sempre più fisicità e pressione asfissiante, raccogliendo i frutti del suo cammino con il break per il 5-4. L’ultimo game ha regalato spettacolo, con Kalinskaya sempre protagonista col dritto e tre match point annullati impostando sempre lo scambio con quel colpo e chiudendo l’ex numero 1 del mondo “all’angolo”. Solo alla quarta chance Garbine ha potuto chiudere con lo schiaffo al volo, tirando un enorme sospiro di sollievo.

Si era complicata tanto la vita, ma ha accettato di doversi rimboccare le maniche e di essere chiamata a uno sforzo importante malgrado di fronte avesse la numero 116 del mondo che quest oggi anche per l’occasione di avere di fronte una grande ha tirato fuori il 140% di sé con uno spirito combattivo, vedendo sfumare il colpaccio per un nulla. Adesso però sarà nuovamente in campo, oggi, contro Bianca Andreescu. Durissima battaglia vinta dalla canadese contro Amanda Anisimova, in un altro match di quasi tre ore che ha preso tutto lo spazio nella sezione serale: 7-6(3) 6-7(3) 6-4.

Nessun break nel primo parziale, dove però Andreescu ha meritato per la maggiore aggressività in risposta, poi un primo allungo della canadese nel secondo (2-0) immediatamente cancellato da una statunitense che però anche malgrado un intervento della fisioterapista per curare delle vesciche ribaltava la situazione e si prendeva il secondo set al tie break. Nel terzo è stata la volta della canadese di fermare il gioco per un controllo alla schiena, lei che è sempre soggetta a tanti infortuni soprattutto problemi che emergono in partita quando si superano le due ore di gioco. Da quel momento, Anisimova non è più riuscita a trovare le misure dei suoi colpi, uscendo dal ritmo e con errori gratuiti che fioccavano più spesso e sul 2-2 ha perso il servizio “decisivo”, con Andreescu che da quel momento perderà appena 2 punti su 14 giocati alla battuta.

Anche Mertens e Kontaveit hanno patito le condizioni pesanti di oggi. Il loro 6-2 0-6 6-2 è caratterizzato da tre set dove nessuna delle due riusciva a contrastare il ritmo della giocatrice che in qualche modo sembrava “in comando” del gioco. In realtà, entrambe hanno giocato abbastanza male, complice la durezza dell’atmosfera attorno al campo. Scambi abbastanza rari, errori grossolani di entrambe e atteggiamento abbastanza “perso” hanno accompagnato la belga e l’estone fino alla fine, con Mertens che avrà cara 24 ore di riposo prima di scendere in campo contro Naomi Osaka.

Infine, bella impresa di Ons Jabeur che elimina Sofia Kenin e si prende la rivincita del quarto di finale dell’Australian Open 2020. 6-4 4-6 6-4 con addirittura 40 vincenti opposti a solo 17 errori gratuiti. Per le adesso una partita importante contro Sorribes Tormo (che ha sconfitto 6-1 3-6 6-2 Rybakina) per provare a prendersi un prestigioso quarto di finale dopo qualche settimana un po’ sotto ai suoi standard del 2020.

Risultati

[8] B. Andreescu b. [28] A. Anisimova 7-6(4) 6-7(2) 6-4
[12] G. Muguruza b. [WC] A. Kalinskaya 4-6 6-3 6-4
S. Sorribes Tormo b. [21] E. Rybakina 6-1 3-6 6-2
[27] O. Jabeur b. [4] S. Kenin 6-4 4-6 6-4
[29] J. Pegula b. [6] Ka. Pliskova 6-1 4-6 6-4
[23] M. Sakkari b. [Q] L. Samsonova 6-0 6-1
[16] E. Mertens b. [22] A. Kontaveit 6-2 0-6 6-2
[2] N. Osaka b. [Q] N. Stojanovic walkover

Diego Barbiani

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