[11] D. Shapovalov b. J. Sinner 3-6 6-3 6-2 4-6 6-4
Anche se quando perde un giovane si si dice sempre, questa sconfitta potrebbe essere molto salutare, non solo per Sinner ma per l’intero movimento che gli sta dietro in modo sin troppo sguaiato. Il match contro uno Shapovalov per lunghi tratti largamente insufficiente, si è incaricato di rivelare lo stato di avanzamento di quello che rimane la nostra speranza più fulgida, quello a cui affidare le chiavi del nostro tennis. Ma appunto, per adesso, meglio lavorare e crescere, perché una cosa sono i “250” contro giocatori generosi che gravitano poco sotto la top50 altro gli slam, con gente contro cui, anche quando Sinner sarà arrivato dove deve, si dovrà lottare e aspramente.
Sinner ha giocato un primo set di grandissima qualità, approfittando del primo game di rodaggio di Shapovalov, che ha iniziato sostanzialmente da 0-40 e non è riuscito a salvare quel servizio che alla fine sarà decisivo per aggiudicare il set. E l’inizio del secondo, col canadese che non metteva una prima neanche a pagarlo, pareva legittimare la speranza che i sogni di tutto si potessero compiere già a partire da questo torneo. E invece, piano piano, Shapovalov ha cominciato a sbagliare un po’ meno, trovando una chiave tattica semplice me efficace, perché gli è bastato tirare centralmente per dare sempre meno angoli a Sinner, che concede ancora qualcosa se il match si mette sul piano della potenza pura. Contemporaneamente sono cominciati a manifestarsi i primi segnali di stanchezza, perché come nel caso di Travaglia, forse giocare con quell’intensità la settimana prima di uno Slam non è quello che dovrebbe fare uno che aspira a ben altro, come Sinner. Rinfrancatosi, Shapovalov ha cominciato a lasciare ad andare un po’ di più il braccio, e il mix tra il proprio calo e il miglioramento dell’avversario è stato troppo per Sinner, che si è come sgretolato.
Come spesso succede nel tennis a partita finita, in modo abbastanza impietoso per Sinner, che era quasi in rottura prolungata sotto due set a uno e 3-1 nel quarto, ne è cominciata un’altra. Shapovalov ha probabilmente creduto di aver chiuso il match e si è clamorosamente incartato, mettendo in mostra un’altra delle ottime caratteristiche di Sinner, la capacità di restare lì per vedere cosa succede. L’altoatesino è stato anche sufficientemente intelligente da comprendere che non era provando a sfondare che poteva giocarsi quel che resteva delle sue possibilità, ma confidando in qualche macello di Shapovalov. Che smarriva di nuovo il servizio e subiva un parziale di cinque game a uno. A questo punto il quinto set poteva pure essere un terno al lotto, ma per sfortuna di Sinner il canadese ha ritrovato un po’, non tanto: un po’, di lucidità e pur continuando a commettere varie sciocchezze- non solo i servizi da sotto, ma non rendersi conto che l’avversario era sfinito – è riuscito in qualche modo a chiuderla.
Adesso magari si parlerà delle palle break avute da Sinner nei primi turni di servizio di secondo e terzo set, per fortuna non c’è la controprova e tutti possono dire tutto, ma la sensazione è che tra i due c’è ancora una differenza abbastanza ampia, al netto delle incredibili amnesie di Shapovalov. Si dovrà anche aggiungere che colmarla non sarà una passeggiata, perché se è vero che Sinner ha poco più di 19 anni Shapovalov non è Matusalemme e di anni non ne ha ancora 22, ed è sicuramente in grado di giocare molto, molto meglio di oggi. Meglio ricordarselo, quando si pensa che sarà semplice portare degli Slam a casa.
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