[3] N. Osaka b. [27] O. Jabeur 6-3 6-2
[14] G. Muguruza b. Z. Diyas 6-1 6-1
Terzo incontro sulla carta pericoloso in questo Australian Open per Naomi Osaka, e terza occasione in cui ne esce molto bene. Stavolta pur faticando nelle prime fasi di gara, ma mostrandosi ben più solida sul lungo percorso di una generosissima Ons Jabeur, costretta però alla resa per 6-3 6-2 dopo aver tentato nelle prime fasi di fare gara di testa.
Il suo approccio è stato più che buono, colpendo liberamente di rovescio dominando per lunghi tratti quella diagonale, avendo il tempo di decidere se andare verso l’incrociato, se cambiare in lungolinea o se lasciare andare il suo estro a qualche coniglio dal cilindro come una smorzata vincente in risposta. Osaka oggi faticava abbastanza a entrare in ritmo partita, sia col servizio che col dritto. I primi cinque game sono stati una tortura per la giapponese: 46 i punti che ha dovuto servire, 10 quelli giocati nei turni di battuta dell’avversaria.
Litigava un po’ troppo con la prima palla di servizio, i piedi non giravano troppo, ma è stata impressionante nel cambio di passo che aveva quando doveva fronteggiare un 40-40 o una palla break. La Osaka che si vedeva in quei frammenti era tutt’altra dimensione, quasi insuperabile. Di fatti Jabeur ha potuto fare nulla sulle prime cinque palle break avute, malgrado poi per tutto il resto del tempo avesse pieno controllo sui sottili equilibri psicologici. Poi però, venuta fuori da un game di 6 vantaggi sul 2-2 ha trovato un primo allungo col primo calo di concentrazione dell’avversaria, che ha perso male il servizio. Non è stato quello il momento decisivo, perché subito concedeva il controbreak tra un nuovo doppio fallo e qualche dritto che volava, ma sul 4-3 ha trovato ancora il vantaggio e ha chiuso a 30 col servizio sul 5-3.
La parte più impegnativa era alle spalle. Jabeur non si è mai completamente ripresa dalle grandi energie investite nella prima metà del set con gli sforzi rovinati da un brutto finale e sull’1-1 era di nuovo sotto pressione, crollando subito e dando modo a Osaka di allungare ancora. Un nuovo break sul 4-2 ha chiuso definitivamente i giochi e al prossimo turno ci sarà (finalmente) il primo confronto in carriera contro Garbine Muguruza. Strano a dirsi, ma una ex numero 1 del mondo tre-volte vincitrice Slam non ha ancora mai affrontato una ex numero 1 del mondo due-volte campionessa Slam. Lo faranno a Melbourne, luogo dove Osaka vinse nel 2019 e dove Muguruza fece finale l’anno dopo. Entrambe, fin qui, hanno avuto percorsi netti perché anche la spagnola sta procedendo a ritmo elevato e oggi è arrivato il netto 6-1 6-1 contro Zarina Diyas.
Sarà tosta vedere una delle due che saluta molto prima di quello che probabilmente merita.
[10] S. Williams b. A. Potapova 7-6(5) 6-2
[7] A. Sabalenka b. A. Li 6-3 6-1
“Voglio vivere questa tensione” ha detto Aryna Sabalenka ai microfoni in conferenza stampa quando ha parlato della possibilità di affrontare Serena Williams per la prima volta in carriera. La bielorussa è riuscita finalmente a ritrovare gli ottavi di finale in uno Slam per la prima volta dallo US Open 2018 e quel match (pazzesco) perso contro Naomi Osaka, e adesso vuole godersi il momento migliore della carriera.
Anche oggi ha disputato una partita di grande agonismo e superiorità, travolgendo una delle sorprese del terzo turno, Ann Li, che aveva a sua volta disputato un cammino netto nei primi incontri. Oggi però la superiorità della numero 7 del seeding è stata fin troppo evidente e la partita si è conclusa con un netto 6-3 6-1 con Sabalenka che, in questi momenti, sta anche raccogliendo punti essenziali per il ranking che nel momento in cui si dovrebbe riproporre nel vecchio sistema rischia di vederla fare un balzo in avanti importante nell’avvicinamento a Wimbledon.
Nel frattempo, però, la sua testa sarà tutta sulla partita di dopodomani contro la grandissima campionessa statunitense. Serena, però, oggi ha ringraziato anche la buona sorte per essere uscita indenne dalla sfida contro Anastasia Potapova. 7-6(5) 6-2 giocando male, sbagliando tanto, mostrandosi lenta e con il servizio che non la aiutava. Per sua fortuna, però, dall’altro lato della rete c’era una giocatrice che non stava gestendo al meglio la tensione. Anche quando era in vantaggio di un break la russa sembrava non resistere alla tentazione di navigare nella partita trascinata dal mostrare le sue emozioni. Era poco tranquilla, tanto da chiedere a un membro del suo box (il manager) di cambiare posto, ma fino al 5-3 abbastanza solida, con un tipo di gioco che Serena ha mostrato più volte nel recente passato di non sopportare. Purtroppo, però, al servizio per il set Potapova è franata: cinque doppi falli e un errore di dritto in costruzione del punto sono valsi alla statunitense il controbreak.
Al tie-break Serena si è imposta 7-5. La differenza vera è che ha tenuto la palla un po’ più in campo rispetto alla russa, che aveva cominciato la discesa e nel secondo set è stata poi dominata col netto punteggio di 6-2.
Anche qui, sarà un peccato vedere una delle due (Sabalenka e Williams) che abbandonerà lo Slam probabilmente troppo presto rispetto alle previsioni. La parte bassa del tabellone si conferma un Everest.
[2] S. Halep b. [32] V. Kudermetova 6-1 6-3
[15] I. Swiatek b. F. Ferro 6-4 6-3
Ancora una volta, la terza dal Roland Garros 2019, Iga Swiatek e Simona Halep saranno l’una contro l’altra in una prova Slam e paradossalmente siamo sempre al quarto turno. La parte bassa del tabellone femminile è divenuta assurda nei match up che propone, e se avremo i primi confronti assoluti tra Garbine Muguruza e Naomi Osaka come anche Aryna Sabalenka contro Serena Williams, un terzo confronto tra la rumena e la polacca si accetta con estremo piacere.
Swiatek oggi ha raggiunto la decima vittoria consecutiva in uno Slam dopo le sette parigine, e ancora non ha perso un set. 20 parziali consecutivi portati a casa e oggi, “clamoroso”, ha lasciato per strada più di sei game. Non è stata perfetta dall’inizio alla fine, ma si è rivelata molto preparata quando era il momento di concretizzare. Nel primo set una partenza lampo le aveva dato un illusorio 3-0 e servizio, perché la francese, regolarista e piuttosto solida da fondo ha sfruttato l’appannamento della numero 15 del seeding per infilare quattro giochi consecutivi, crescendo tanto col rovescio lungolinea e trovando così la chiave per chiudere diversi punti a favore nel giro al massimo di due scambi.
Sul 3-4 Swiatek ha vinto un game al servizio estremamente delicato. Di colpo, dal grande controllo, era un po’ nervosa perché non trovava più le misure del campo e anche lì era indietro 0-30 ma con un gran servizio ha preso le righe laterali più strette per mandare Ferro fuori dal campo e chiudere i punti. C’è voluta una parità in più, ma l’urlo liberatorio per il 4-4 si è tramutato poi nell’attacco al servizio della francese che è capitolata in un game con due doppi falli e i primi errori col lungolinea di rovescio quando Swiatek accettava la fase difensiva per costringerla a forzare, vedendola un po’ traballante. Preso il break, ha poi chiuso senza patemi il parziale e nel secondo è subito ripartita forte con un break di vantaggio raddoppiato sul 4-2. C’è voluto bisogno di un terzo break, sul 5-3, per chiudere la partita e Swiatek nell’intervista a bordo campo diceva come fosse un po’ stranita perché ancora non è abituata alle sessioni serali quando normalmente alle 10 di sera è già nel letto.
Così si crea il nuovo incrocio con Halep, che invece ha lasciato appena quattro game a Veronika Kudermetova pur incartandosi un po’ al servizio nel secondo set, ma il 6-1 6-3 conclusivo segna un miglioramento rispetto al match contro Ajla Tomljanovic. Sarà molto interessante, ora, capire cosa potrà avvenire domenica notte, anche perché con un tabellone così è veramente impossibile fare pronostici chiari. Come già è difficile scegliere quale sia il miglior incrocio.
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