S. W. Hsieh b. [8] B. Andreescu 6-3 6-2
Su Wei Hsieh fino al primo turno del Roland Garros 2017 non aveva mai battuto una top-10 in 16 anni di carriera, giusto una top-20 a inizio del 2008 e 27 sconfitte. È arrivata la vittoria contro Johanna Konta a Parigi e da inizio 2018 il trend è stato completamente diverso. Non ha raggiunto un equilibrio da 50-50 ma tante partite giocate nel biennio 2018/2019 sono state speciali, con diverse delle migliori di questo periodo che si trovavano portate a scuola di magia e dovevano vendere l’anima al diavolo per cercare di uscirne.
Solo in Australia sono cadute nel 2018 Agnieszka Radwanska, Garbine Muguruza. Angelique Kerber quell’anno negli ottavi divenne matta per liberarsene, soffrendo in maniera indicibile ed esultando come spiritata dopo aver trovato il dritto lungolinea sul 5-5 nel secondo che è valso il break per andare poi a pareggiare i conti e dominare il terzo. Naomi Osaka, nel 2019: la celebre partita dove era indietro 5-7 1-4 e 0-40, a cinque punti dall’eliminazione di un torneo che avrebbe poi vinto. La stessa Osaka che perse in maniera rocambolesca contro Hsieh a Miami. Simona Halep fu sconfitta a Wimbledon. Karolina Pliskova perse da 5-1 al terzo set a Dubai.
Non è un mistero che oggi potesse essere un test impegnativo per Bianca Andreescu, ma il calo che la giocatrice di Taipei ha vissuto nel 2020 e le ormai 35 primavere avevano un po’ sbiadito la sua aura. Invece, Hsieh è riapparsa oggi in tutto il suo splendore. Giocatrice atipica se ce n’è una, capace di giocare un tennis che solo lei può, anche sfruttando un’impugnatura bimane che per lei è perfetta, per altre sarebbe da manicomio, scambiando l’ordine delle mani da sopra a sotto quando passa da dritto a rovescio. Lo faceva Monica Seles, mettendo la mano destra sopra rispetto alla sinistra quando doveva giocare dal lato desto, però a sinistra la mano destra di Hsieh diventa quella più in basso, quasi a giocare effettivamente due dritti. Da piccola, nelle prime volte in cui andava a giocare, era costretta un po’ a improvvisare perché era molto leggera e per far forza e tenere meglio la racchetta ha cominciato così, non perdendo mai il vizio.
Oggi Su Wei ha riproposto tutto il meglio del suo repertorio in un 6-3 6-2 che ha liquidato il rientro in campo della canadese, esaltato il suo tennis e creato il primo scossone del tabellone femminile. Alla vigilia c’erano anche domande su quanto in là effettivamente potesse arrivare la numero 8 del seeding, assente sì da 15 mesi ma che ha potuto negli ultimi sei prepararsi al rientro in campo e già nel 2019, al rientro ad agosto, ha fatto il bis tra Toronto e New York. Invece il cammino si è fermato, evidenziando ancora della ruggine per la mancanza di vere partite nelle gambe e non capendoci nulla di cosa Hsieh potesse proporle. Deve essere un’esperienza abbastanza surreale: per almeno 10 anni sei abituata a un certo tipo di tennis, palle relativamente regolari, aperture di campo ed effetti da contrastare. Su Wei è talmente anacronistica e imprevedibile che stravolge tutto: al servizio nel primo set sul 5-2 e indietro 15-30 ha servito al centro per andare subito in difesa e giocare uno slide basso, radente e completamente a uscire verso il rettangolo di servizio opposto. Andreescu è andata in corsa, ha rigiocato anche bene il colpo ma Hsieh era nuovamente piazzata per lo stesso colpo, stessa dinamica, verso la zona di campo opposta, nei pressi anche qui del rettangolo del servizio.
Andreescu doveva fare i chilometri, se non anche solo capire come mettere i piedi per scattare in avanti o indietreggiare. Rispetto al 2020, invece, Su Wei è tornata a muoversi benissimo in campo, altro fattore per lei chiave perché già il suo tennis sembra completamente privo di sforzo, se poi si fa trovare pronta e reattiva diventa ancora più pericolosa. Bianca ha avuto un accenno di reazione solo col break per il 3-5, con i primi dritti pesanti giocati in risposta e pur perdendo il set e scivolando indietro 0-3 nel secondo piano piano cominciava a crescere tra pesantezza di palla e tono. Malgrado questo, Hsieh ne aveva sempre di più e respingeva il controbreak del 2-3 con un immediato nuovo allungo sul 5-2, chiudendo poi al terzo match point. Martina Navratilova, nello studio di Tennis Channel, confermava la sensazione che oggi Andreescu ha perso perché non era pronta a una partita del genere, cominciando solo dopo un’ora a essere più centrata e propositiva, pur continuando ad affannarsi per recuperare le soluzioni proposte da un’avversaria che trovi (come diceva un altro opinionista) perlopiù alla Play Station. Non c’era ritmo, non c’era modo di avere punti di riferimento e ha finito capendoci abbastanza poco.
Su Wei, invece, sarà al terzo turno dove affronterà o Venus Williams o Sara Errani.
S. Cirstea b. [9] P. Kvitova 6-4 1-6 6-1
La seconda testa di serie compresa tra le prime 10 a salutare l’Australian Open è Petra Kvitova, costretta a capitolare di fronte a Sorana Cirstea che ottiene, tra l’altro, la prima vittoria contro una top-10 in uno Slam dopo nove anni dall’ultima volta.
È finita 6-4 1-6 6-1 per la rumena, che due settimane fa era tra le voci più vivaci nel descrivere il malcontento della situazione, costretta lei come altri 71 atleti alla quarantena rigida causa un positivo sul volo (il coach di Bianca Andreescu, in questo caso). Aveva speso parole abbastanza dure, ma soprattuto aveva anche detto che voleva tornarsene a casa perché quei 14 giorni chiusa in camera senza potersi allenare le avrebbero rovinato la preparazione per lo Slam, sentendosi però rispondere che a quel punto non poteva lasciare la propria camera e si sentiva prigioniera.
Adesso, invece, si ritrova tra le migliori 32 dell’Australian Open. Oggi è stata una vera altalena contro Kvitova, che ha vissuto una partita dai mille volti ma due di questi le sono stati fatali. Era avanti 3-1 nel primo set quando ha avuto il primo passaggio a vuoto. Il collegamento immediato è stato col secondo set molto altalenante che aveva già giocato contro Greet Minnen all’esordio. Ha litigato col suo tennis mentre Cirstea, ordinata ed efficace, saliva 5-3 e chiudeva il set un po’ a sorpresa, due game dopo. La reazione della ceca portava tutto al set decisivo, con un 6-1 che sapeva di certezze ritrovate e di un parziale decisivo da vivere al comando delle operazioni. Invece, in maniera improvvisa, è sopraggiunto l’affaticamento per il sole. È spesso soggetta a questi fenomeni, tante volte in carriera l’abbiamo vista faticare nelle giornate molto calde e di fatti prima della finale nel 2019 in Australia vantava solo la semifinale del 2012, per il resto era sempre un torneo da terno al lotto per il dispendio fisico, l’umidità (per lei che soffre di asma) e il gran caldo. Adesso che è febbraio non ci si avvicina ai 30 gradi, eppure la giornata di oggi l’ha stesa. Il volto già a inizio del secondo set stava cambiando colore e, come avvenuto anche ieri a Victoria Azarenka di colpo è diventato paonazzo, con gli occhi persi nel vuoto, respiro affaticato e continuamente alla ricerca di zone d’ombra per prendere un po’ di sollievo, martellandosi nelle gambe per cercare di scuotersi.
Il terzo set non si è giocato, Cirstea ha subito preso il largo e a un certo punto Kvitova non teneva più il minimo scambio in campo. Non ci sarà dunque il derby ceco al terzo turno contro Marketa Vondrousova, che invece poco prima aveva fatto il suo dovere eliminando la qualificata Rebecca Marino per 6-1 7-5.
Altri incontri
Continua la marcia spedita di Serena Williams e Garbine Muguruza. Due delle grandi favorite almeno alla semifinale nella parte bassa travolgono le rispettive avversarie per involarsi al terzo turno. La statunitense dopo i due game a Laura Siegemund nell’esordio ha battuto Nina Stojanovic (numero 99 WTA) 6-3 6-0, stesso punteggio con cui la spagnola si è imposta contro la qualificata Liudmila Samsonova.
Serena al prossimo turno avrà un’altra giocatrice nei pressi della top-100: Anastasia Potapova, numero 101, che si è imposta 6-2 6-4 contro la qualificata Timea Babos. Potapova, classe 2001, è stata anche vicina alla top-50 due anni fa mentre nel 2020 quando stava cominciando ad avere buone prestazioni ha subito lo stop del tour e ha approfittato del periodo di pausa per operarsi alla caviglia, non rientrando più in campo prima del 2021. Garbine invece avrà Zarina Diyas, impostasi 6-4 3-6 6-3 contro Bernarda Pera.
Avanti anche Aryna Sabalenka, che come al solito però ha faticato nel battere Daria Kasatkina, imponendosi oggi per 7-6(5) 6-3. Il primo set è stato quasi tutto in rincorsa, con la russa avanti 4-2 e poi 6-5 e servizio, incapace però di chiudere il set e farsi sfuggire la numero 7 del seeding sul 5-5 nel tie-break. Nel secondo parziale, invece, dal 3-3 Sabalenka ha piazzato l’allungo decisivo e adesso al terzo turno avrà una sorpresa: Ann Li, che dall’uscita dalla quarantena rigida non ha ancora perso, con quattro vittorie la scorsa settimana e due fin qui, eliminando oggi Alizé Cornet 6-2 7-6(3).
Infine, Naomi Osaka nella sessione serale ha facilmente prevalso anche contro Caroline Garcia. Quello che era il percorso peggiore delle big fin qui ha visto la giapponese dominare: 6-1 6-2 all’esordio, 6-2 6-3 oggi, ancora in totale controllo contro la francese. Adesso però l’avversaria cambia: dopo due tenniste aggressive ma abbastanza monotematiche, arriva l’estro e il talento di Ons Jabeur che oggi si è imposta 6-3 6-3 contro Anna Karolina Schmiedlova.
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