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Australian Open: Brady, nuova semifinale Slam. Battuta Pegula, ora sfida a Muchova

[22] J. Brady b. J. Pegula 4-6 6-2 6-1

Quando Jennifer Brady e Michael Geserer hanno cominciato a lavorare assieme nell’autunno del 2019 le prospettive della statunitense, fin lì, erano di migliorare un best ranking al numero 60 del mondo ottenuto a fine 2017 ma i segnali veri di qualcosa di speciale erano pochi. L’allenatore tedesco che ha guidato, però, Julia Goerges alla top-10 e alla semifinale Slam aveva visto in lei qualcosa di particolare.

“Mi è piaciuto il suo cuore”, aveva detto in un’intervista a WTA insider di qualche mese fa, raccontando i primi momenti della loro unione lavorativa. Si sono messi in contatto grazie a Billy Heiser, che lavora con Alison Riske e lui senza conoscerla aveva visto qualche video su internet prima di prendere al volo un aereo per Pechino e cominciare una prova. Brady, in quel torneo (uno dei più importanti della stagione), superò le qualificazioni e batté nel main draw prima Amanda Anisimova e poi Madison Keys. “I liked her heart”, dunque, e da lì il connubio ha raggiunto su cemento risultati probabilmente oltre le più immediate aspettative. Già i risultati a inizio 2020 furono interessanti, poi dopo il lockdown il primo titolo WTA e la grande corsa a New York con la semifinale allo US Open, ora addirittura replicata con l’arrivo tra le migliori quattro all’Australian Open.

Brady si è imposta oggi 4-6 6-2 6-1 contro l’amica Jessica Pegula. Hanno passato 10 giorni a scriversi frasi sulle lenti delle telecamere che firmavano dopo le vittorie. “Ciao Jen!”, “Ciao Jess!”. Quando Pegula vinse l’ottavo di finale contro Elina Svitolina scrisse “Ci vediamo al prossimo turno, Jen!” e Brady, che doveva ancora giocare, rispose poi con “E andiamo Jess!”. Oggi già prima di entrare in campo erano nel tunnel a ridere e scherzare, poi però è arrivato il campo e soprattutto nelle prime fasi Brady era quella più bloccata. Forse l’obiettivo della semifinale, forse il fatto di avere di fronte un’amica, ma oggi rispetto ai giorni scorsi c’era più tensione per lei che non aveva sempre la concentrazione al punto giusto e sbagliava tanto. Aveva trovato un momento positivo quando è rientrata da 2-4 a 4-4 e 30-0 giocando i primi vincenti in successione della sua partita, ma ha vanificato tutto con un doppio fallo sulla palla break e Pegula, tenendo la battuta, si era portata avanti di un set.

Brady rimaneva comunque ampiamente favorita, perché quel servizio e quel dritto potevano spaccare la partita in ogni momento. Così l’inizio di secondo parziale è stato nettamente migliore e pur perdendo la battuta con un paio di brutti errori sul 3-1, ha cancellato una chance di 3-3 arrivando poi al nuovo break spingendo bene da fondo. Da lì Pegula non terrà più la battuta tra fatica e morale che si è completamente disintegrato. Jennifer ha preso il comando e un nuovo turno di risposta vinto a zero sul 5-2 ha spianato la strada a un terzo set dove era grande favorita. L’inizio non fu poi dei migliori, perché subito è andata sotto 0-40 e ha ceduto alla quinta chance concessa, ma Pegula aveva pochissime energie e ha commesso otto gratuiti nei primi 10 punti giocati al servizio nel parziale decisivo, risultano dunque in due break netti lasciati alla connazionale, che confermava il vantaggio per il 4-1 divenuto poi 6-1.

Dopo New York, dunque, Brady avrà una nuova chance di giocare per accedere alla finale Slam. Non ci sarà contro Naomi Osaka, non sarà sfavorita (probabilmente) contro Karolina Muchova anche viste le fatiche che la ceca si sta trascinando da alcune partite, e dunque l’equilibrio psicologico sarà completamente diverso.

Diego Barbiani

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