Se prima c’erano dubbi, ora i punti di domanda su quello che ne sarà dell’ultimissima parte della carriera di Roger Federer sono tanti, e tutti enormi.
Non stupisce tanto il suo forfait per gli Australian Open (che fosse una possibilità concreta l’avevo fatto chiaramente intendere anche lui), ma la tempistica sì. Di fatto, alzare bandiera bianca un mese e mezzo prima dell’appuntamento di Melbourne (che scatterà l’8 febbraio causa restrizione anticovid del governo australiano), vuol dire che i problemi al ginocchio operato due volte nel corso del 2020 sono certamente più seri di quanto preventivato, da lui stesso e non solo. E qui sta il punto.
Tutta queste serie di complicanze ha sorpreso e probabilmente sconfortato Federer in primis. Lo svizzero nel corso della sua carriera non ha mai avuto chissà quali problemi né a recuperare da operazioni (come nel 2016, e tutti ricordiamo come rientrò nel 2017), né ad entrare in forma.
Già al primo intervento nel febbraio 2020 se n’era aggiunto un altro, a giugno, che si era reso necessario perchè, parola di Federer, il processo di recupero non era veloce quanto lui stesso sperava.
Sei mesi fa si pensava che fosse più che altro una precauzione, visto che a causa del coronavirus Wimbledon era stato cancellato e il resto della stagione era un enorme punto interrogativo, e quindi saltare il resto dell’anno a molti era sembrata una sorta di messa a punto per il 2021. A questo punto, purtroppo, non era niente di tutto questo.
Adesso, nonostante il posticipo dell’Australian Open, ad un mese e mezzo dall’inizio dello slam è arrivato il forfait. Per inciso: non era mai successo in carriera che Roger saltasse Melbourne.
Tutto questo lascia presupporre che il ginocchio non solo non sia guarito, ma che non ne voglia sapere di lasciare in pace Federer, continuando a tormentarlo e a distillare non pochi dubbi. L’ex numero uno del mondo non è mai stato d’altronde uno capace di giocare al suo meglio “sopra il dolore”, nonostante lo abbia fatto più volte, ma ci si accorge immediatamente nel suo caso quando qualcosa non va a livello fisico.
Stavolta pero’ è diverso. Molto diverso. Per la prima volta nella sua carriera, Federer davvero non sa. Non sa se il suo ginocchio recupererà in pieno, se potrà davvero tornare a giocare al suo livello, non sa se tornerà a che livello sarà (anche perchè non disputa una partita ufficiale da un anno). Dubbi su dubbi. Non è certamente così che immagina l’anno dei 40 in campo.
I suoi obiettivi sono Wimbledon, le Olimpiadi, lo Us Open e poi se si giocherà probabilmente Basilea, il suo torneo. Con uno spettro che complicherebbe davvero le cose: la possibilità di una terza operazione. Fino ad ora sono un’ipotesi ma che nessuno si sente, a questo punto, di escludere.
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