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Sinner, la prima sinfonia del predestinato

Sono passate un paio d’ore dall’inizio del match quando giunge il momento del tiebreak decisivo. Lo score recita 5-3 Jannik Sinner: quest’ultimo, sul piano del gioco espresso certamente inferiore al bombardiere Vasek Pospisil nella seconda parte del match, disegna il campo con il diritto e lascia andare due inside-out prima di un cross vincente dal centro del campo.

È il colpo che, di fatto, gli regala il primo titolo ATP.  Ecco, le motivazioni delle spasmodiche speranze dell’Italtennis risiedono tutte lì, e cioè nella sua capacità di alzare il livello nel momento che conta: il risultato è un altro tassello, certamente tra i più significativi fino ad oggi, nell’ascesa del giovane al gotha del tennis mondiale. L’altoatesino conquista il 250 di Sofia e diventa l’italiano più giovane ad aver mai conquistato un titolo nel circuito maggiore: battuto Claudio Pistolesi, che conquistò Bari nel 1987.

La sensazione è che su Sinner, nonostante abbia compiuto diciannove anni solo un paio di mesi fa, si sia già scritto e parlato così tanto da rischiare di incappare facilmente in banalità.

E quindi occorre sgomberare subito il campo dalle “chiacchiere da bar” e sviscerare l’”X Factor” per eccellenza: la forza mentale di questo ragazzo appartiene a lui e a pochi suoi predecessori. La conferma è arrivata oggi perché, al netto della vistosa tensione salita col passare dei minuti, l’azzurro ha trovato le contromisure tenendo botta nel suo momento peggiore, a cavallo tra la fine del secondo e l’inizio del terzo parziale, prima di piazzare il guizzo nella fase clou: un arrivo in volata merito della resistenza dell’esperto Vasek Pospisil, cui resta il rammarico per non aver mai conquistato un titolo ATP. Lo meriterebbe certamente.

A livello squisitamente tecnico questa partita non ci può dire molto: la posta in palio ha condizionato la fluidità dei movimenti (in particolare al servizio, dove Sinner ha vacillato più del solito)e l’avversario aveva un piano di gioco molto chiaro. Si sono susseguite, spesso, situazioni di gioco molto simili tra loro e hanno fatto emergere una certa fragilità sulla diagonale del diritto, dove – specie se messo sotto pressione – Jannik dimostra ancora ampi margini di miglioramento. Il rovescio resta un colpo sublime e la tenuta fisica, a dispetto di chi vorrebbe vedere più muscoli, invidiabile: al talento di San Candido non manca certo la potenza, meglio preservare l’elasticità e lavorare – come sta evidentemente facendo il team Piatti – sulla rapidità.

Sinner termina così la stagione centrando il primo titolo ed il best ranking al numero 37: il modo migliore per coronare un 2020 breve ma intenso, costellato da vittorie prestigiose (Goffin, Tsitsipas e Zverev i top ten battuti) e aspirazioni sempre più alte. Vola alto, Jannik.

Lorenzo Di Caprio

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