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Statistiche Roland Garros: Nadal fa 13 e agguanta Federer, Swiatek al primo centro

Un Nadal assolutamente perfetto compie un capolavoro di tattica e di tenuta atletica (solo 6 gratuiti nei primi due set) che costringe alla rassegnazione precoce un Djokovic mai visto così arrendevole nei precedenti 55 scontri diretti disputati col suo principale avversario di sempre, come dimostra il punteggio finale (6-0 6-2 7-5).

Il campione spagnolo si conferma così monarca assoluto dello Slam parigino ritoccando ulteriormente il record di vittorie più inavvicinabile che esiste nel tennis moderno:13 vittorie nello stesso Slam( ottenute nell’occasione in altrettante finali raggiunte in 15 partecipazioni).

Con questo successo Nadal uguaglia il mitico record di 20 Slam vinti in carriera detenuto da Federer. Fa differenza il numero di finali disputate che vede lo svizzero in vantaggio (31-28):

A Djokovic resta la consolazione di aver incrementato di 480 punti il punteggio in classifica per effetto del miglior piazzamento rispetto allo scorso anno e di avere, di conseguenza, aumentato degli stessi punti il vantaggio nei confronti di Nadal che sale a 1890 punti, il che rafforza ulteriormente la possibilità di migliorare entro marzo prossimo il record di 310 settimane da numero uno, detenuto da Federer.

La Next Gen deve ancora aspettare. Se agli Us Open Thiem ha saputo approfittare della combinazione tra l’assenza contemporanea di Nadal e Federer e la clamorosa squalifica in corso d’opera di Djokovic per l’involontaria pallata scagliata a un giudice di linea, andando a vincere il torneo, a Parigi, la presenza dei primi due tennisti del mondo ha ancora una volta soffocato le velleità di tutti gli altri.

Stefanos Tsitsipas, approdato per la seconda volta in una semifinale Slam dopo quella degli Australian Open 2019 persa contro Nadal, ha sfiorato l’impresa rimontando due set a Djokovic ma spegnendosi fisicamente nel set decisivo. Degli altri esponenti della Next Gen si sono distinti il russo Rublev approdato ai quarti (sconfitto da Tsitsipas) e l’italiano Sinner di cui parleremo diffusamente più avanti.

Rublev è entrato per la prima volta nei top 10 e con lui anche l’argentino Schwartzman che dopo la splendida prestazione al torneo di Roma dove aveva battuto in sequenza Nadal nei quarti e Shapovalov in semifinale arrendendosi solo a Djokovic in finale, ha saputo ripetersi nello Slam parigino diventando protagonista eroico del match più intenso e spettacolare del torneo contro Thiem nei quarti, vinto al quinto set dopo cinque ore e 10 (7-6 5-7 6-7 7-6 6-2) prima di arrendersi onorevolmente a Nadal in semifinale.

Le maggiori delusioni tra i giovani hanno riguardato Medvedev, numero quattro del seeding, uscito all’esordio come lo scorso anno, e il tedesco Zverev che dopo la semifinale agli Australian Open e la finale agli Us Open, a Parigi si è fermato negli ottavi per mano del nostro Sinner che lo ha strapazzato al di là di quanto dica il risultato (6-3 6-3 4-6 6-3).

Altri numeri del torneo maschile

2 – I tennisti entrati per la prima volta tra i top ten al termine del torneo: l’argentino Schwartzman al numero 8 e il russo Rublev al numero 10.

3 – Le finali tra Nadal e Djokovic giocate a Parigi, con altrettante vittorie dello spagnolo:

7 – Le vittorie ottenute nell’Era Open al Roland Garros senza perdere un set. Quattro sono di Nadal:

56 – Gli head to head tra Djokovic e Nadal, il bilancio è di 29 a 27 per il tennista serbo.

86 – I tornei vinti da Nadal in carriera. Meglio di lui solo Connors (109), Federer (103) e Lendl (94).

100 – I match vinti da Nadal al Roland Garros a fronte di due sole sconfitte, contro lo svedese Soderling agli ottavi nel 2009 e contro Djokovic nei quarti nel 2015.

1200 – Le partite disputate da Nadal nel circuito maggiore. Bilancio di 999 vittorie e 201 sconfitte con la miglior performance tra i tennisti in attività:

Torneo femminile

L’edizione femminile degli Internazionali di Francia incorona una nuova stella che ha scelto uno dei palcoscenici più prestigiosi in assoluto per alzare il suo primo trofeo, come aveva fatto nel 2017 Jelena Ostapenko. Iga Swiatek, originaria di Varsavia, a 19 anni irrompe, quasi senza preavviso, nel cuore dei polacchi riempendo il vuoto lasciato da Agnieszka Radwanska  cui non era mai riuscita l’impresa di conquistare uno Slam.

La tennista polacca, numero 54 del ranking e non compresa pertanto tra le teste di serie, si è imposta a mani basse, senza perdere un set (l’ultima a riuscirci fu la Henin nel 2007) e concedendo complessivamente soltanto 28 games alle avversarie tra cui la Vondrousova, finalista lo scorso anno, la Halep numero 2 del mondo e la americana Kenin, numero 6. Quest’ultima ha mancato il bis dopo la vittoria ottenuta agli Australian Open ma in compenso è l’unica tennista ad essere riuscita quest’anno a giocare due finali nei tre Slam disputati (Wimbledon è stato cancellato causa pandemia).

Nella storia degli Slam solo sette tenniste hanno vinto il torneo senza essere testa di serie:

In assoluto mai uno Slam in campo femminile aveva dato tanto spazio alle seconde linee, complice forse anche la pressoché totale mancanza di pubblico a causa delle restrizioni imposte causa pandemia (1000 spettatori ammessi al giorno), il che ha favorito un allentamento di tensione delle giocatrici meno abituate a palcoscenici di questo livello, consentendo loro di esprimersi più liberamente.

Sorprendente la prestazione fornita dall’argentina Nadia Podoroska (n.131 del ranking), prima qualificata nella storia del torneo ad approdare in semifinale ,e prima a riuscirci in assoluto in uno Slam dal 1999 quando l’americana Stevenson vi riuscì a Wimbledon (sconfitta dalla connazionale Davenport per 6-1 6-1).

Inoltre, per la prima volta in uno Slam dal 2002, quando furono aumentate da 16 a 32 le teste di serie negli Slam, ben cinque tenniste tra le otto approdate ai quarti di finale non erano comprese tra le teste di serie: oltre alla Swiatek e alla Podoroska sono approdate ai quarti l’americana Danielle Collins (n.57 del ranking), la tedesca Laura Siegemund (n.66) e la nostra Martina Trevisan di cui parleremo diffusamente più avanti.

La vittoria della Swiatek conferma clamorosamente l’equilibrio che da quattro anni ormai caratterizza il settore femminile. Nei 15 Slam che si sono giocati dal 2017 (Wimbledon quest’anno è stato cancellato causa pandemia), ci sono state ben 12 vincitrici diverse. Le uniche che hanno saputo ripetersi sono state Naomi Osaka con tre vittorie e Simona Halep che in questa ultima circostanza, laddove avesse vinto, avrebbe riconquistata la leadership mondiale:

Altri numeri del torneo femminile

2 – Gli argentini contemporaneamente in semifinale: Schwartzman in campo maschile e la Podoroska tra le donne. Una combinazione che non ha precedenti nell’Era Open.

5 – Le tenniste che dal 1980 sono riuscite ad approdare ad una semifinale Slam senza aver mai vinto in precedenza una partita in un Major:

10 – le vincitrici di Slam più giovani della Swiatek quando hanno vinto la prima volta:

17 – Il nuovo best ranking della Swiatek che da questa settimana è la più giovane tennista tra le prime 29 della classifica succedendo alla Anisimova che è scesa al numero 30.

41 anni e 2 mesi – L’età complessiva delle due finaliste. E’ la più bassa in un torneo Slam dal 2008 quando, agli Australian Open, si scontrarono Maria Sharapova e Ana Ivanovic (41 anni in due).

Il torneo degli italiani

L’approdo nei quarti di finale in contemporanea di Jannik Sinner e Martina Trevisan (entrambi alla loro prima partecipazione allo Slam parigino), dopo aver raccolto gli scalpi di due top ten (Zverev e bertens rispettivamente), hanno messo un sigillo indelebile a un edizione storica per i colori azzurri, che ha fatto registrare la migliore performance a livello combined nella storia del torneo in termini di match vinti e giocati; di seguito i dati completi a partire dal 2001:

Il dato riguardante la performance complessiva (58,82% di vittorie ) è inferiore solo a quella del 2013 (60% su un numero inferiore di partite disputate) e precedentemente a quelle del 1978 e 1976 (66,67%).

C’è stata la presenza azzurra nei quarti in entrambi i tornei (con Jannik Sinner e Martina Trevisan) la qual cosa ha un solo precedente risalente al 2011 con Schiavone (che approdò in finale) e Fognini.

Da un punto di vista qualitativo va sottolineato che, delle 20 partite vinte, ben 13 sono state ottenute contro pronostico in base alla classifica (8 in campo maschile e 5  in campo femminile).

Quattro i tennisti azzurri che per effetto dei risultati conseguito nello Slam parigino hanno raggiunto il loro best ranking: Sonego 42 (ex 46) , Sinner 46 (ex 68),Travaglia 70 (ex 73) e fra le donne Trevisan 83 (ex 144)

Altri dati sugli italiani

1 – L’unico precedente in cui l’Italia ha avuto in entrambi i tornei di uno Slam un tennista  nei quarti di finale, risale al Roland Garros del 2011 con Fabio Fognini (che dovette rinunciare alla sfida con Djokovic causa infortunio) e Francesca Schiavone che raggiunse la sua seconda finale dopo quella storica vinta l’anno precedente.

2 – I top ten battuti dagli azzurri: Sinner e Trevisan nei quarti di finale hanno avuto la meglio rispettivamente su Alexander Zverev (n.7) e Kiki Bertens (n.8).

3 – I match degli italiani decisi al quinto set, tutti vinti :

4 – I tennisti azzurri che per effetto dei risultati conseguito nello Slam parigino hanno conseguito il loro best ranking: Sonego 42 (ex 46), Sinner 46 (ex 68), Travaglia 70 (ex 73) e fra le donne Trevisan 83 (ex 144).

10 – Gli italiani ai nastri di partenza nel tabellone maschile. La maggiore presenza nell’Era Open dopo quella registratasi nel 1969 con 12 elementi. Quell’anno Il miglior risultato fu il terzo turno raggiunto da Di Domenico, Mulligan e Marzano.

19 anni e 40 giorni – L’età di di Jannik Sinner all’inizio del torneo. E’ il più giovane italiano di sempre a raggiungere i quarti in uno Slam e il più giovane a Parigi dal 2006 quando vi riuscì Djokovic, che fu costretto al ritiro contro Nadal dopo aver perso i primi due set.

46 – Il nuovo ranking di Sinner, più giovane italiano di sempre a entrare nei top 50. Di seguito l’escalation dell’altoatesino dall’inizio dello scorso anno.

Giancarlo Di Leva

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Giancarlo Di Leva

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