A. Ostapenko b. [2] Ka. Pliskova 6-4 6-2
Si possono dire tante cose di quanto successo nel primo match sul Philippe Chatrier di oggi, ma la verità alla fine è una sola: Aljona Ostapenko ha spazzato via Karolina Pliskova dal Roland Garros. Lo ha fatto in un’ora, con una delle sue prestazioni migliori non solo degli ultimi anni, ma vedendola muoversi lungo il campo c’era la sensazione che si stesse veramente divertendo. Un piccolo tentennamento al servizio quando ha avuto i primi match point, ma è stata bravissima poi sul 40-40 a difendersi dalla risposta della ceca e ribaltare lo scambio, chiudendo poi al terzo match point. Ma in generale è stata una Ostapenko semplicemente bella da vedere, reminiscenze della giocatrice che proprio su questo campo visse la giornata della sua vita nella finale del 2017 contro Simona Halep.
Oggi è stata “in the zone” fin dall’inizio, probabilmente non rendendosi nemmeno conto di come stesse giocando tanto che nell’intervista finale con Fabrice Santoro ha detto: “È stato difficile fin dall’inizio perché lei stava servendo molto bene”. Karolina, nei primi 4 turni di battuta, è stata brekkata 3 volte. Anche per questo, per il modo così scanzonato e quasi spensierato che la lettone oggi ha messo in campo, ancora una volta è sembrata la giocatrice tanto imprevedibile quanto divertente. Ci sono stati momenti duri, giornate delicate, ma anche in questi anni dove è stata spesso criticata c’erano momenti dove valeva veramente la pena vederla. Poche come lei, poche che riescono a vivere partite come fa lei, un “fuori tutto” che lei stessa sta provando a modellare in un tennis di poco margine ma con qualche aggiunta in più da poterla aiutare, e un modo di prendere la partita, come la propria carriera, sempre con leggerezza. Smorfie di fastidio dopo gli errori, reazioni divertite dopo vincenti. Ah, oggi: 27 lei, 9 Pliskova.
Un 6-4 6-2 netto, pulito, liscio. La ceca che come al primo turno contro Mayar Sherif mostrava di fare fatica un po’ in tutto il suo gioco, Ostapenko che era da subito ben presente nel match col vantaggio che per lei tenere o meno la battuta non è più un vero patema sapendo dell’enorme capacità che ha di strappare il servizio quando in risposta. Così si è creata da subito una situazione anomala: lei è stata la prima a mettere a segno un ace, la ceca la prima a fare un doppio fallo; lei è stata la prima a tenere la battuta, lei ha strappato la battuta 5 volte sui 9 turni di battuta della sua avversaria. Vincenti, vincenti, e altri vincenti. Oltre a questo, qualche buona soluzione per spezzare il ritmo, o meglio complicare ancora di più la situazione a Pliskova che non entrava in partita. Non si scambiava, ed era prevedibile, ma che Ostapenko cercasse schemi come risposte in chop per chiamare l’avversaria a rete e provare passanti complicati, già molto meno. E li faceva, e probabilmente li sbagliava, ma si girava verso il suo angolo e rideva.
Ha vissuto una giornata praticamente perfetta e non può che esserne soddisfatta, dimostrandosi ancora una volta avversaria pericolosa per la ceca: questa è la terza vittoria su 6 confronti, con diverse partite finite in volata al terzo set. Ha tanto da sorridere oggi, cercando di rimettere in campo questo spirito il più possibile già dal prossimo turno contro Sloane Stephens o Paula Badosa.
Altri risultati
Sofia Kenin ancora promossa ma con l’asterisco. Come avvenuto nel match di primo turno contro Liudmila Samsonova, la campionessa dell’Australian Open riesce a emergere dalla sfida contro Ana Bogdan con una buona accelerazione tra metà del secondo e la prima parte del terzo set ma nel complesso ci sono ancora diversi punti del suo gioco che devono crescere in vista di sfide ben più probanti di quella a una rumena comunque brava a impostare la partita mettendo in difficoltà la numero 5 del mondo e dandosi chance fino alla fine di tornare sotto nel punteggio e aumentare i pensieri nella testa dell’avversaria.
È finita 3-6 6-3 6-2 con Kenin che sembra patire abbastanza il campo molto pesante che c’è quest anno e gli spostamenti non sono troppo fluidi, in più i suoi colpi sembrano ancora molto contratti e quando sotto pressione tende o a liberarsi del punto o a giocare troppo spesso al centro. Per un set e mezzo è stata molto in difficoltà, poi l’allungo dal 3-2 del secondo parziale le ha dato modo di trovare un po’ di fiducia e tranquillità fino al doppio break di vantaggio nel terzo. Qui, dal 4-1 e servizio, ci sono stati probabilmente un po’ troppi patemi. È tornata ad accelerare e non darsi troppo margine, giocare fin troppo in sicurezza quando sotto pressione e perdere campo. Sul 5-1 non concretizzava lo 0-40 in risposta e Bogdan risaliva fino al 2-5. Dopo un cambio campo fatto di enormi pensieri ha cominciato a battagliare con la sensazione di essere 5-5 al terzo, e la tensione saliva. La rumena ha avuto in tutto tre palle del nuovo break in suo favore, Kenin molto frustrata scuoteva le braccia dopo ogni punto, vinto o perso. È riuscita a evitare un ulteriore avvicinamento e sul match point ha trovato la riga con uno schiaffo di dritto.
C’è la vittoria, c’è la voglia di lottare. Per il gioco, inteso come livello medio sulla lunga distanza, c’è ancora un po’ da attendere. Al prossimo turno avrà o Irina Bara, altra rumena e debuttante assoluta in un Major, o Alison Van Uytvanck.
Molto bene invece Aryna Sabalenka, che per la prima volta in carriera arriva al terzo turno del Roland Garros vincendo una partita per lei per nulla banale contro Daria Kasatkina. La russa infatti ha mostrato di essersi ripresa dal grande spavento di Roma ed è riuscita a mettere in campo la sua grande qualità nel gioco sulla terra rossa, creando diversi fastidi alla numero 5 del seeding che aveva anche perso l’ultimo confronto diretto giocato, sul cemento di Pechino un anno fa. Kasatkina ha fatto un primo set molto importante, al di là dei quattro break subiti e della non chiusura sul 6-5 e servizio, ma quel colpo contro la forza di Aryna è destinato ad andare in difficoltà. Per lei sarebbe stato probabilmente meglio trovarsi 6-5 in risposta, perché se è capace di cominciare lo scambio le possibilità dell’avversaria diminuiscono sensibilmente.
Il tennis è anche questo, come ha dimostrato tante volte anche la nostra Sara Errani che sulla terra battuta alzava il rendimento in termini assoluti riuscendo a compiere grandi imprese contro avversarie più potenti e molto temibili. Kasatkina si muoveva benissimo lungo il campo, mentre Sabalenka in confronto faceva tanta fatica (pur essendo migliorata rispetto agli inizi) e alla russa bastava poco per intrappolare la bielorussa nei suoi scambi con tanti effetti e difese per cercare di mandarla fuori posizione. Nel tie-break del primo set ha anche avuto la chance, perché dal 3-5 ha giocato benissimo le sue carte e un rovescio vincente in lungolinea per il 5-5 seguito da un tocco delicato a rete che ha trovato impreparata l’avversaria l’ha portata a set point. Sul 5-6, Aryna è stata però bravissima a riprovare una palla corta (stavolta già più calibrata) e fare un passo in avanti per reagire al tocco avversario, superando Kasatkina con un lob al millimetro. Una seconda pesante sul 6-6 e un rovescio strettissimo in risposta le hanno dato un sofferto ma importante primo set, completando poi l’opera con un 6-0 nel secondo parziale.
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