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Roland Garros: Kenin, prova di forza conto Kvitova. In finale sfiderà Swiatek

[4] S. Kenin b. [7] P. Kvitova 6-4 7-5

Dunque è realtà: il Roland Garros 2020 sarà il settimo degli ultimi otto Slam femminili vinto da una giocatrice di 23 anni o più giovane perché Sofia Kenin, che tra un mese spegnerà 22 candeline, ha colto la sua seconda finale in un Major nel 2020 con il successo per 6-4 7-5 ai danni di Petra Kvitova e affronterà sabato nell’ultimo atto la travolgente Iga Swiatek di questo torneo con la polacca che lo scorso 31 maggio ha compiuto 19 anni. Soprattutto, però, abbiamo visto in campo una Kenin convincente, molto, soprattutto confrontato questa partita contro la ceca con quelle precedenti.

È cambiato tanto rispetto anche solo a ieri e ai tre set contro Danielle Collins, ma potremmo anche dire a tre settimane fa quando subì un 6-0 6-0 contro Victoria Azarenka a Roma. Sembra strano, forse, ma è più l’anomalia di una serata, quella romana, che vedeva una bielorussa scatenata con ancora il “ritmo” nelle gambe delle settimane perfette in Nordamerica contro una statunitense che non vedeva il rosso da un anno e mezzo e ha mollato, quello sì, troppo presto. Perché lei stessa è una che non molla un centimetro, una giocatrice che tiene altissima la pressione ed è capace di farti dannare in campo. Una serata no, quella, pagata carissimo perché mai aveva perso così nettamente.

Anche qui a Parigi ha impiegato tanto per trovare una buona condizione e un buon livello di gioco. Per quanto si vedeva nei primi turni era difficile immaginarla così avanti, ma il tabellone attorno a lei l’ha probabilmente aiutata a crescere partita dopo partita fino al match di oggi dove ha saputo alternare molto bene fase di contenimento e contrattacco, dove copriva il campo e cercava spesso di fornire una palla in più a Kvitova, contando sul suo rovescio che stilisticamente è un colpo perfetto da vedere eseguito con la palla che esce molto tesa dalle corde pur senza avere potenza impressa, il timing e l’impatto però sono tali che quella palla sembra una scheggia telecomandata.

Kvitova ha dei rimpianti, però, perché sono stati tanti gli errori concessi lungo il corso del match. Sembrava spenta fino al 4-1 e doppio break di ritardo nel primo set, poi ha cominciato a macinare gioco ma nei momenti decisivi il dritto spesso la tradiva. Aveva cancellato un set point sul 4-5, ma ha atteso troppo il dritto a metà campo successivo colpendo male e spedendolo in corridoio. Kenin, oltretutto, non ha mai perso in carriera in un torneo Slam dopo aver vinto il primo set e con oggi è arrivata a 17 successi su altrettante partite. Lì è tutta testa, la sua, che già a Melbourne vedevamo essere probabilmente il vero simbolo quando vinse quello Slam rientrando da 2-2 0-40 nel terzo set della finale contro Garbine Muguruza facendo 5 vincenti nei successivi 5 punti (e di cui ancora oggi su YouTube trovate video solo di quel game, tanto fu impressionante, con Kenin che ribaltò come un calzino la finale quando era maggiormente in difficoltà e con tutto lo stadio a tifare per la spagnola).

Nel secondo parziale c’è stata una fase di stallo fin quando sul 2-2 Kenin non operava un nuovo break e salvava, poi, 4 chance dell’immediato controbreak. Arrivata al servizio per il match scivolava indietro 0-40 e perdeva la battuta, ma subito impostava gli scambi sul rovescio per risalire a due palle break e colpire sulla seconda. Per la seconda volta al servizio per il match ha subito nuovamente il rientro dell’avversaria, ormai in modalità “fuori tutto”, ma che mancava la chance di 6-6 con l’ennesimo dritto sbagliato da posizione favorevole. Alla fine, ha potuto festeggiare. È un anno particolare, però lei è alla terza finale del suo 2020 ed è la seconda in uno Slam, la prima a giocarne due nello stesso anno da Angelique Kerber nel 2016. Finisse la stagione con la classifica Race, sarebbe probabilmente vicina al primo posto.

Diego Barbiani

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