Il tennis riesce ancora a emozionare con storie di una umanità sconfinata. Momenti bellissimi, carichi di significati e sensazioni che non possono non lasciare un sorriso in volto. E questa volta il momento è molto forte, perché oggi 2 ottobre è il giorno in cui Jana Novotna, indimenticata campionessa della Repubblica Ceca, avrebbe compiuto 52 anni e in questo stesso giorno Barbora Krejcikova le ha fatto simbolicamente un regalo immenso approdando al quarto turno del Roland Garros e conquistando ufficialmente l’accesso alla top-100 per la prima volta in carriera.
Krejcikova aveva 19 anni quando, nel 2014, si rivolse a Novotna per chiederle un aiuto. Lei è un’ottima doppista, ha raggiunto la vetta del ranking mondiale, ha vinto diversi titoli Slam, e per approcciare il mondo da professionista dopo aver lasciato gli juniores pensò di rivolgersi a Jana, che viveva a un quarto d’ora da casa sua. “Mi sono presentata con una lettera in mano e i miei genitori al seguito – raccontava in un’intervista al New York Times – lei non sapeva chi fossi, le ho detto che avevo appena 18 anni e volevo provare a trovare una mia strada tra i professionisti e che forse avrebbe potuto darmi una mano per capire come lavorare”.
Dopo qualche allenamento assieme, Jana decise di seguirla come allenatrice a tempo pieno. Krejcikova non se l’aspettava, ma Novotna le rimase accanto ogni giorno anche se i risultati veri non c’erano. Si avvicinava alla top-100, ma mancava il passo ulteriore. Rennae Stubbs disse: “Non voleva a tutti i costi creare una numero 1 del mondo, ma il suo affetto e il suo aiuto per quella ragazza erano sinceri e puri. Voleva farla migliorare e trasmetterle quello che poteva”. Krejcikova e Novotna si sono separate a fine 2016 quando le condizioni di Jana peggiorarono a causa del cancro che la colpì e a fine 2017 la portò via, lasciando un vuoto enorme. Barbora, vinto il titolo in doppio a Parigi 2018, scoppiò in lacrime dedicando il titolo alla sua allenatrice: “Le voglio bene. L’ultima cosa che mi disse fu ‘vai e vinci un titolo Slam'”. Arrivò poco dopo anche il titolo in doppio a Wimbledon, nel ventennale dal titolo in singolare di Jana, e due titoli consecutivi in doppio misto all’Australian Open, la prima a riuscirci proprio da Novotna. Lo scorso gennaio, Krejcikova dichiarava in conferenza stampa: “Per me è ancora molto difficile parlare di lei, era una persona che sentivo molto vicina. Lei era la mia eroina, la mia allenatrice, la mia mentore. Semplicemente amo pensare a lei ogni volta che posso, sono ancora molto triste per quanto successo”.
Krejcikova ha avuto modo di passare con Novotna molto tempo anche dopo aver scoperto della malattia, l’ha descritta come un’esperienza estremamente profonda e oggi un nuovo tassello della sua storia sportiva e personale torna a collegarsi con Jana: “A dir la verità è stato tutto molto più difficile. Avevo parlato con una mia amica, una ex tennista, e lei conosceva Jana molto bene. Mi ha detto: “È il tuo momento, vai e gioca anche per lei”. Le ho detto che non potevo, perché mi sarei emozionata troppo e non mi avrebbe aiutato. Cercherò solo di andare in campo e giocare senza troppi pensieri, sapevo che se anche avessi perso sarebbe stata molto orgogliosa di me. Alla fine ho vinto, è stato tutto molto emozionante e sono felicissima di poterle dedicare questo risultato”.
Krejcikova scenderà in campo domenica contro Nadia Podoroska, qualificata, anche lei destinata a entrare in top-100 dopo questo torneo, per un posto nei quarti di finale del Roland Garros. Intanto, però, questo piccolo momento è l’ideale per ricordare una storia di grande umanità.
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