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US Open: Gracheva rimonta Mladenovic da 6-1 5-1. La francese manca 4 match point

Incredibile. Pazzesco. Varvara Gracheva ha compiuto una rimonta che almeno a livello Slam non si vedeva da tanto tempo. Non è la prima volta, in generale, che capita di vedere punteggi così rocamboleschi e ribaltamenti così imprevedibili, ma ancora è difficile da spiegare come Kristina Mladenovic si sia bloccata a un passo dal traguardo.

La francese guidava il suo match di secondo turno, allo US Open, con un 6-1 5-1 e servizio che sembrava darle un terzo turno Slam che con le difficoltà degli ultimi tempi poteva essere preso con buona soddisfazione. Soprattutto dopo che gli ultimi giorni per lei sono stati così burrascosi da vederla isolata da tutto il resto del gruppo a causa del contatto ravvicinato con Benoit Paire.

Se per sua stessa ammissione l’esordio è stato molto difficile per tutta una serie di motivi legati all’essere nella bolla della bolla, quanto accaduto oggi rappresenta qualcosa che lascerà un segno ancor più duro. Al servizio per la prima volta per il match si è vista brekkare, ma sul 5-2, in risposta, è stata in grado di salire fino allo 0-40. Di quei tre match point, Gracheva non gliene ha fatto giocare neppure uno. Smash sul primo, gran dritto in corsa sul secondo e rovescio in uscita dal servizio per risalire 40-40. Sul quarto, poco dopo, la russa ha servito molto profondo e la francese non ha contenuto la risposta.

Così, 5-3. Un attimo dopo, sintomo che qualcosa nella sua testa si era bloccato, Mladenovic ha giocato due brutte palle corte consecutive che hanno dato il secondo controbreak all’avversaria, ormai di nuovo pienamente in partita. Nella partita ora divenuta un testa a testa, Gracheva è emersa vincitrice del tie-break prima di completare l’opera addirittura con un 6-0 mentre la francese, al di là della rete, aveva la faccia e l’atteggiamento di chi era entrata in confusione totale e dopo un po’ aveva mollato la presa.

Da 6-1 5-1 e servizio per una giocatrice a 1-6 7-6(1) 6-0 per l’altra. Il commento banale, ma sempre efficace, lo affidiamo a Brad Gilbert: non è finita finché l’arbitro non dice “game, set and match”.

Diego Barbiani

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