C. Ruud b. [4] M. Berrettini 4-6 6-3 7-6(5)
Fuori anche l’ultimo italiano in una settimana che verrà ricordata per gli exploit di Sinner e Musetti, capaci di superare uno dietro l’altro gente come Tsitsipas, Wawrinka e Nishikori. È mancata la ciliegina nella torta, perché Matteo Berrettini aveva una grossa occasione per arrivare in semifinale, tredici anni dopo Volandri, capace addirittura di battere Federer. Non si può certo dire che il percorso del nostro top10 fosse più accidentato di quello di “Filo”, visto che Struff, Coria e Travaglia non sono proprio nel gotha del nostro sport, ma ciononostante è bastato un solido Ruud per privarci dell’attesa semifinale contro Djokovic.
Berrettini era partito bene, strappando subito la battuta al norvegese, superato in tre set poco più di un paio di settimane fa a New York, ma che non sarebbe stato tutto semplice si è capito subito, perché Ruud ha avuto immediatamente la possibilità di recuperare lo svantaggio, grazie ad un dritto sparacchiato in mezzo alla rete da Matteo. Recuperata con l’aiuto di una buona prima che gli ha permesso di tenere in mano lo scambio, la palla break, il romano è riuscito a condurre una partita in testa, anche se altri problemi sono arrivati nel sesto game e, dopo aver avuto il set point in risposta, gentilmente concesso da un doppio fallo e sciupato con un rovescio lungolinea che avrebbe meritato di più, al momento di chiudere. Nel decimo game infatti Berrettini doveva fronteggiare una terza palla break, questione risolta col classico servizio-dritto prima di chiudere il set.
Nel secondo set però Berrettini andava subito sotto e quel che è peggio non riusciva sostanzialmente a impensierire il norvegese nel game di risposta. Ruud così poteva chiudere addirittura col doppio break, ma Berrettini riusciva quanto meno a salvare il servizio, così da poter iniziare con la battuta il terzo set. La cosa non gli serviva a nulla perché Ruud brekkava subito e rintuzzava un primo tentativo di rientrare nel set di Berrettini. La partita sembrava saldamente nelle mani del norvegese a questo punto ma sul 2-3 Berrettini giocava un game di grande generosità in risposta e con l’aiuto di un paio di sconcezze di Ruud rientrava sul 3-3. Fino al tiebreak decisivo non succedeva più niente e Berrettini sembrava potesse portare a casa il match perché per due volte riusciva ad andare avant di un minibreak e la seconda volta arrivava anche a 5-3 e servizio. Qui un po’ si distraeva tirando largo un dritto tutto sommato semplice, un po’ era sfortunato con le prime di Ruud che atterravano e schizzavano sulla linea del servizio o nelle immediate vicinanze. Purtroppo sul 5-6 Ruud riusciva ad entrare nello scambio e Berrettini cedeva punto e partita.
Peccato dunque, ma non si può dire che il risultato sia sorprendente. Berrettini sulla terra farà sempre molta fatica, nonostate anche sul rosso abbia ottenuto dei buoni risultati, anche se vanno un po’ considerati i rivali. Troppo macchinosi i movimenti, servizio e dritto risolvono meno, anche se i difetti dalla parte del rovescio sono più arginabili. Insomma alla fine un quarto di finale di un “1000” va bene.
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