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Il caso Edberg-Richard Wertheim 37 anni fa, quando una pallata può anche uccidere

Chi è stato colpito all’improvviso da una pallina da tennis sa benissimo che può far male, anche parecchio, soprattutto se l’oggetto viaggia ad una velocità sostenuta. C’è addirittura chi ne è rimasto, indirettamente, vittima: il caso, che forse qualche appassionato ricorderà, è quello di Richard “Dick” Wertheim, giudice di linea statunitense, deceduto dopo essere stato inavvertitamente colpito da un servizio di Stefan Edberg.

Ma andiamo con ordine. Era il 10 settembre del 1983 quando l’allora 17enne campione svedese stava affrontando Simon Youl per la finale junior degli US Open. Nel corso del match un servizio di Edberg colpì direttamente all’inguine il povero Wertheim, in quel momento posizionato a monitorare la linea di battuta centrale. A quel tempo i giudici a fondo campo erano ancora posizionati sulle sedie. Il giudice di linea, sbilanciatosi nel tentativo di schivare il colpo, cadde all’indietro andando a sbattere la testa sulla superficie di cemento e procurandosi un’emorragia cerebrale.

Wertheim, che perse subito conoscenza, venne immediatamente soccorso in campo e trasportato d’urgenza al Flushing Hospital and Medical Center. Purtroppo l’uomo aveva un pregresso di malattie cardiovascolari croniche, avendo avuto un attacco di cuore e ictus all’età di 40 anni. Fattori determinanti per il decorso post incidente: infatti, nonostante i tempestivi soccorsi e le cure, Dick (61 anni) morì il 15 settembre.

Diciamolo subito a scanso di equivoci, ovviamente questo episodio non è minimamente paragonabile alla vicenda che ha portato alla squalifica di Novak Djokovic. Qui si parla di un episodio accaduto a gioco fermo, dove la giudice di linea, sorpresa dall’impatto, è rimasta a terra pochi minuti salvo riprendersi poco dopo e uscire dal campo con le sue gambe. 37 anni fa invece l’impatto si verificò come conseguenza di gioco (quante volte abbiamo visto un giudice di linea centrato da una pallina in seguito ad un servizio). Inoltre, come anche rilevato dalla Corte Suprema di New York nella causa intentata dalla famiglia contro la USTA, “l’impatto della palla da tennis non era stata la causa prossima della sua morte” ma l’innesco di una serie di sfortunate coincidenze che hanno portato al decesso di Wertheim.

Valeva la pena però ricordare gli eventi del 1983 per sottolineare, ancora una volta, che una pallata, soprattutto se colti di sorpresa in punti vitali (come l’inguine o, nel caso di Djokovic, la gola), può provocare reazioni inconsulte e conseguenze anche gravi. Senza che il malcapitato venga incolpato di aver esagerato nella reazione o addirittura additato come candidato al premio Oscar, come è accaduto, purtroppo, nei confronti della giudice di linea colpita da Djokovic, da taluni tacciata di aver inscenato una recita con l’intento di provocare la squalifica del numero 1 del mondo. Vaneggiamenti messi a tacere da Nole in primis.

Redazione

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