Alla fine questo misterioso US Open in qualche modo è cominciato. Alle 11 locali sono scesi in campo in 24, tra donne e uomini e alla fine sempre di tennis si tratta.
La sorpresa è arrivata da Diego Schwartzman che contro Cameron Norrie sembrava in pieno controllo, dopo aver vinto i primi due set. Invece l’argentino è improvvisamente crollato, cedendo in 75 minuti il vantaggio accumulato. Quinto set lottatissimo, e incredibile vittoria che alla fine ha vinto del britannico, che per tre volte è stato indietro di un break, ha salvato un match point sul 3-5, un altro in risposta sul 4-5 e ha finito col vincere addirittura prima del tiebreak, al suo terzo match point.
Un rullo compressore, come prevedibile, Stefanos Tsitsipas, che annichilisce Ramos Vinolas in straight sets. Il greco, mai in difficoltà, domina in lungo e in largo in una partita senza note rilevanti o plot twist e si impone per 6-2, 6-1, 6-1
L’Arthur Ashe apre le porte a Sascha Zverev e Kevin Anderson in questo atipico US Open 2020. Il primo reduce da una brutta sconfitta contro Andy Murray, il secondo da un netto ko per mano di Tsitsipas. Come prevedibile, si assiste ad un match prevalentemente bloccato, in cui gli episodi la fanno da padrone. Pochissimi scambi per volontà di entrambi, più orientati verso la chiusura del punto rapido, o direttamente col servizio o in derivazione da esso. A stappare la partita è proprio il giovane tedesco nel quinto gioco, stampando quattro punti di fila dal 30-0 Anderson; nel game successivo un brutto dritto lo porta faccia a faccia con una palla break, sventata grazie al servizio. Tuttavia, nel momento topico del set, quando sta servendo per portarlo in cascina, Zverev pianta una dormita delle sue e permette ad Anderson di rientrare, trascinando la resa dei conti al tiebreak. Qui di nuovo subito Sascha a strappare e stavolta è più che sufficiente: sette punti a due, un set a zero.
Molto più equilibrato il secondo parziale invece. Zverev sembra avere il vento a favore, porta il sudafricano ai vantaggi senza mai però arrivare a break point. Dopo di allora, in un copione tattico che non è variato, sarà la regola dei servizi a dominare il terreno di gioco, fino all’undicesimo game. Stavolta è il finalista 2017 a risalire da 30-0 in risposta, centrando il break e non fallendo la chance di pareggiare i conti.
Rischia grosso Zverev ad inizio terzo, sventando un paio di delicatissimi break point, salvo poi strappare e colonizzare la manche. A specchio del secondo, l’andamento del quarto è barricato. Entrambi tengono duro sul proprio servizio, di fatto concedendo pochissimo in risposta. Proprio come nel secondo, ma a ruoli invertiti, nell’undicesimo gioco Zverev brekka ancora e sigilla il match.
(in aggiornamento)
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