La notizia è riportata dal New York Times in esclusiva e racconta di qualcosa che nei corridoi del tennis maschile rumoreggiava ormai da molto tempo. I tennisti, e non hanno mai nascosto la loro opinione, non sono molto contenti delle condizioni e del loro potere di parola all’interno dell’ATP.
Già all’Australian Open 2019 Novak Djokovic voleva incaricarsi di creare una nuova associazione che rappresentasse in maniera più “congrua” i tennisti, desse maggiore facoltà di opinione e giudizio e ripartisse meglio la fetta di soldi che ogni torneo offre tra sponsor, montepremi e attività collaterali.
Adesso, a quanto pare, siamo a un punto di svolta. Novak Djokovic, John Isner e Vasek Pospisil hanno dato le loro dimissioni dal consiglio dei giocatori ATP e hanno creato la PTPA, acronimo che in inglese vuole dire: Professional Tennis Player Association. Il senso di frustrazione per il mancato livellamento tra giocatori e membri dell’organizzazione è il punto generico, ma non dimentichiamo che nella testa del serbo e in quella dei nordamericani fino a un anno fa c’era la volontà di porre Justin Gimelstob a capo dell’ATP dopo che avevano defenestrato Chris Kermode. Gimelstob, coinvolto nel processo dopo aver aggredito una persona nella notte di Halloween del 2018, venne messo da parte in favore di Andrea Gaudenzi, divenuto CEO ATP a inizio novembre 2019 e che in questi mesi non sembra aver attirato particolari simpatie dei giocatori con già Gilles Simon che durante le qualificazioni del Western & Southern Open twittava sarcasticamente: “Le vacanze sono finite, caro Andrea, sarebbe un piacere vederti qui a New York”.
La PTPA intende rappresentare tutti i giocatori nella top-500 e i doppisti nei primi 200 del mondo. Non è chiaro però quale sia il reale obiettivo nel lungo periodo, anche se sembra il punto di partenza per arrivare a quella unione di giocatori che tanto chiedono da diverso tempo. Non sembra, dalle prime parole, una volontà di scindere dall’ATP come organizzazione sportiva anche se Gaudenzi è molto contrariato e già ieri aveva mandato una lettera a stampa e giocatori dicendo che chiunque fosse dentro questo movimento e avesse al tempo stesso un ruolo nel consiglio giocatori ATP doveva immediatamente desistere. Più tardi, a notizia uscita, il dirigente italiano ha dichiarato che questa la vede come una minaccia alla stessa ATP e che mette a rischio gli stessi giocatori che si sono staccati perché rischiano di perdere il potere che hanno acquisito fin qui come membri di un’associazione che privilegia per prima cosa la loro posizione: “Voi avete quello per cui gli altri sport bramano da tempo – un posto di valore nel tavolo dei consigli. Questo è quanto per cui i giocatori hanno lottato nella creazione della ATP. Non c’è alcun senso ora nel cambiare ruolo da dentro a fuori questa struttura”.
Il comunicato di Djokovic e soci dice: “Non vogliamo andare contro l’ATP, ma creare per i giocatori giocatori un corpo di governance che è indipendente dall’ATP e direttamente a disposizione dei giocatori per bisogni e richieste”.
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