E’ sempre lui. Non riesce a perdere nemmeno in una giornata a dir poco frenetica per lui. Il numero 1 al mondo Novak Djokovic, ancora imbattuto nel 2020, ha vinto il Cincinnati Masters 1000 per la seconda volta nella sua carriera, battendo il canadese Milos Raonic 1-6, 6-3, 6-4 nella finale di sabato a New York dove si trovava il torneo.
Il serbo, più che mai il grande favorito degli US Open che inizieranno lunedì a Flushing Meadows, si unisce a Rafael Nadal come detentore del record per numero di vittorie al Masters 1000 con 35 titoli.
E’ stata una passeggiata? Assolutamente no, e ci si potrebbe scrivere una biografia sulla carriera di Raonic su questa partita. Onore a Nole, ci mancherebbe altro (tra l’altro alle prese con disturbi al collo e da una maratona di 3 ore solo 24 ore prima), ma il canadese si è sciolto come neve al sole almeno un paio di volte. Nel terzo set era andato avanti 2-0 e servizio, ma niente da fare. Dopotutto, se gli head to head segnano 11 a zero per Djokovic, un motivo ci sarà mai.
Probabilmente tutto il pandemonio scatenato oggi dal serbo, da Isner e da Pospisil con i loro propositi di scissione, serve solo da carburante alla smisurata ambizione del serbo, che vuole non solo comandare in campo, ma anche fuori.
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