«Se l’operazione e la riabilitazione riusciranno a rimettere a posto il ginocchio di Federer non mi sorprenderebbe vederlo tornare a vincere nel 2021, quando compirà 40 anni».
L’ex campione Nicola Pietrangeli, 86 anni, oggi ambasciatore del tennis italiano, chiarisce che l’età rappresenta un problema secondario per il numero 4 del ranking Atp, che oggi ha annunciato via social un nuovo intervento al ginocchio destro, già operato lo scorso febbraio, e il suo relativo ritorno in campo all’inizio della stagione 2021.
«Il suo talento, in tutti gli anni passati sul campo, gli ha permesso di correre e affaticarsi molto meno degli altri, quando finisce un match raramente è sudato, tennisticamente è molto più giovane quindi della sua età anagrafica». Più che per la seconda artroscopia al ginocchio destro, a quattro anni dall’intervento al menisco del sinistro, Pietrangeli invita a sorprendersi del fatto che, in un mondo dove (stop forzati per il coronavirus a parte) si gioca a ciclo continuo e gli infortuni sono all’ordine del giorno, «Federer sia andato in sala operatoria soltanto per le ginocchia».
Resta però, fa notare, il punto interrogativo sull’esito della nuova operazione: «Se quando tornerà in campo non sarà in grado di correre e giocare come prima, è probabile che si ritirerà – analizza – perché tocco ed esperienza non basteranno, probabilmente comincerà a perdere parecchio e chi lo batterà dirà di aver sconfitto il campione» e non «Federer con un ginocchio dolorante». Pietrangeli si ritirò, rievoca, proprio a 40 anni, quelli che Federer compirà l’8 agosto 2021, nell’anno del rientro annunciato.
«Non avevo alcun problema fisico, ma perdevo troppo – racconta – allora ci si usurava meno, prima eri un talento e poi diventavi un atleta, oggi se non sei un atleta neanche ti fanno entrare in campo». Se fosse nei panni del campione svizzero, chiarisce, darebbe oggi l’addio al tennis, senza aspettare l’esito della nuova riabilitazione e il responso dei prossimi tornei. «Uscirebbe a testa alta, da numero quattro del mondo, non è da tutti – chiarisce – e non capisco cosa altro debba dimostrare ancora: è quello che ha vinto di più, ha guadagnato tantissimo, forse è tempo che smetta».
Il mondo del tennis senza Federer non sarebbe più triste e monotono? «Ma è un percorso inevitabile e non soltanto per lui, anche Nadal e Djokovic, che escono stravolti da ogni partita, tra non molto dovranno cominciare a pensare al ritiro – chiarisce – se non potrò più vedere Roger in campo mi dispiacerà, ma non è che stanotte sarò insonne per la sua artroscopia, mi fanno molta più pena le vittime del coronavirus».
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