Chi si ricorda di Peter Lundgren? Gli appassionati di tennis sicuramente, visto che, nonostante il suo aspetto non proprio gentile, è stato senza dubbio uno dei migliori allenatori dei primi anni 2000.
Due nomi? Roger Federer sotto la sua guida vinse il primo slam in carriera, Wimbledon del 2003. Un altro fuoriclasse e cavallo pazzo, Marat Safin, conquistò l’Australian Open 2005, battendo proprio Federer in una delle più belle partite degli ultimi 20 anni.
A 17 anni di distanza Lundgren è tornato a parlare di quei momenti, nei quali non sempre è risultato facile lavorare con Roger.
«Federer era un giovane molto talentuoso, ma alle volte pigro e con problemi di concentrazione. Le cose sono cambiate rapidamente soprattutto perché ha sempre voluto essere il migliore e mi accorsi che aveva le potenzialità per esserlo. Per quanto fosse difficile allenarlo, aveva un gran cuore ed era un bravo ragazzo. È cresciuto rapidamente fino a diventare l’ambasciatore del tennis che è oggi e sono orgoglioso di tutto quello che ha raggiunto. È difficile dire come si costruisce effettivamente un grande giocatore. Ognuno ha un proprio percorso e un proprio tempo per la maturazione».
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