Con la cancellazione dell’edizione 2020 di Wimbledon il tennis ha subìto un altro, durissimo, colpo. La decisione era nell’aria, ma solo ieri è arrivata la conferma dell’inevitabile stop ai Championships a causa della pandemia di Covid-19 che sta flagellando il mondo.
Ma se dopo gli annullamenti di Indian Wells e Miami, dopo l’annuncio della sospensione della stagione sulla terra, tutti hanno convenuto come il doversi fermare fosse un dovere morale nei confronti di chi sta combattendo in prima linea, senza, più o meno, batter ciglio, ben diversa è stata ieri la reazione dei tennisti: totale, istintiva e massiccia, tra la rassegnazione e lo sconforto, benché ognuno consapevole che la salute e la sicurezza vengono al primo posto. A chi ha fatto loro notare la disparità di trattamento, ha risposto in maniera esaustiva ed esplicativa Donna Vekic: “Perché è WIMBLEDON!!!”.
Il torneo più antico del mondo, il tennis per antonomasia, una competizione non paragonabile a nessun’altra, la tradizione di questo sport. E la sua cancellazione, che lo si voglia o no, è un evento storico. Un fatto mai accaduto, eccezion fatta per le due guerre Mondiali, e questo fa ben capire la portata della vicenda, quanto mai assimilabile ad una guerra, contro un nemico però invisibile.
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