E. Rybakina b. [2] Ka. Pliskova 7-6(1) 6-3
Altro giorno, altra vittoria. Elena Rybakina continua a macinare risultati e bei piazzamenti in un 2020 che la sta cominciando a rivelare sempre più agli appassionati e a Dubai sta compiendo il primo percorso veramente di alto livello. La semifinale è giunta grazie a vittorie contro due top-5: Sofia Kenin, all’esordio, e oggi Karolina Pliskova. La prova della statunitense, martedì scorso, viene anche in qualche modo rivalutata per il fatto di aver spinto la kazaka fino al terzo set e aver avuto chance di riprendere il match anche nell’ultimo game. Perse e ci furono malumori anche da parte sua perché adesso da campionessa Slam le cose sono destinate a cambiare, ma a conti fatti fu messa al tappeto da una delle più in forma in assoluto della stagione femminile.
Rybakina, numero 19 del mondo, ha raggiunto oggi la quarta semifinale in cinque tornei WTA disputati nel 2020, raggiungendo sempre la finale nelle precedenti occasioni. Oggi ha battuto 7-6(1) 6-3 Karolina Pliskova, numero 2 del seeding, uscita dal campo dopo aver subito una stesa mentale non indifferente anche se ai microfoni con la stampa ha detto una cosa sostanzialmente vera: non si è sentita di aver fatto qualcosa di male. Ha avuto 10 palle break, ne ha sfruttata una sola: è forse il dato più negativo della sua partita, dove però la ragazzina classe 1999 ha giocato spesso senza paura, portando la numero 3 del mondo sulla difensiva e prendendosi il punto con sicurezza.
Nel primo set Rybakina ha fatto vedere le cose migliori, anche se era la ceca a prendere il vantaggio al primo momento delicato dell’avversaria. La kazaka era scivolata sotto 15-40 sul 2-3, per risalire poi di autorità col servizio e la precisione dei colpi da fondocampo, ma dalla palla del 3-3 si è un po’ smarrita e Pliskova, giocando anche su questo fattore con colpi molto angolati e privi di forza, ha preso il break. In un attimo, Rybakina era già sul 15-40. Una risposta vincente in lungolinea, un rovescio che ha lasciato ferma l’avversaria. 3-4, 4-4 e palla per andare addirittura a servire per il primo set. Si è incartata su quel 30-40 nel nono game, perché dopo aver risposto bene a una prima centrale e profonda ha poi lasciato andare un rovescio incrociato colpito male. Eppure, come le diceva anche Stefano Vukov, stava andando veramente molto bene. Pressione continua in risposta, e al di là di quello scivolone al servizio stava imponendo grande solidità all’avversaria che non aveva modo di entrare se non approfittando di colpi non molto sicuri della kazaka.
Il grande merito di Rybakina per gestire con quell’autorità il primo set è stato, soprattutto, nel costringere Pliskova a dover fare spesso dei passi indietro rispetto alla linea di fondo. Raramente la ceca metteva i piedi in campo, e veniva sorpresa dalla grande profondità dell’avversaria che la portava spesso fuori posizione. C’erano pochissime chance per lei, che si manteneva avanti nel punteggio eppure faceva da spettatrice non pagante a una grande prova dell’avversaria alla battuta: Rybakina ha servito cinque dei suoi 11 ace totali tra il 4-5 e il 5-6. Addirittura tre di questi nel dodicesimo game, chiuso a zero, prima di prendere il largo in un tie-break perfetto, aperto con un bellissimo punto in cui ha aperto il campo prima a destra e poi a sinistra, colpendo infine col rovescio lungolinea nello spazio dove la ceca non poteva più arrivare. Sul 6-0 ha concesso il primo punto, chiudendo comunque al secondo set point. Contro la miglior battitrice del circuito, Rybakina aveva messo a segno nove ace in tutto il primo set, che diventeranno 11 a fine partita.
Nel secondo, invece, c’era la sensazione che Elena stesse sentendo la stanchezza arrivare. Non aveva le percentuali al servizio dei giorni precedenti, ma compensava con tanta attenzione da fondo campo e sull’1-0 prendeva il break di vantaggio grazie a una serie di regali della sua avversaria, disunitasi e autrice di due doppi falli nello stesso game. Rybakina trovava la maniera per salvare 6 palle break tra terzo e quinto game, prendendo sempre l’iniziativa. Infine, sul 5-3, è rientrata da 0-30 con un piccolo regalo della numero 2 del seeding sul primo punto e giocando con molta attenzione i punti successivi. Stava mettendo poche prime, sulle seconde Karolina cercava ancor di più di colpire per far male, ma alla fine ha superato anche questo ostacolo. Domani avrà di fronte Petra Martic, un’altra top-20, lei che si è appena garantita il nuovo best ranking al numero 18 del mondo. È quasi senza pause da inizio stagione, domani potrebbe raggiungere la quarta finale.
Altri incontri
Passato il grande spavento di ieri, Simona Halep si è rimessa in marcia. Ancora faticando, costretta per la seconda giornata di fila a rincorrere, la rumena si è liberata di Aryna Sabalenka soltanto 3-6 6-2 6-2. La bielorussa ha fatto la sua partita e per diversa parte del tempo l’ha impostata alla grande: alto ritmo, palle molto profonde, grandissima intensità e potenza. La rumena, non ancora perfetta, non riusciva ad avere gli scambi che piacciono a lei e non c’erano chance di ridirezionare la palla. Si andava abbastanza veloci ed era chiamata a forzare un po’ troppo in un gioco che non è affatto quello che le piace. Aveva recuperato un iniziale break di ritardo sul 2-4, ma nell’ottavo game Sabalenka ha colpito ancora e sul 5-3 ha chiuso il set prendendo quasi solo righe.
Era un livello molto alto, quello della numero 13 del mondo, che non è riuscita nel secondo set a dare continuità e al primo calo Halep ha cominciato a crescere. Non aveva avuto fin lì un livello ingiocabile, ma nei momenti chiave del secondo set ha trovato quel qualcosa in più: diverse risposte molto profonde che hanno mandato fuori giri una Sabalenka apparsa abbastanza al limite, già abbastanza scomposta al servizio nelle prime fasi di un set alla fine dominato dalla ex numero 1 del mondo ma con tanta lotta nei vari game. Alcuni punti, poi, sono il marchio di fabbrica della rumena, perfetta da metà del secondo set nella costruzione del punto e che si è esibita in almeno un paio di soluzioni spettacolari come un passante da lontanissimo, incrociato, su cui Sabalenka non poteva fare nulla. La bielorussa ha giocato una partita tatticamente giustissima, costretta da subito a dover fare qualcosa in più ma che si è trovata di fronte, a un certo punto, a un’avversaria che non le dava più modo di vincere punti “facili”. Halep aveva cominciato a ribattere sempre più profonda, ridirezionare le trame della bielorussa e colpire con più agio. Trovato il giusto equilibrio, Halep ha diretto subito il set decisivo dalla sua parte e domani riavrà di fronte Jennifer Brady, battuta al primo turno dell’ultimo Australian Open.
La statunitense, da qualificata, ha vinto la sua sesta partita superando 6-7(5) 6-3 6-4 Garbine Muguruza nel secondo match di giornata. Qualche passo indietro della spagnola rispetto a Melbourne, apparsa con alti e bassi a Dubai fin dalla prima partita. Ieri contro Veronika Kudermetova aveva forse giocato peggio di oggi, ma nei momenti chiave non si è quasi mai imposta. Era a rischio già nella prima frazione prima di trovare una ottima reazione alla fine del primo parziale, rientrando da 2-5 e prendendosi un pesantissimo primo set, ma dal secondo è tornata vulnerabile soprattutto nei momenti decisivi. Brady, che sotto pressione può andare fuori giri, è sempre emersa molto bene e nel terzo set, addirittura, è venuta fuori da due game molto delicati tra l’1-1, dove era sotto 0-40, e il 4-4 dove era indietro 0-30. In nessun caso la spagnola è riuscita a giocare, irrigidendosi tanto e commettendo diversi errori sia nella tattica che nell’esecuzione: la sua palla non superava la metà campo, non aveva nulla per evitare che Brady non prendesse il comando (là dove lo scambio effettivamente cominciava). Al servizio sul 4-5, Muguruza ha perso il quarto turno di battuta della sua partita scomponendosi tanto e mancando diversi dritti.
Nella semifinale della parte bassa, come già detto, si affronteranno Rybakina e Martic.
Risultati
[1] S. Halep b. [7] A. Sabalenka 3-6 6-2 6-2
[Q] J. Brady b. [9] G. Muguruza 6-7(5) 6-3 6-4
[8] P. Martic b. A. Kontaveit 7-6(4) 6-1
E. Rybakina b. [2] Ka. Pliskova 7-6(1) 6-3
l termine di uno degli anni più intensi nella storia del tennis (certamente italiano) e…
Sinner 10 e lode Dieci e lode è un voto impegnativo, quindi per non fare…
Come sempre, a Natale si è tutti più buoni. Per cui, senza troppo indulgiare oltre,…
di Salvatore Sodano C'era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e…
Iga Swiatek è stata protagonista di intervista con Anita Werner a 'Fakty po Faktach" (Il…
La FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e l’ITF (International Tennis Federation) sono liete di…