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WTA Acapulco: Zarazua, ‘Cielito Lindo’ e la semifinale più inattesa

“Ay, ay, ay ay… Canta y no llores. Porque cantando se alegran, cielito lindo, los corazones” (tradotto: “Ay, ay, ay ay… Canta e non piangere. Perché cantando si rallegrano, amore mio,  i cuori”), sono alcune tra le parole più famose della tradizione popolare messicana, diffuse fin dal 1882 da Quirino Mendoza e Cortes, cantata prevalentemente dai mariachi e ripresa da artisti in tutto il mondo, divenuta col tempo coro simbolo dei messicani agli eventi sportivi.

Siamo alla base della loro cultura, a uno dei gesti più semplici per manifestare unione e affetto, e ha fatto effetto sentire le 3000 persone del Grandstand, pieno fino all’ultimo posto, prendere sempre più voce e coraggio per spingere la loro beniamina oltre i limiti. Renata Zarazua, classe 1997 e numero 270 del mondo, ha compiuto una nuova vittoria contropronostico, la terza della sua settimana, per arrivare fino alla semifinale del torneo WTA di casa.

Tre partite dove non aveva mai i favori della carta, ma in cui è riuscita a far suoi i momenti più importanti e probabilmente, vista la crisi d’identità (sportiva) che sta vivendo Sloane Stephens e la partita pressoché da 50-50 contro la wild-card USA Katie Volynets, quella di oggi contro Tamara Zidansek è probabilmente la vittoria più difficile da prevedere. È vero che la slovena, classe 1997 e numero 74 del mondo, ha raccolto finora abbastanza poco nel circuito maggiore, ma è da almeno un paio d’anni che è entrata nella top-100 facendo il suo con molta regolarità e buona lettura di gioco per mantenersi sempre tra 70 e 90 del mondo.

6-2 3-6 6-2, con una spinta costante dagli spalti gremiti in ogni ordine di posto, che ha inciso sul finale di partita dove pur rimanendo nel limite hanno portato Zarazua a giocare sulle ali dell’entusiasmo in una fase dove ogni cosa che faceva era perfetta e Zidansek ha subito troppo il momento, crollando dal momento in cui ha mancato la palla del 3-3 e la sua avversaria ha fatto il break che ha spaccato il set decisivo e ha fatto suo l’incontro con quattro game consecutivi per diventare la prima messicana in semifinale in un evento WTA da Angelica Gavaldon a San Juan (Porto Rico) nel 1993. Premiata, poi, con l’ingresso nel box di Rafael Nadal per assistere al suo match (vinto 6-2 6-1) contro il sudcoreano Kwon.

Zarazua avrà in semifinale la qualificata Leylah Fernandez, canadese classe 2002, uno dei volti giovanissimi dell’evento messicano. Fernandez dalla vittoria contro Belinda Bencic in Fed Cup è in continua ascesa e dai margini delle prime 200 del mondo entrerà almeno nelle prime 150 con la quinta vittoria della sua avventura ad Acapulco nel 6-3 7-5 ad Anastasia Potapova, classe 2001. Lei, mancina, era una delle due grandi speranze canadesi fino all’inizio del 2019. Bianca Andreescu ha poi preso il volo, lei è rimasta un po’ più nelle retrovie anche perché i due anni di differenza tra le due hanno inciso e il processo di crescita è stato (giustamente) più ritardato. Non è ancora da nessuna parte, né si può paragonare questo risultato ai primi segnali dati da Andreescu nel 2019, ma quanto fatto nell’ultimo mese offre qualche segnale per pensare che questa semifinale non sarà un caso isolato.

Nella parte bassa del tabellone spicca il nome di Xiyu Wang. Colei che ha eliminato Sara Errani al secondo turno (7-5 6-7 6-1) stanotte si è ripetuta superando 6-2 6-2 la connazionale Lin Zhu. Un successo prevedibile perché la cinese classe 2001 è come Fernandez un prospetto di grandissimo interesse, anche lei mancina, ormai in procinto di entrare in top-100 e da qualche anno ormai nella lista di chi può vederla abbastanza in alto in classifica nel giro di un po’ di tempo. Wang, che al primo turno aveva eliminato Yafan Wang campionessa uscente, avrà di fronte a sé ora Heather Watson, che ha superato 6-3 1-6 6-1 Christina McHale. La britannica, numero 69 del ranking, si riavvicina così alle prime 50 del mondo.

Diego Barbiani

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