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Djokovic cannibale: risorge e batte Thiem. Australian Open n.8 e di nuovo n.1 ATP

Dal nostro inviato a Melbourne

[2] N. Djokovic b. [5] D. Thiem 6-4 4-6 2-6 6-3 6-4

Il numero 8 sulla maglia per omaggiare Kobe Bryant, il numero 8 come i titoli di Novak Djokovic a Melbourne. L’Australian Open non cambia padrone, nonostante un Dominic Thiem davvero vicino a diventare il 150esimo vincitore Slam della storia ma poi franato sul più bello quando la partita sembrava sempre più nelle sue mani. Thomas Muster resta almeno per ora l’unico austriaco vincitore di un Major e per Domi le finali perse diventano tre. E non c’è dubbio che questa sia quella con più rimpianti perché se a Parigi si è trovato di fronte un grande Nadal in due occasioni, il Djokovic di oggi non era certo la miglior versione.

Il diciassettesimo Slam del serbo, che torna anche numero 1 del mondo, arriva dopo 4 ore di sofferenze, difficoltà e alti e bassi vertiginosi. Che le cose non sarebbero state facili lo dicevano gli ultimi precedenti, finiti per quattro volte su cinque dalla parte di Thiem. E anche stavolta la potenza da fondo campo del numero 4 del mondo ha mandato in crisi la regolarità di Djokovic, incapace di reggere lo scambio contro un giocatore che fa viaggiare la palla a velocità altissime. E se il primo set porta la bandierina serba il demerito è tutto dell’austriaco che dopo essere partito malissimo recupera il break di svantaggio salvo vanificare tutto nel decimo game commettendo doppio fallo sul set point avversario.

Ma la serata di Djokovic non è indimenticabile, per la prima volta nel torneo si trova davanti un giocatore che sa fargli male e trovare l’antidoto alle bordate di Thiem non è cosa facile. A complicargli ulteriormente ci si mette anche Damien Dumusois che dopo aver fatto infuriare Fognini negli ottavi fa il bis con Djokovic, per due volte richiamato per time violation e poi breakkato nel nono game. Pareggiato il conto dei set Thiem ha preso in mano il match portandosi avanti 4-0 mentre Djokovic si lasciava andare a linguaggi del corpo non incoraggianti. Per Thiem non è stato un problema chiudere 6-2 il parziale e portarsi ad un solo set dal suo primo titolo Slam.

Un traguardo vicino, forse troppo per chi non è abituato e già contro Nadal nei quarti ha sentito il peso del momento. Djokovic ha salvato una cruciale palla break nel terzo gioco e pian piano ha ripreso a giocare in maniera più fluida, sbagliando meno e cercando di non consegnarsi alle pallate di Thiem. Ha aspettato che arrivasse il momento di difficoltà dell’avversario e puntualmente la chance è arrivata: ottavo gioco, doppio fallo e 15-40. Un errore di dritto ha ridato ossigeno a Djokovic permettendogli di rinviare il verdetto al quinto set.

E se il serbo tornava a essere pienamente del match, per Thiem il campo si faceva sempre più piccolo: nel terzo gioco del parziale decisivo quattro gratuiti hanno dato a Djokovic il vantaggio che si rivelerà decisivo. L’ultimo treno per Thiem sono le due palle break non sfruttate nel quarto gioco. Djokovic conserva il prezioso break di vantaggio fino all’ultimo e la Rod Laver Arena resta il suo campo fortunato. Gli Slam sono 17, il numero 1 è riconquistato e il record di Federer si fa più vicino. Insomma nuovo anno ma solita vecchia storia.

Piero Vassallo

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Piero Vassallo

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