Liudmila Samsonova si è qualificata per il WTA Premier di Brisbane. Una bella soddisfazione per la ragazza russa che però non può non essere considerata senza i tanti rapporti che ha con l’Italia.
È la prima volta per lei in un Premier e domani avrà la chance di affrontare una come Sloane Stephens in uno dei tabelloni più “pesanti” della stagione con un parco giocatrici invidiabile e fenomenale.
Il servizio fa impressione, e dopo il bel percorso nelle qualificazioni del Queensland il dato emerge forte: 24 ace in 3 partite di cui 5 ieri contro Kristina Mladenovic, sommersa 6-1 6-4, e altri 5 oggi nel 7-6(4) 6-4 contro Marta Kostyuk. E la sensazione era che potessero essere molti di più, perché quanto ricava con la battuta è un’enorme fetta del proprio gioco. Serve forte, variando traiettoria e con degli accertamenti nell’ultimo periodo che, dice, l’hanno reso ancor più efficace: “L’ho migliorato tanto negli ultimi due mesi, è vero. Ho trovato qualcosa che mi è servito molto, sul lancio soprattutto, e mi da troppa più sicurezza”. Effettivamente i numeri non mentono, e già a Limoges si erano visti 25 ace in tre partite. Ci sono diversi doppi falli, ma in molti sembra quasi che sia lei stessa a sentirsi di provare qualcosa in più proprio per un fattore di maggiore sicurezza che ha poi ribadito: “Sì, mi preoccupa l’idea di un doppio fallo, però ora vado, ci provo”. E questa filosofia segue un po’ l’ultimo periodo dove lei stessa si sente una persona diversa rispetto a prima: “Dentro di me è cambiato qualcosa, nel senso che per prima cosa ho capito che potevo fare di più e poi che mi sono un po’ stufata di aspettare proprio perché ho capito che posso farlo e voglio farlo più velocemente possibile”. Si è fermata, poi: “Mi è difficile da spiegare, è più una fissa mia che ho in testa, una consapevolezza che ora ho di poter effettivamente giocare alla pari contro queste giocatrici”.
Oltre al servizio, però, oggi ha fatto ottime cose col dritto, fondamentale da dove uscivano colpi molto pesanti soprattutto quando la palla era sul lato sinistro del campo e poteva mirare verso l’incrociato. Viaggia tanto, e per vincere oggi doveva essere molto pronta a giocarne diversi perché Kostyuk soprattutto nella fase finale del primo set aveva alzato tanto il livello e sembrava vicina a prendere il parziale sul 6-5 dopo essere risalita da un pericoloso 15-40: “Secondo me tra tutti e due i colpi in realtà ho migliorato più il rovescio, in realtà. Forse da fuori si nota meno perché ho sempre giocato molto bene col dritto, ma come hai detto tu lì bastano piccoli dettagli per farlo girare ancora meglio, però sì non penso che ora sto giocando un colpo che “wow! come è migliorato!”, mi sembra di averlo sempre fatto piuttosto bene”.
Seguita qui in Australia da Alessandro Piccari, Samsonova è ormai vicina a entrare tra le prime 100 del mondo: “Può essere un obiettivo, certo, ma non voglio limitarmi a quello. Per me è importante il lavoro. A quel punto i risultati arrivano. Magari piano piano…”. È classe 1998, l’abbiamo notata qualche anno fa a Melbourne quando ancora era tra le junior. Aveva potato a casa un bel successo al primo turno contro la canadese Charlotte Robillard Millette, allora numero 4 del seeding di categoria, e in una saletta abbastanza piena di italiani rivelava due cose. La prima era sul suo idolo: “Maria Sharapova”. La seconda sul sogno nel cassetto: “Voglio diventare numero 1”. Situazioni che alla fine le sono un po’ girate contro: “Sì avevo tanta pressione addosso. Poi sì per quelle parole ora che ci ripenso sinceramente non ero proprio consapevole di cosa stessi dicendo, almeno non lo ero come lo sono ora. Non avevo idea di come era costruito, di come fosse difficile, e quando ti ci ritrovi è veramente complicato”.
Da lì, per i successivi tre anni, il percorso di Liudmila è stato più macchinoso del previsto. Eppure le qualità ci sono, anche se inevitabilmente è stata molto rallentata da una situazione personale e burocratica molto snervante: “Adesso non ci penso neanche più. Quando torno posso fare richiesta perché ho tutti i requisiti per farlo, però non lo so come andrà”. Aveva alzato gli occhi al cielo quando le abbiamo stato chiesto un parere sulla vicenda: “Me lo chiedono tutti…”. E ha ragione, visto che è passato ormai un anno da quando i contatti con la federazione italiana si sono spenti del tutto. Rimane incredibile, semmai, come non ci sia stato nessuno che abbia voluto aiutarla e anche lei, quando si è entrati in argomento, è apparsa comunque piuttosto amareggiata: “Ormai lo faccio per me stessa e basta”.
A livello di tennis invece ha messo insieme tre vittorie di grande valore, soprattutto per quella netta affermazione contro Mladenovic nel secondo match giocato: “Il più bello, assolutamente. Mi ha dato una soddisfazione enorme. Oggi contro Kostyuk invece è stata durissima. Forse anche più che nella prima, dove ho giocato più di tre ore (ha vinto 7-6 6-7 6-4 contro Kayla McPhee) anche se non sembra. La prima non penso di aver giocato molto bene, mentre oggi sentivo che stavo giocando bene e lei mi ha portato a fare ancora di più”. Lei che si era qualificata al Roland Garros dello scorso anno, ha comunque ammesso con un gran sorriso che qui forse da un po’ più di soddisfazione perché sono state tre vittorie contro ottime giocatrici e che le danno modo di essere in un tabellone con quasi solo giocatrici in top-25 all’inizio di un anno che può essere importante per tanti aspetti.
Domani, martedì, giocherà la quarta partita in quattro giorni e contro di lei ci sarà Sloane Stephens, ex top-5 e campionessa Slam. “Cercherò di fare quello che so fare meglio” ha detto, “la conosco poco. L’ho vista giocare varie volte, chiaro, però non l’ho mai veramente studiata e sono molto curiosa ora di vedere che succede”. A margine, una battuta sulla chance che aveva di essere abbinata a Sharapova, suo idolo fin da quando era piccola: “Sì” con voce decisa, “c’ho sperato, tantissimo, fino all’ultimo. Volevo che mi sorteggiassero contro di lei. Ho tenuto le dita incrociate tutto il tempo. Sarebbe stato bello…”.
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