Quarto giorno a Brisbane, quarta vittoria consecutiva per Liudmila Samsonova che dopo il bel percorso nelle qualificazioni fa l’impresa nel tabellone principale battendo Sloane Stephens.
Una vittoria in tre set, con un finalmente abbastanza duro per il ritorno della statunitense che sotto 0-4 aveva cominciato ad accelerare per rientrare e sul 3-5 ha avuto due chance di un nuovo controbreak.
L’italo-russa ha tenuto molto bene, trovando prima un ottimo turno di battuta sul 4-2 giocando con l’iniziativa, salendo velocemente sul 30-0 con due vincenti nei primi colpi dopo il servizio e poi chiudendo alla grande sul 5-3. Per il racconto set-per-set del 6-4 2-6 6-3 lasciamo invece spazio alle sue parole: “Nel primo set sono riuscita benissimo a stare sulle cose che dovevo fare. E finché la mia testa stava lì lei faceva tanta fatica. Lei nel secondo set poi ha cominciato a fare qualcosa di diverso. Alla fine c’era solo un dettaglio: ha iniziato a spostare prima lei il gioco e io mi sono un po’ impaurita, più perché la mia mente era un po’ fuori in quel momento. Ho pensato un po’ troppo al risultato, e lì lei ha cambiato modo di giocare. Siccome io ero in difficoltà, alla fine ha finito per essere in grande controllo. Nel terzo invece io sono andata sul 4-0 reagendo molto bene, poi però è riuscita a tornare in partita con il primo break. A quel punto è stata una lotta pura e ho fatto tanta fatica malgrado fossi poi avanti così tanto. Però va da Dio, cioè: se vanno ogni volta così c’è anche più gusto”.
Sul 4-2, in particolare, è andata a servire in un game molto complicato e i primi vincenti, entrambi con rischi presi sul primo colpo dopo il servizio, potevano dare l’idea di un momento in cui voleva liberarsi del punto vedendosi l’avversaria rifarsi sotto. Samsonova invece ha spiegato: “No, no, in quel momento mi ero più che altro detta di tornare a giocare come so fare. Mi ero detta ‘Perdi, ma giocatela’. Nel senso, tornare a essere aggressiva”. Dopo l’ultimo punto la prima cosa che ha pensato è ‘ce l’ho fatta!’. Perché ci credevo tanto, ti dico la verità, sin da ieri. Sapevo che sarebbero arrivati dei momenti in cui avrei sentito tanto che di fronte avrei avuto lei, Sloane Stephens, campionessa dello US Open. C’è poco da fare, lei è lei. Puoi distoglierti dalla situazione quanto vuoi, ma c’è lei. Io sono all’inizio, non sono per nulla abituata a giocare con certe giocatrici da dire che ho chissà quale esperienza. Per cui alla fine quando ho vinto è stato bello, ma non comunque da dire ‘wow, che ho fatto!” perché davvero ci credevo”.
Liudmila è scesa in campo in questi giorni con varie fasciature alle gambe: “Una però (la più grande, quella che avvolge tutto il polpaccio destro, nda) è a causa di un’allergia. Non posso stare al sole. Mi è venuta qua in Australia perché ho sbagliato io qualcosa che sapevo già, con una crema. Le altre fasciature invece sono solo prevenzioni per qualcosa che ho avuto in passato. Queste mi aiutano a giocare, però non ho dolori”.
Al servizio, anche oggi, i dati più grandi: 10 ace, 14 doppi falli. Curiosamente tre di questi sono arrivati, consecutivi, nel primo game del terzo set. E sul 15-40 si è trovata a servire una seconda, “però non ho avuto troppa paura di crollare. Potevo perdere la battuta, ma era solo il primo game del terzo, c’era modo di giocarmela. Però mi son detta che stavo cercando una soluzione sulla seconda, oggi non andava particolarmente e vabbè, Luda, provaci ancora. Non c’era tanto da fare. Non cercavo di servire una seconda combattendo la paura, ma più una soluzione e purtroppo non sempre vengono”.
Un grande risultato, comunque, non solo per lei ma anche per Alessandro Piccari con cui Samsonova lavora da inizio 2019. Un progetto a lunga durata, questo, dove non c’è un vero assillo del ranking. Oggi infatti appena le abbiamo comunicato che con questo risultato sarà più o meno 115 del mondo, ha replicato: “Non lo guardo più di tanto, essere 110, 120, 130 o quello che è non mi cambia particolarmente. Cambierà qualcosa magari quando riuscirò a entrare nelle 100. Se non altro adesso potrei entrare nelle qualificazioni a Indian Wells e Miami. Noi puntiamo ora a stare qui in questi ambienti, in questi tornei grandi, o più grandi di quelli che aveva fatto fin qui, capire come affrontarli e cosa si può fare. Questo è quello a cui puntiamo”.
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