[2] Ka. Pliskova b. [8] M. Keys 6-4 4-6 7-5
Brisbane come seconda casa, e in fondo non ci sarebbe neanche nulla da contestarle. Karolina Pliskova trionfa per la terza volta negli ultimi quattro anni a Brisbane, la seconda consecutiva e dimostra quanto sia favorevole per lei questa fase di stagione dove ha sempre avuto bei risultati e nel Queensland ha spesso giocato ottime partite fin da quando nel 2015 fece il suo esordio in un primo turno da brividi contro Victoria Azarenka perso dopo tre ore.
La ceca, numero 2 del seeding, ha portato a casa il sedicesimo trofeo della carriera dopo una settimana di grande spessore pur “limitando” la qualità alle fasi probabilmente più importanti della semifinale di ieri contro Naomi Osaka e in parte della finale di oggi contro un’ottima Madison Keys a cui è mancata un po’ di forza e concentrazione nella fase conclusiva della partita. La statunitense ha giocato alla pari, si è deciso tutto in pochissimi scambi e sembrava poter girare la partita quando aveva recuperato il break di ritardo nel momento in cui l’avversaria serviva per il torneo. Sul 5-5, invece, Pliskova le ha di nuovo messo tanta pressione addosso non facendole chiudere un game che doveva essere molto più rapido e alla fine, alla prima palla break, ha mandato largo il rovescio nel tentativo di stringere verso l’incrociato.
Una partita molto dura, anche perché entrambe sembravano risentire degli ultimi giorni. Effettivamente il sabato è stato molto duro, soprattutto per Keys che ha giocato in un orario non troppo scomodo ma nel momento in cui c’era un’umidità elevatissima e sia lei che Petra Kvitova avevano accusato diversa fatica. La ceca, anche a causa di quello, era stata costretta alla resa. L’americana in conferenza stampa confermava l’enorme sensazione di stanchezza che ha equilibrato l’economia delle energie rimaste contro una Pliskova che ieri era stata in campo quasi tre ore e oggi affrontava la sua quarta partita consecutiva da giovedì. Se non altro, la ceca, ha potuto disputare l’ultimo set e mezzo con il vento che soffiava forte e stava trascinando la pioggia sopra il centrale di Brisbane. C’è il tetto qui, è vero, ma non è collegato agli spalti così l’aria può circolare, motivo per cui nei primi 20 minuti di pioggia si sentiva solo il rumore dell’acqua cadere e nessuno sentiva le giocatrici e tantomeno l’arbitro.
Oggi il clima era leggermente diverso, anche se si manteneva forte l’umidità per la pioggia prevista da stasera e che potrebbe durare per diversi giorni. Gli australiani saranno felici, se non altro, e gli auguriamo di riprendersi presto da questa situazione che in molte zone del paese è ben oltre l’idea di catastrofe naturale (semmai esistano parole per spiegare i numeri enormemente negativi causati dagli incendi).
Nel frattempo, la partita di oggi ha un po’ risentito di questi sforzi e anche “a causa” della natura delle due giocatrici è stata piuttosto rapida e con pochissimi momenti chiave. Nel primo set la ceca ha preso il break sul 4-4 entrando costantemente in risposta e mettendo sempre più pressione alla statunitense mentre nel secondo parziale la sua percentuale al servizio è crollata sotto al 50%, raggiungendo picchi minimi del 36% quando sul 3-2 e servizio perdeva un break maturato un attimo prima. Era avanti, ma nell’economia della partita Keys era ancora ben viva e dopo aver ripreso la parità ha sempre condotto con sicurezza, rifacendosi avanti proprio nel momento decisivo e prendendosi un secondo break sul 5-4.
Nel terzo parziale Pliskova sembrava sulle gambe, ma Olga Savchuk sul punteggio di 3-2 cercava di tranquillizzarla dicendole che il punteggio non doveva più interessarle, ma doveva prendere fiato, prendersi il proprio tempo e resecare perché c’era ancora la chance di far valere i propri cavalli nella fase decisiva. Karolina l’ha ascoltata, prendendosi il primo break sul 3-3 rientrando in risposta da 40-15, ma sul 5-4 ha giocato male, facendosi recuperare. Per sua fortuna, anche, sul 5-5 ha saputo riprendersi immediatamente e col nuovo break a disposizione non ha più tremato. Gioco, partita e incontro e primo titolo del 2020 per la numero 2 del mondo festeggiato assieme al nuovo team. Una scommessa, soprattutto per quanto riguarda Dani Vallverdu, che è partita nel modo giusto.
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