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WTA Brisbane, Fissette: “Osaka mi ha sorpreso. Solo Azarenka si avvicina alla sua ambizione”

Come è il tuo primo impatto col team-Osaka?
Finora molto bene, è molto bello essere parte del team. Lei è una grande giocatrice con enorme potenziale. Sono stato con lei solo da un mese, ma è molto bello avere questa chance. I primi contatti con lei li ho avuti dopo lo US Open, mi ha chiesto se avessi qualcosa in ballo nel futuro e io ero ancora con Azarenka. Il mio rapporto con Vika è sempre stato ottimo, ed è rimasto tale, ma non potevo non considerare quella chiamata. In quel periodo, come tutti sappiamo, Vika era un po’ in un momento non eccellente e in quel momento ha voluto lei prendersi un po’ di tempo per pensare al proprio futuro. Io ho atteso, non ho fatto pressione, sarei stato molto felice di continuare a lavorare con lei ma soltanto se noi avessimo potuto raggiungere i nostri obiettivi. Poche settimane dopo mi ha chiamato dicendomi che non avrebbe potuto andare in Australia e che ancora non sapeva bene quando sarebbe potuta tornare. Abbiamo avuto una conversazione molto chiara e libera su quale sarebbe stata la soluzione migliore e lei per prima ha deciso che non era giusto tenermi bloccato, così mi sono poi unito a Naomi.

Che impressione hai avuto di Osaka nelle volte che l’hai affrontata da coach avversario?
Ho visto miglioramenti molto buoni negli ultimi anni. Non penso di fare enormi modifiche ma lavorare su alcuni aspetti e continuare sulla sua strada e sui miglioramenti già avuti per continuare a sviluppare il suo gioco. Che comunque è già ottimo. Vediamo poi dopo le prime partite su cosa c’è da soffermarsi maggiormente.

Nel finale della scorsa stagione Osaka non era particolarmente contenta della propria percentuale sulla prima di servizio, poi è arrivato l’infortunio alla spalla. Ti ha parlato di questo? Avete cercato di trovare delle modifiche al servizio?
Mah, al di là di tutto credo che le due cose fossero collegate. Cioè: lei non era contenta della percentuale della prima e ha cominciato a forzare chiedendo di più al proprio colpo, che è anche il suo preferito, e ha finito per infortunarsi. Uno dei nostri obiettivi fin qui è stato quello di perfezionare il servizio, migliorare alcuni dettagli tecnici per avere un servizio più pulito e dunque più “sano” per il suo corpo. Sarà un passaggio chiave per lei, e dunque continueremo a lavorarci a lungo nel prossimo futuro.

Che cosa ne pensi, al di là del suo tennis, delle sue qualità come coraggio, forza mentale… Perché ad appena 22 anni è già stata numero 1 del mondo per 25 settimane, bi-campionessa Slam.
La prima cosa che mi è interessata è stata capire come ragionasse in campo. Volevo vedere se andava di istinto o se avesse un’idea di cosa fare per risolvere le varie situazioni. Lei è molto diversa da quello che mi aspettavo. Lei sa bene che cosa fare e riesce a essere molto fredda nei momenti chiave delle partite. Lei calcola esattamente che cosa deve fare per vincere la partita. Credo che questo l’aiuti tanto, almeno questo è quanto ho notato in questo primo mese. È stato piuttosto sorprendente qui. D’altra parte poi è palese che a lei piaccia giocare nei grandi stadi, vivere grandi momenti e fissare obiettivi molto alti. Ho allenato tante giocatrici in top-10, ma c’è una grande differenza in termini di ambizione. Credo Naomi sia di gran lunga la giocatrice che sotto questi termini mi sta piacendo maggiormente, soprattutto perché ha appena 22 anni. Azarenka era l’unica che poteva avvicinarsi. E con Victoria mi spiace tantissimo per come sia andata: abbiamo fatto veramente tutto il possibile per darle una mano e sono contentissimo di aver avuto la chance di seguirla ancora una volta lo scorso anno dopo il 2016, ma in questo momento l’instabilità nella sua vita privata la sta influenzando tantissimo.

Diego Barbiani

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