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WTA Brisbane, Barty: “Tutto il mio prize money alle vittime degli incendi”

Barty

ricominciare da numero 1 del mondo a casa sua
“È incredibile essere qui. Mi è sembrato che la off season sia stata veramente rapida anche perché qui è dove mi alleno, giorno dopo giorno, e poter tornare nella modalità da competizione è molto emozionante. Ieri al mio allenamento ho notato soprattutto quanti bambini c’erano. Era bellissimo, tutti lì a vedere gli allenamenti, a contatto diretto coi loro idoli, nel primo torneo dell’anno, ti fa venire voglia di cominciare da subito senza dover attendere”.

Un commento all’ATP Cup che costringe la WTA a giocare sui campi secondari
“Capisco che ci sia tanta emozione per questo nuovo evento. Finora il torneo femminile non è veramente cominciato, ci sono state le qualificazioni sui campi secondari, un po’ come sempre come gli allenamenti… Purtroppo è così, bisogna un po’ adattarsi al momento, se non altro questo può portare molta più attenzione ed elettricità tra il pubblico che può essere molto più vicino alle giocatrici. Per conto mio cercherò di fare del mio meglio ovunque vorranno mettermi, purtroppo non posso pensare molto diversamente”.

un commento alle preoccupazioni di Djokovic sulle condizioni di Melbourne e alla possibilità che l’Australian Open venga posticipato
“È davvero brutta la situazione. Il fatto che ci sia fumo nell’aria è forse la cosa più devastante per il nostro paese al momento. È davvero un momento duro. Il tennis è uno sport, è quello che facciamo, ma alla fine ci sono cose molto più importanti in questo momento in Australia e se ci dovesse essere un ritardo di 1-2 giorni non credo affatto sia un problema. Quello che è veramente importante è che gli australiani possano star bene. Noi facciamo quello che amiamo, cerchiamo di essere più professionali possibili, ma è un gioco. Dobbiamo pensare seriamente a quello che facciamo, mettere cose nella giusta prospettiva e la vita di ognuno di noi è più importante”.

Incendi
“È terribile. Tutto ciò è partito 2-3 mesi fa. La prima volta che vidi qualcosa ero sull’aereo che da Perth mi riportava qui, dopo la finale di Fed Cup. Abbiamo visto qualcosa da lassù e mi è rimasto dentro da quanto era terribile. Da lì ho discusso parecchio col mio team, giorno per giorno, per cercare tutti i modi per fare il possibile e dare una mano. Come prima cosa io e Gary (Kissinck, il fidanzato) abbiamo visitato un centro RSPCA vicino a dove abito, uno dei più grandi del paese, e abbiamo deciso di donare poco più di 30.000 dollari per gli animali, che ne hanno disperato bisogno. E non dobbiamo dimenticare che il peggio è ancora lì fuori. Tutto ciò sta ancora affliggendo umani e animali. Noi siamo in una posizione in cui possiamo donare qualcosa e dobbiamo farlo, quando là fuori ci sono migliaia di animali morti, e ci sono gli incendi che ancora bruciano. Col mio team, con la mia famiglia, abbiamo parlato a lungo di questo e da qualche giorno tantissimi sportivi, tennisti, golfisti, giocatori di cricket… Tutto il paese ha fatto qualcosa, ha cominciato a donare quanto possibile per aiutare gli australiani e così abbiamo deciso noi che qualsiasi sarà il prize money che otterrò qui verrà interamente devoluto alla croce rossa in soccorso alle famiglie colpite e per me questo è veramente speciale”.

Osaka

Sensazioni alla ripresa
“Mi sento bene, fresca, pronta a ripartire. L’Australia per me ha sempre rappresentato una delle parti migliori della stagione, non vedo l’ora. Dopo l’infortunio alla spalla non ho giocato fino a fine novembre, che è stata un po’ una novità per me. Però mi è servito, davvero. Era completamente logorata. Ho fatto un po’ di riabilitazione e poi piano piano ho ricominciato a servire e mi sembra ce il processo abbia funzionato piuttosto bene perché ora non sento alcun dolore alla spalla e mi piace pensare che stia facendo bene, ma questo poi lo vedrò dopo la mia prima partita”.

Un commento all’ATP Cup che costringe la WTA a giocare sui campi secondari
“Non ci penso particolarmente, son sincera. Dico sempre che possono mettermi anche sul campo 26, volendo, l’importante è che ci sia modo per la gente di vedermi giocare. Non penso però che venderei i ticket in questo modo. Forse cambierà qualcosa nell’atmosfera, ma per me questo rimane sempre un evento con un torneo maschile e uno femminile, cerco di non distaccarmi troppo da questo”.

A proposito di Wim Fissette come nuovo coach
“Sembra veramente una brava persona. Non so come descrivertelo veramente, ma rispetto molto quello che dice anche per la tanta esperienza con diverse giocatrici e credo di poter imparare molto da quanto dice cercando di mettere subito in pratica tutto. Non so, è abbastanza dura ora perché è il nostro primo torneo assieme e mi aspetto molto perché voglio riprendere da dove ho lasciato, tranne ovviamente l’infortunio. So che anche lui vuole fare bene, però non voglio mettergli pressione”.

Il paddle board in off season
“Ero in vacanza, la prima della mia vita praticamente, a Turks and Caicos e c’era anche mia sorella che mi ha costretto a fare paddle boarding e mentre eravamo in mare aperto con la nostra tavola la corrente ci ha trascinato via e stavo quasi per morire (ride, nda). La mia vita al momento è fatta di tante esperienze, e molte di queste veramente divertenti e mi piace pensare che queste erano tutte cose che fino a poco tempo fa neanche pensavo di poter fare. Volete sapere cosa è successo? Allora, lei (Mari, la sorella) sicuramente dirà che sto mentendo, ma questo è quanto mi è accaduto veramente. A me neanche piace l’idea di avventurarmi in mare aperto nell’oceano, lì ero addirittura in piedi su una tavola da surf a spingere con una pagaia. Per cercare di avere meno paura siamo state vicino al posto dove stavamo, così che potessi avere un punto di riferimento. E fin lì era tutto bellissimo, la giornata era bellissima finché non abbiamo beccato la corrente, e la casa ha cominciato a farsi sempre più lontana, e io stavo impazzendo. Mia sorella mi ha detto “oh, dai, che vuoi che sia, un po’ di corrente che ci trascina”. Ma l’acqua sotto di noi era nera, nera vi dico! E la casa nostra ormai un puntino piccolo! E sono caduta in acqua, e in quel momento ho pensato che nel mare dei Caraibi ci sono gli squali e stavo urlando contro mia sorella: “Se muoio mi avrai sulla coscienza! Tu dovrai dire a mamma come io sono morta a Turks and Caicos!”. Sono riuscita a risalire sulla tavola, e lei aveva deciso che voleva vedere uno squalo, alche io ho continuato a urlare che non volevo morire così, ma alla fine sono qui quindi penso tutto bene. Se c’è qualcosa che ho imparato? Non fidarti mai di tuo fratello o di tua sorella. Non importa quanto loro possano dire di proteggerti, devi imparare a cavartela da solo perché là fuori c’è un mondo duro e freddo”.

Sul ritiro di Wozniacki
“Per me la sua carriera è incredibile. Mi sembra che sia in campo da una vita, mi ricordo di averla vista la prima volta quando giocava a Key Biscayne che ancora si chiamava Sony Ericson e io ero la piccola bambina che la vedeva giocare in questo grande stadio e penso sia abbastanza incredibile che abbia avuto occasione di giocarci contro più volte. Come persona lei è stata una delle prime che mi ha dato una chance: mi diede il suo numero di cellulare e mi scrisse che mi voleva a palleggiare con lei un giorno. La mia reazione fu: “Oh wow, ho davvero la chance di palleggiare con una grande come lei?”. Mi sembra strano che si stia ritirando ma sembra felice di questo e mi viene solo da augurarle tanta gioia.

Svitolina

Un commento alla off season
“Mi sento bene, fresca e pronta a ripartire. La preparazione è stata buona e sono felice di essere qui ora. Sono stata a Dubai durante la preparazione, per circa un mese. Mi sono allenata lì, per la prima volta fuori dall’Europa anche se circa 3 anni fa ho fatto un periodo ad Abu Dhabi. Direi che l’allenamento è stato piuttosto buono, alle volte sembrava più di dover sopravvivere (ridendo, nda) per le condizioni molto afose che c’erano. È stato molto duro, però dai adesso ho voglia di cominciare”.

I dolori al ginocchio vissuti
“Sì c’è stato un buon periodo di riabilitazione per il ginocchio per portarmi poi a potermi allenare spingendo forte. Ho dovuto mettere molta attenzione nei movimenti, sentire come il mio corpo reagiva e cercando di non forzare troppo, pensare molto attentamente a come fare per non ritornare ad avere dolore. È una zona molto sensibile del mio corpo e prima di arrivare a poter dire “ok, sono pronta” ho dovuto attendere molto e andare veramente con cura, capire come aggiustare il lavoro ed essere qui in buona condizione. Penso ci siamo riusciti, adesso vediamo cosa succede. Al momento penso di sentirmi bene, speriamo continui”.

Cosa ha portato l’innesto di Baghdatis
“Soprattutto per l’esperienza. Cercavo qualcosa di diverso che mi portasse dei miglioramenti, qualcosa di diverso da aggiungere al mio gioco. Io e Andrew (Bettles, il coach, nda) negli ultimi anni abbiamo fatto importanti passi avanti e non voglio con questa scelta sminuirlo, penso però che sia giusto provare ad aggiungere qualcosa, piccoli dettagli, anche perché quando sei al top e ti confronti con le prime 10 del mondo è normale che l’equilibrio si basi su un filo molto sottile. Sono molto felice di come sia partita la collaborazione tra noi, l’atmosfera tra noi 3 è sempre positiva”.

Diversi ex giocatori ATP si stanno spostando nella WTA
“C’è differenza. Nel gioco, soprattutto. Noi abbiamo un tipo di gioco diverso, non tanto per la questione del servizio ma perché da noi la risposta è molto più importante nel gioco femminile e pur servendo bene puoi avere contro un’avversaria che sa colpire il primo colpo nel modo migliore annullandoti. Forse lui saprebbe spiegarti meglio avendo vissuto l’altra parte”.

La sua stagione passata
“C’è stato un po’ di tutto, infortuni lunghi, settimane positive, negative… Fare le semifinali ha aumentato la mia sensazione che possa effettivamente fare un passo in più. Ci sono state diverse situazioni nel 2019 che per me sono state difficili, più momenti negativi, però la stagione è stata comunque molto lunga, ho giocato tanto e pur magari perdendo ogni settimana (non ha vinto titoli lo scorso anno, nda) riuscivo a prendere cose positive, cosa che magari nel 2018 non riuscivo a fare”.

Un commento sull’ATP Cup che costringe la WTA sui campi secondari
“Quest anno è così, sì. Poi ho notato che quest anno il campo 1 è reso più grande, forse più carino. Mi piacerebbe giocare sotto il tetto, ma in generale mi è sempre piaciuto essere qui, ho vinto in passato, ho tanti bei ricordi anche per i fan che sono sempre stati tanti e veramente appassionati. Quindi cerco più che altro di non pensare e cercare di concentrarmi su quello che devo fare”.

Olimpiadi
“Sì voglio giocare, chiaro. Prima però devo ancora qualificarmi, devo giocare ancora una volta con la nazionale di Fed Cup. Ho parlato col capitano, ho già dato disponibilità dicendo che voglio giocare. Devo finalizzare ancora qualcosa ma ci tengo particolarmente. Mi è difficile poi fare pensieri sul lungo periodo, le Olimpiadi sono molto in là nella stagione. Alle volte è difficile fare programmi anche nel giro di qualche settimana, per cui ancora non ho mai veramente pensato a quell’idea, però sì, cioè: è sicuro che voglio esserci. Ho sempre amato giocare per il mio paese”

PLISKOVA

off season
“Ho avuto 2-3 settimane senza tennis, totale. Poi però ho cominciato bene a lavorare in palestra e verso dicembre ero in campo a giocare. Per il secondo anno consecutivo sono stata a Tenerife, son stata contenta di questo perché è un posto che adoro. Penso di avere fatto un buon lavoro, anche con tanti innesti nel mio team. Conchita non è più con me, ho cambiato anche lavoro atletico con lo stesso fisioterapista, cercando però di fare un lavoro diverso e più duro”.

i nuovi coach
“Dani (Vallverdu, nda) è stato con me fin dall’inizio, questo mi ha fatto molto piacere. Olga (Savchuk, nda) pure era con me, come diversi della mia famiglia, ed è stato in generale un bel momento. Olga è stata anche la mia prima opzione, perché la conosco da tantissimo tempo ed è un’ottima amica, oltretutto lo scorso anno ho fatto con lei il torneo di Zhengzhou, dove ho vinto il titolo, per cui non ho avuto dubbi sul chiedere a lei. Dividiamo diversi momenti fuori dal campo, già da un po’, per cui è anche un rapporto molto libero e naturale, parliamo di cose spesso diverse da quello che può essere una relazione coach-giocatore. Poi ho pensato di aggiungere una nuova persona che mi potesse aiutare… Avevo un po’ di nomi per la testa, ho provato a chiedere e Dani mi ha detto “sì”. Ero sorpresa, perché finora lui non aveva mai lavorato con le tenniste. Penso ci vorrà un po’ di tempo a entrambi, ma alla fine è sempre tennis. Da parte mia penso di essere abbastanza semplice come persona. Sono da un lato dura magari in alcune circostanze, però generalmente abbastanza a modo. Perché dura? Ho cambiato tanti coach fin qui, penso che la gente abbia un po’ paura di me (ride, nda) ma è che non sono una che si adagia sulla sua posizione e che deve cambiare per migliorare in diversi aspetti. Questa è la parte difficile e dura, penso”.

L’addio a Conchita Martinez
“Penso che sia stato un momento ottimo. Ho giocato tanto e tanto bene in alcuni momenti, sono stata molto vicina a diventare numero 1 e ho giocato ad alto periodo però come vi dicevo non sono una che rimane nella sua posizione a lungo e a un certo punto ho pensato che non ci fosse modo per lei di potermi aiutare più di quanto avesse già fatto, dunque ho deciso di cambiare”

Un commento sull’ATP Cup che costringe la WTA a giocare sui campi secondari
“Non credo ci sia una grande differenza da parte mia perché comunque posso giocare probabilmente il giovedì e sarò sul campo centrale. Sono arrivata qui una settimana fa, dunque ho potuto comunque palleggiare sul centrale e spero di poter effettivamente giocare lì. Ora al momento è tutto pieno e super affollato ogni giorno e per alcuni può essere complicato da accettare che a meno che tu non ti presenti alle 7 del mattino non puoi mettere piede sul centrale. È così purtroppo. Se non altro mi diverto a seguire l’ATP Cup, ma penso che il timing poteva essere differente perché anche noi abbiamo un torneo da giocare e loro hanno deciso facendo solo i propri interessi. Comunque, dai, almeno avremo da giovedì il campo tutto per noi e tra l’altro potendo magari giocare di giovedì non ci sarà per me troppo da pensare, però comunque loro potrebbero o cominciare un po’ prima o magari pensare di usare anche un campo esterno, il 2 o il 3 o qualunque sia. Il torneo è sempre funzionato così negli ultimi anni, match femminili e match maschili assieme. Così secondo me sarebbe la situazione più corretta per tutti, ma con l’Australia che gioca qui è anche difficile da organizzare… Non so, è difficile da dire, ma noi donne non siamo contente di essere relegate sul campo 1 per questo”.

Un commento sugli incendi
“Ho seguito tanto, tra casa mia e qua, quello che sta succedendo. La mia famiglia è abbastanza preoccupata per me. Dalla Repubblica Ceca non abbiamo grandi informazioni perché questo posto è molto distante da noi, e francamente non possiamo neanche capire bene quanto sia effettivamente grave la situazione qui. Qui al momento la temperatura è sempre di 32-33 gradi tipo e già senti tanto caldo, non riesco a immaginare che cosa voglia dire per loro essere così vicini al fuoco. È orribile per tutti, animali, persone, e per questo ho deciso di aggregarmi alle iniziative dei giocatori australiani e donare qualcosa”.

Diego Barbiani

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