G. Muguruza b. [4] S. Halep 7-6(8) 7-5
Adesso probabilmente possiamo parlare di possibile “rinascita”. Se le vittorie belle, significative, contro Elina Svitolina e Kiki Bertens potevano comunque essere viste sotto una certa ottica in base al momento delle avversarie, quella di oggi contro Simona Halep ha completamente altro valore e sapore. La vittoria contro la rumena, per 7-6(8) 7-5, è di quelle che fanno veramente rumore anche perché maturata in un clima tremendo. Da ieri pomeriggio Melbourne è invasa dal grande caldo e oggi Garbine ha giocato la sua partita cominciata verso le 16 ora locale con la colonnina della Heat Stress Scale (il misuratore di calore, umidità, e che determina a che punto possa la partita essere sospesa) ha viaggiato per tutte le due ore di gioco appena sotto al livello della sospensione e della chiusura del tetto sopra il campo.
Cominciata con 38 gradi, salita ben presto oltre i 39 e rimasta attorno ai 40 per tutta la durata, il rilevatore segnava sempre 4.9 con il limite di 5 mai veramente toccato. Il risultato però ha lasciato le giocatrici al loro destino sotto un sole infernale e per quanto abbiano espresso un gioco nel contesto di altissimo livello erano diversi i frangenti con più errori che vincenti e, mano a mano che ci avvicinavamo a fine partita, i servizi di entrambi non avevano più grande valore. Ne è uscita una battaglia di resistenza, più che di tecnica, e comunque Muguruza è riuscita a prevalere dopo una lunga serie di corse e rincorse, tentativi di accelerazione e soprattutto la forza di stare lì con la testa e non lasciare che l’ex numero 1 del mondo scappasse nel secondo set, evitando la sofferenza di un terzo set che sarebbe stato comunque deleterio per entrambe.
Per quanto Halep abbia dimostrato nelle gare precedenti di aver trovato un alto livello di gioco dopo le prime uscite stagionali, oggi la situazione è andata subito equilibrandosi per l’ottimo atteggiamento della spagnola e la sensazione generale che quella calura potesse ridurre il gap tra le due perché più gli scambi si allungavano (e Halep, ma anche Muguruza, possono accettare volentieri la prospettiva) la lucidità veniva a meno, si perdeva l’inerzia, il tempismo giusto. E malgrado questo entrambe hanno fatto scambi di grande livello e intensità, con la spagnola che sul 3-3 trovava il break con due vincenti dal 30-30 e lo conservava salendo avanti 5-3. Halep si è ripresa e ha fatto valere i suoi cavalli: 15 punti a 3 di parziale per salire 6-5 15-40.
Qui è avvenuto il primo passaggio importante, con la spagnola che non ha ceduto e ha continuato anzi a spingere bene, risalendo e garantendosi il tiebreak dove è partita con un 3-0 di vantaggio. Ormai gli equilibri erano rotti e sono cominciate serie di punti per l’una e per l’altra. Scambi sempre intensi, palle profonde, tentativi di spingere per la spagnola contro il ritmo e la costanza della rumena. Errori, vincenti, nervi tesi. Halep ha avuto in tutto quattro set point, ma in ognuno di questi Muguruza si è tirata su da grande giocatrice e sul 9-8 ha preso il preziosissimo vantaggio.
Halep nella seconda frazione ha trovato il break del 2-1, poi del 3-2. È stata forse la fase più combattuta del match. Alternanza di momenti favorevoli, ribaltamenti di fronte, diverse situazioni incerte. Muguruza ha messo le basi per la propria rimonta risalendo da 0-30 sul 2-4. Halep non è riuscita ad avere un buon turno di battuta sul 5-4 e alla quarta palla break ha ceduto riproponendo l’identico scenario visto tra Ashleigh Barty e Sofia Kenin. Halep è sembrata non avere più energie, e sul 5-6 non è riuscita a trascinare l’incontro al tie-break. Gioia contenuta, per la spagnola, ma più perché anche lei era al limite fisico. Nell’intervista in campo è sembrata quasi avere un mancamento, tanto che l’intervistatrice ha scelto di concludere dopo appena due domande e lasciarla andare nello spogliatoio.
Muguruza risalirà almeno al numero 16 del mondo. Sarà numero 12 in caso di vittoria. Però il dato migliore di tutti è che stiamo rivedendo segnali importanti dalla ex numero 1 del mondo che andrà a caccia, qui, del terzo Slam in carriera in una finale che ora, forse, può anche pensare di giocare da favorita.
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