[14] S. Kenin b. [1] A. Barty 7-6(6) 7-5
Tutto vero. Sofia Kenin ha creato il suo capolavoro sportivo nella giornata più importante della sua giovanissima carriera (fino a ora, chiaro) raggiungendo la finale dell’Australian Open. E la statunitense ha dato un enorme dispiacere a tutta l’Australia, perché a farne le spese è stata Ashleigh Barty, vittima di una giornata fin troppo complicata nel gioco e dove non ha mai saputo sfruttare le chance avute.
Un epilogo un po’ a sorpresa, viste le qualità delle due, ma questo non fa che aumentare i meriti di Kenin che ha giocato in maniera impeccabile pur facendo grande fatica a trovare soluzioni in risposta per quasi tutta la durata del match. È stata tostissima, però, quando veramente contava e questo è forse il riassunto migliore di due set molto tirati, dove in entrambi Barty sembrava avere la possibilità di allungare, ma nella dinamica la numero 1 del mondo non ha mai avuto a disposizione, se non in piccoli momenti, il proprio miglior tennis.
Kenin è durissima da affrontare, e forse oggi ha dato un’ulteriore dimostrazione. Molto regolare, con un rovescio che ha spesso avuto la meglio nella fase di palleggio e le dava il comando nelle fasi “di studio” degli scambi, ma soprattutto ha mostrato di avere ancora una volta una testa da big. Verrà premiata, comunque finirà questo torneo, perché entrerà in top-10 e si piazzerà al numero 9 del mondo. Intanto, però, è giusto che faccia esplodere tutta la propria gioia come nell’intervista con Jim Courier dove non sapeva quasi cosa dire e il telecronista le ha ricordato di quando a 7 anni lei giocò in un evento organizzato dalla FILA con alcune leggende e lei, Kenin, faceva coppia proprio con lui, Courier. Sofia si è messa a ridere dopo essersi ricordata il momento, Courier le ha detto: “Come finì?”. Risposta molto divertente: “Se eri con me abbiamo sicuramente vinto, io ero già tignosa allora”.
E tignosa lo è stata anche oggi, pur affrontando Barty e quasi tutto lo stadio contro. Non c’era il tutto esaurito perché la temperatura è di circa 40 gradi e non c’è un filo d’aria, quindi le condizioni erano molto delicate soprattutto per i fan, ma il tifo si faceva tanto sentire. Barty aveva poi cominciato alla grande col servizio e per quasi tutto il primo set aveva numeri molto importanti. Soprattutto, non faceva quasi giocare la sua avversaria, che però pur servendo per seconda era sempre molto decisa e anche sul 2-3, quando ha concesso le prime tre palle break della sua partita, ha mantenuto fede al piano tattico più ovvio per lei: mandare Barty in difficoltà sul lato del rovescio. Soprattutto, e forse è il dato che alla lunga ha pesato maggiormente, oggi lo slice dell’australiana era molto più docile del normale. Pochissimi infatti i momenti in cui è riuscita a far partire una rasoiata letale, impossibile da tirare su dopo il rimbalzo. Doveva costruire il punto per mandare Kenin fuori posizione, ma lo slice oggi non funzionava mai. Due brutti colpi già solo per far rientrare la statunitense dal 15-40, altri sparsi per tutto il set senza mai avere veramente il controllo.
Si era però costruita molto bene la fase finale, con il rientro da 0-30 sul 5-5 e poi con una prima parte di tie-break piuttosto buona per il 4-2 di vantaggio. Sul 4-3, però, il gravissimo errore dopo uno scambio condotto alla perfezione, dove gli slice hanno sempre funzionato e hanno chiuso Kenin all’angolo destro, fuori posizione, costretta a un dritto difensivo senza forza con la palla a rimbalzare al centro del campo e tutto il lato sinistro libero. Barty ha spinto troppo e la palla è uscita di tanto. Sul 5-4 si è comunque presa il doppio set point, ma se sul primo ancora lo slice di rovescio l’ha condannata, poi Kenin ha giocato veramente bene i due punti successivi e sul 7-6 e servizio ha raccolto un nuovo gratuito di Barty per salire avanti.
C’era ancora tutto da giocare, ma il momento era chiaro, e non era a favore della numero 1 del mondo. A inizio del secondo set Barty è cresciuta un po’, ha trovato uno dei rari slice efficaci per costruirsi il break che le ha dato l’allungo sul 3-1, e da lì è sembrata trovare buona tranquillità per mantenere a distanza la numero 14 del seeding. Kenin si è inizialmente tirata su quando serviva sul 3-5, poi sul 5-4 da 40-15 per l’altra è risalita approfittando di un po’ di timore di Barty ma con anche grande pressione e un ottimo passante di rovescio incrociato per la seconda palla break, concretizzata poi quando l’australiana ha colpito malissimo un dritto al volo. In grande difficoltà, la beniamina del pubblico è andata spegnendosi, con un game finale giocato soprattutto col terrore di perdere, cosa che purtroppo l’ha portata a giocare con più pressione e paura.
Subito indietro 0-30, non è rientrata malgrado poi un match point salvato. Dopo l’ultimo errore ricevuto, Kenin ha lasciato andare la racchetta non sapendo tanto bene come reagire. Da quel momento, è in una nuova dimensione.
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