Dal nostro inviato a Melbourne
[2] N. Djokovic b. [32] M. Raonic 6-4 6-3 7-6(2)
La semifinale più attesa è realtà: saranno Novak Djokovic e Roger Federer a sfidarsi nella serata di giovedì per un posto in finale agli Australian Open. Alla rocambolesca vittoria dello svizzero fa seguito il solito successo di Nole contro Milos Raonic, il decimo in altrettanti confronti diretti. Il canadese non aveva mai perso un set e mai subito un break in tutto il torneo ma con il serbo è tutta un’altra musica, poco piacevole per le orecchie del 29enne nato a Podgorica.
Con quella di oggi fanno 26 set a 2 per il sette volte campione a Melbourne ma è uno score inevitabile: il gioco di Raonic è inefficace contro Djokovic, quel servizio che viaggia fisso a più di 200 chilometri orari viene disinnescato con facilità irrisoria. Nole trova sempre il modo di rispondere e il più delle volte lo fa con una profondità impressionante e una volta partito lo scambio il canadese resta intrappolato nella tela del giocatore di Belgrado senza un piano b a disposizione per cambiare le carta in tavola.
Prova e riprova Djokovic ha fatto il break nel cruciale decimo game del primo set, si è ripetuto nel quarto gioco del secondo parziale mettendo tra lui e Raonic una distanza importante. Non ha praticamente mai rischiato, si è confermato in condizione ottima e l’unica difficoltà non è arrivata dal suo avversario ma da una lente a contatto difettosa che gli ha dato qualche problema di vista nel terzo set. Tutto risolto in pochi minuti e con un tie break impeccabile si sono spalancate le porte della semifinale, l’ottava a Melbourne e fino ad ora quando ci è arrivato ha poi sempre vinto il torneo.
Giovedì capitolo 50 della rivalità con Roger Federer. L’ultimo confronto se lo è aggiudicato lo svizzero alle ATP Finals ma negli Slam Djokovic ha vinto le ultime cinque sfide, sul veloce e sulla lunga distanza l’ultima sconfitta di Nole risale alla semifinale degli US Open 2009. Da verificare anche le condizioni del numero 3 del seeding dopo il misterioso infortunio accusato oggi contro Sandgren. Insomma l’ago della bilancia pende tutto dalla parte del serbo, che nel prepartita si è scaldato indossando la tuta con le iniziali KB e i numeri 8 e 24: un bellissimo tributo a Kobe Bryant, ricordato anche nell’intervista post partita trattenendo a stento le lacrime.
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