Nella conferenza stampa pre-torneo, l’All Access Hour dei big, c’è anche il nostro Matteo Berrettini, giunto all’Australian Open come numero 8 del mondo.
Questa la chiacchierata coi giornalisti presenti.
Come stai Matteo, ti senti pronto a ricominciare?
Sto bene sì, mi sento piuttosto bene. Sono qui ormai da parecchi giorni e ho avuto modo di abituarmi al clima, al fuso… Sto andando bene, sì. Anche se non ho fatto una lunghissima preparazione mi sento abbastanza pronto, sarà perché lo scorso anno per me è stata una stagione talmente tanto lunga che alla fine non mi sono mai fermato, però bene dai, son contento.
Ho visto che ti sei allenato a Monte Carlo e che su Eurosport raccontavi di aver provato a migliorare qualcosa soprattutto sul rovescio, come è andata?
Diciamo che l’infortunio dell’ultimo periodo mi ha dato la possibilità di allenarmi su qualcosa di diverso perché non riuscivo a muovermi tantissimo e quindi abbiamo lavorato parecchio tecnicamente e anche sul rovescio perché mi trovavo alle volte col peso troppo in avanti. Sono contento che come al solito sono venute fuori cose positive.
Lo scorso anno eri qui senza che nessuno si aspettasse concretamente qualcosa da te, mentre ora ti presenti come uno dei top-10. Ti cambia qualcosa, senti che c’è un qualcosa di diverso?
È stato un processo arrivare qui da top-10. Un percorso molto veloce e non dico di essermici abituato però so di poter essere qui con delle aspettative personali diverse. Lo scorso anno aspettavo il tabellone sapendo di poter giocare contro chiunque, quest anno so che non posso avere le teste di serie, quindi è diverso ma l’approccio e tutto quello che precede il torneo è lo stesso di sempre. Qui non ho neanche storia, non ho mai vinto una partita per cui non mi aspetto granché. Sono felice di essere qui sano, e vediamo lunedì che succede.
Hai fatto qualche buon proposito per quest anno?
No, non lo so, l’anno scorso non avevo realmente fatto dei buoni propositi perché mi piacerebbe continuare a vivere il momento, le emozioni, le partite… Non vorrei che diventasse un lavoro nel termine vero e proprio, non vorrei mai svegliarmi la mattina e sentirmi obbligato a fare quello che faccio. Adesso io e il mio team stiamo facendo grandissimi passi avanti, stiamo scoprendo tutti qualcosa di molto nuovo e ci stiamo abituando e alzando sempre più l’asticella. Proprio l’anno scorso nella conferenza stampa qui dopo il match contro Tsitsipas, che avevo fatto primo turno, secondo turno e primo turno e qualcuno mi chiedeva se mi aspettavo un inizio così deludente… Comunque avevo perso contro Bautista ad Auckland che ha vinto il torneo, qui Tsitsipas che ha fatto semifinale… Il mio coach mi diceva “Guarda che stai alzando il livello”… Forse neanche lui si aspettava tutto questo, però ho fatto un respiro, mi sono un po’ goduto quello che ho fatto, ma ora testa al futuro.
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