[3] R. Federer b. [8] M. Berrettini 7-6(2) 6-3
Dopo lo Zoncolan Novak Djokovic, e una partita in apnea totale, Matteo Berrettini ha sperimentato lo Stelvio, altra salita leggendaria del nostro Giro d’Italia, nelle vesti di Roger Federer. Un binomio terribile, soprattutto se consideriamo la prima volta in assoluto a 23 anni del romano in un torneo così affascinante ma che si è rivelato terribile nella sua formula. Due dei più grandi di sempre per un battesimo per tanti motivi indimenticabile, ma che ora lo vede a un passo dall’essere il primo eliminato.
C’è ancora vita per lui, ma avrà bisogno che Djokovic batta Dominic Thiem nel match serale. A quel punto, potrebbero iniziare i calcoli e l’unica speranza vera sarà nella percentuale dei game vinti. Oggi, se non altro, è stato bravo a non crollare a inizio del secondo set portandone a casa tre. Un bottino misero, ma che potrà essere giudicato solo più avanti. Per oggi i conti sono abbastanza chiari: un 7-6(2) 6-3 che ha visto Matteo rimanere attaccato meglio di quanto fatto contro Djokovic, quasi a significare (continuando il paragone con il Giro d’Italia) che la prima dura salita l’ha un po’ preparato al match odierno, eppure ci sono angoli bui per entrambi i giocatori dopo l’ora e 20 odierna.
Ne Federer ne Berrettini hanno entusiasmato. O meglio, lo svizzero ha fatto il suo, in una versione un po’ più “operaia” in una partita dove anche lui era spalle al muro avendo perso in due set il primo incontro del girone. E i primi game del set d’apertura hanno regalato poco o nulla, come indicazioni generali. I servizi dominavano la scena. Forse Federer era un po’ più lento nello spostamento laterale però ha ben gestito questo fattore. Il vero punto di domanda è sul dritto, che non ha praticamente funzionato per i primi 9 game. Nell’equilibrio dello scambio però serviva a poco: entrambi avevano ottima resa con la battuta, fioccavano servizi vincenti e ace, e nello scambio uno aveva difficoltà a far funzionare il dritto mentre l’altro soffriva tanto la palla sul rovescio. Forse, nel cercare un game che ha un po’ scosso il numero 3 del seeding, è quando sul 4-4 ha servito tante seconde palle e senza che Berrettini potesse capitalizzare. Erano lavorate, ma Matteo non ha mai trovato il tempo giusto con la palla che andava a fondo rete o fuori campo se non riusciva a rigiocarla al di là della rete senza avere il comando.
In quel momento i numeri erano abbastanza eloquenti: Federer aveva 0 vincenti di dritto e 5 gratuiti, Berrettini era attorno alla decina di colpi vincenti con lo stesso fondamentale. Da lì al 7-6, lo svizzero ha portato il numero di vincenti a 5 e tagliato completamente gli errori, mentre sono aumentati di tanto quelli dell’azzurro. Nei game conclusivi del primo parziale ha fatto tanta differenza la possibilità di Federer di alzare il proprio livello. Berrettini ha commesso due gravi errori in apertura di dodicesimo game che lo hanno mandato in affanno. Si è salvato molto bene in quel caso, con una deliziosa smorzata per il 30-30 e mettendo la prima sul set point concesso ma i nervi stavano salendo e sull’1-1 nel tie-break ha colpito male un dritto cercando di darci tanta forza perdendo però il controllo. Il primo doppio fallo del match, sul 4-2 nel tie-break, ha chiuso definitivamente la frazione.
Il contraccolpo è stato importante e altri errori nel primo game del secondo set hanno mandato avanti Federer di un break. È bastato quello, alla fine, perché così era cambiato tutto lo scenario. Lo svizzero poteva gestire, Matteo doveva rincorrere e doveva farlo senza la sensazione di poter avere nelle corde un tennis di alto livello (e soprattutto continuo) per far male in risposta. Ha avuto una chance, piuttosto importante, sul 4-3 per Federer quando è riuscito a mettere a segno due passanti consecutivi di rovescio per il 15-40 ma in entrambi i casi le risposte non lo hanno aiutato. Un nuovo servizio vincete dell’avversario ha cancellato la terza chance e, dopo essersi trovato indietro 3-5, Berrettini non è riuscito a darsi un’ultima chance, crollando nuovamente al servizio sbagliando tanto di dritto.
Federer è vivo, dunque, e potrà lottare per le semifinali nella difficilissima sfida all’ultima giornata contro Djokovic. Servirà ben altro livello per fronteggiare uno che ha già vinto questo titolo 5 volte ed è lanciato verso il sesto (a eguagliare proprio Roger), apparso piuttosto centrato già all’esordio. Per Berrettini, invece, ora è rimasta solo la possibilità di sperare che esca un risultato per lui positivo questa sera. Serve la vittoria del serbo e che dovrà essere assolutamente in due set. Altrimenti, il suo torneo è terminato.
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