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ATP Finals: Tsitsipas sgretola Thiem, è lui il nuovo maestro

S. Tsitsipas b. D. Thiem 6-7(6) 6-2 7-6(4)

Stefanos Tsitsipas e Dominic Thiem hanno aspettato l’ultima partita dell’anno per dare vita al match più bello della stagione. Il livello di questi tre set è stato altissimo soprattutto nel primo e nel terzo set ed è un vero peccato che la partita sia finita con tre errori da parte di Thiem. Thiem è stato bravissimo a rientrare nel match in una partita che sembrava compromessa perché Tsitsipas ha avuto una mezzoretta in cui è stato praticametne ingiocabile e Thiem non sembrava più capire come sbroglaire la matassa. Per sua fortuna gli è venuto incontro proprio il giovane greco, che ha giocato un sesto game disastroso che ha rimesso in partita appunto Thiem.

Ma sarà il caso di andare con qualche ordine, partendo dal primo set. Tsitsipas è stato il primo ad avere la possibilità di scappare avanti ma perduta l’occasione del quarto game sembrava Thiem quello in grado di poter fare gara di testa. Soprattutto nel settimo game quando l’austriaco si procurava le sue prime palle break e una gli veniv aannullata da una cattiva chiamata del giudice di linea che costringeva l’austriaco a rigiocare un punto già vinto. Nel game succesivo la delusione stava per gicoare un brutto scherzo a Dominic bravo a uscire fuori da un 15/40 anche grazie ad uno dei numerosissimi rovesci lungolinea di rara bellezza e di grande efficacia. I due arrivavano al tiebreak senza correre più sostanziali rischi e proprio sul primo punto del gioco decisivo Tsitsipas tirava largo un dritto che dava il minibreak a Thiem. Quel vantaggio l’austriaco lo conserverà fino al 5-4 quando restituirà il favore al greco. Tsitsipas annulla il primo set point ma nel punto successivo, sul 6 pari, tira lunghissimo un rovescio e stavolta il servizio di Thiem chiude il set.

Thiem fa l’errore di rifiatare e su di lui si avventa una specie di uragano. Tsitsipas in un quarto d’ora mette a sengo un parziale di 16-2 scappando sul 4-0. Secondo set chiuso e ultimi 4 game che servivano a prepararsi allo sprint decisivo. Increibilmente sembrava fosse Thiem ad accusare un po’ di stanchezza, forse sorpreso dal fatto che sulla diagonale di rovescio Tsitsipas non mollava un cm e portava a casa il punto molto spesso. Con l’arma spuntata Thiem si costringeva ad abbreviare gli scambi e una prima volta gli andava bene, nel primo game, ma nel terzo subiva il break che pareva decisivo. Invece no, perché come detto nel sesto game Tsitsipas perderà il suo unico servizio e sarà costretto a prolungare il tutto al tiebreak. Tiebreak non all’altezza della partita a dire il vero, anche se si può capire che entrambi fossero abbastanza stanchi e con iun certo braccino. Così alla fine faceva tutto Thiem, che regalava il 4-1 pesante al greco, recuperava fino al 4 pari – ancora un meraviglioso rovescio lungolinea – e poi regalava il match con tre dritti abbastanza semplici, soprattutto il primo, che non trovavano il campo avversario.

Lode a Tsitsipas quindi, che al suo esordio nelle Finals mette in fila tutti quanti e mostra di avere un’enorme solidità e una capacità di restare attaccato al match non indifferente. Anche lui, come il suo avversario, ha dosato bene gli sforzi riservandosi per l’ultimo match la partita migliore, di un altro livello rispetto alla semifinale contro Federer. Ma entrambi, insieme a Medvedev, saranno gli uomini da battere per il 2020. Se è vereo che anche nel 2018 e nel 2017 c’erano stati due vincitori sorprendenti è anche vero che il livello di gioco visto stasera è un’altra cosa rispetto a quello delle ultime due edizioni e se i due protagonisti lo manterranno batterli sarà molto molto complicato.

Il tennis va in vacanza – ah già la Coppa Davis, certo  – e ci lascia con un’enorme curiosità. Gennaio non è mai stato tanto lontano.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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