[9/ALT] K. Bertens b. [1] A. Barty 3-6 6-3 6-4
L’ultimo periodo di Kiki Bertens è stato abbastanza folle. Nove settimane consecutive in giro per tornei, cercando vittorie e punti per rimediare quanto più possibile a una classifica che la vedeva risucchiata dal gruppo delle inseguitrici. Non è riuscita ad andare a Shenzhen, direttamente, ed è stata retrocessa a Zhuhai, dove si è spinta in finale perdendo però la sfida contro Aryna Sabalenka.
Stanca, affaticata, è comunque andata a Shenzhen perché era pur sempre la prima alternate e, il terzo giorno, è arrivata la chiamata del supervisor per avvisarla che Naomi Osaka aveva dato forfait e nel giro di breve sarebbe scesa in campo per affrontare Ashleigh Barty. Malgrado tutto, l’olandese ha trovato le energie per proporsi più che positivamente e trovare un successo meritato, sfruttando anche un graduale quanto notevole adattamento col campo che ha bloccato le vie dell’australiana per ottenere il punto.
Un 3-6 6-3 6-4 che ha ricordato abbastanza il suo esordio a Singapore lo scorso anno. Lì vinse 1-6 6-3 6-4 contro Angelique Kerber, facendo tanta fatica nel set d’apertura un po’ ad adattarsi al contesto lei che non si era mai sentita in grado di appartenere al gruppo delle migliori 8 (e in questo ricorda molto la prima volta della tedesca alle Finals, conclusasi con uno 0-3 doloroso), ma anche al campo. Come per tutte le altre, non è facile capire tempo e ritmo che propone un terreno di gioco rallentato in maniera così esasperata e Barty ha fatto tutto molto bene, con tanti vincenti e un’ottima partenza per 3-0 che, malgrado una fase centrale di break e controbreak, l’ha vista prevalere per 6-3.
La qualità del gioco era piuttosto alta, ma la coach di Bertens stava leggendo molto bene la situazione e tra un set e l’altro ha pensato di affrontare soprattutto il discorso sul timing: “Non stai colpendo bene, non stai sentendo la palla, ma non ti preoccupare. Più scambi e più comincerai a sentirti bene perché ti abituerai alla situazione”. Barty ha preso un break di vantaggio anche nel secondo parziale, ma Kiki era molto più presente e stavolta nel braccio di ferro centrale ne è uscita meglio lei. Barty ha mancato un cruciale 40-15 di vantaggio sul 2-1 e di nuovo Tamaela, al cambio campo, a dare consigli all’olandese dicendole di cominciare a lasciare andare maggiormente il proprio gioco, soprattutto prendendo molto più spesso la via della rete. Questo, assieme alla maggiore presenza in campo che si tramutava in una copertura sempre più efficace e una reattività maggiore alle trame di Barty, Bertens ha cominciato a capovolgere l’inerzia raccogliendo più gratuiti e prendendo il largo per il 5-3 e poi il definitivo 6-3.
A inizio del set decisivo la situazione era ancora più netta. Bertens copriva benissimo il campo e Barty non riusciva più a vincere un punto, aumentando i rischi e facendo tantissimi gratuiti. In confusione totale è scivolata sotto 0-4 e per vincere un game ha comunque dovuto annullare 3 chance di 0-5. Bertens ha avvertito un po’ di nervosismo, e in quei momenti il suo braccio ha un po’ tremato cedendo uno dei due break e permettendo a Barty di rifarsi sotto fino al 3-4. Lì, con un primo turno di battuta molto solido, ha fermato l’emorragia e poi, sul 5-4, malgrado un doppio fallo iniziale ha sempre messo in campo la prima e raccolto un’importantissima vittoria.
Entrata dalla porta di servizio, a oggi può ancora pensare di approdare in semifinale. Il tutto malgrado sia ormai senza sosta da oltre due mesi.
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