È (finalmente) arrivato il nuovo tennis

In Cina il più vecchio ha 23 anni e 6 mesi

È il giorno del nuovo tennis, l’inaugurazione ufficiale. Shanghai fa da sfondo, con i grattacieli che si smontano e rimontano nel giro di sei mesi, e gli schermi giganti trascinati su e giù da sottilissime barche a illuminare il Bund di pubblicità in alta definizione. È il nuovo mondo che dà vita a un tennis giovane e moderno… Nello stadio a forma di margherita quattro temerari sulle racchette volanti si scrollano di dosso alla maniera di Giorgio Chiellini il tennis antico degli ultimi Favolosi, dimostrandosi ruvidi e famelici per quanto sia ormai insaziabile la loro voglia di farcela.

Il più vecchio ha 23 anni e 6 mesi, si chiama Daniil Medvedev e nel dopo Wimbledon è stato finalista a Washington, finalista a Montreal, vincitore a Cincinnati, finalista agli Us Open, vincitore a San Pietroburgo, e ora è semifinalista a Shanghai grazie alla vittoria sui 32 anni di Fognini, che gioca male il primo set e si smarrisce nel secondo al momento di tentare l’aggancio. Il russo è già il numero 4 del mondo, e non c’è un solo momento del match in cui Fogna appaia davvero in grado di poterne ribaltare le sorti.

L’Italia che perde, l’Italia che vince

Ma un invito alla festa spetta anche all’Italia (quasi di diritto verrebbe da dire, ripensando ai nostri otto in Top 100), perché la giornata si chiude con la partita perfetta di Matteo Berrettini, che lascia senza fiato e senza argomenti Dominic Thiem, il numero 5, basito alla sola idea di aver trovato uno che colpisca più forte di lui.

Niente senatori

Gli altri due sono Sascha Zverev e Stefanos Tsitsipas, 22 e 21 anni rispettivamente, consorziati nello sgambettare i senatori Federer e Djokovic, che ne escono entrambi scossi. Per una volta non sono stati sufficienti i soliti effetti speciali per tenere a bada i ragazzotti… Zverev ha tormentato Federer con il servizio e la qualità delle sue risposte, fino a farlo sbroccare e indurlo a scagliare due palle verso il tetto che gli sono costate (udite, udite…) un warning e poi un penalty point; Tsitsipas, invece, ha spolpato Djokovic prima rimontandolo con la forza di volontà poi prendendo possesso del campo e tramutando il fuoco di sbarramento dei suoi colpi in una serie robusta di vincenti.

I tempi stanno forse cambiando, la classifica sicuramente

Il Masters 1000 di Shanghai, vada come vada, si propone come culla di un cambiamento atteso. Oggi è il giorno delle semifinali, la prima fra Medvedev e Tsitsipas, poi quella fra Berrettini e Zverev, che potrebbe valere un posto sicuro alle Atp Finals londinesi.

La giornata ha infatti cambiato i connotati alla classifica Race (quella costruita sui soli punti vinti in questa stagione), dove Tsitsipas, sesto con 3730 punti, ha staccato definitivamente il biglietto per Londra, Zverev si è portato al settimo posto con 2615 punti e Berrettini è risalito fino all’ottavo gradino con 2545 punti.

A farne le spese è stato Bautista Agut, sceso al nono posto con 2485 punti, davanti a Goffin (2325) e Fognini (2235). Niente di definitivo, dopo Shanghai vi sono ancora tre settimane di tornei, due Atp 500 e il “1000” di Parigi Bercy. Ma le distanze fra i giocatori in lizza cominciano ormai a farsi più nette.

La prima del n.1 Matteo

Berrettini porta a casa la prima semifinale Masters e anche l’undicesimo posto nella classifica ATP. Da lunedì sarà il nuovo numero uno italiano, davanti a Fognini, dodicesimo. La profezia di McEnroe («Arriverà in Top Ten alla fine della stagione») comincia a prendere corpo, tanto più se Matteo giocherà altri match come quello di ieri con Thiem (vincitore a Pechino la scorsa settimana), nel quale ha rimontato un tie break incandescente per poi staccarsi sul 3 pari della seconda frazione, sulla prima palla break offerta dall’austriaco.

Daniele Azzolini

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