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Gauff, a Linz il primo sigillo WTA. Battuta Ostapenko in finale

[LL] C. Gauff b. A. Ostapenko 6-3 1-6 6-2

Ora si può anche porre la fatidica, quanto scomoda, domanda: e se tra 10 anni dovessimo ricordarci di questo giorno come l’inizio di qualcosa di molto importante? È sempre un giochino rischioso, un salto nel vuoto: come si può prevedere adesso cosa accadrà, soprattutto quando si ha tra le mani la discussione della carriera di una ragazzina che ha appena 15 anni e mezzo?

Eppure Coco Gauff ha fatto anche questo. Ha reso normale qualcosa che nel circuito WTA non si vedeva da 15 anni, quando Nicole Vaidisova trionfava a Tashkent nel 2004. Altri tempi, altro tennis, e malgrado le regole che già allora imponevano alle giocatrici minorenni di limitare la propria attività agonistica c’erano ancora esempi di chi riusciva a imporsi ancora così giovane.

Oggi Gauff ha vinto in maniera forse più netta di quanto non dica il punteggio, altalenante, della finale giocata a Linz contro Alona Ostapenko che malgrado i 7 anni in più e le esperienze anche di finali importanti alle spalle come Doha (nell’anno in cui era un Premier 5), Miami (Premier Mandatory) e ovviamente il Roland Garros è sembrata anche oggi patire maggiormente l’ambiente attorno a lei. Così è nato il 6-3 1-6 6-2 conclusivo, con la lettone che ha avuto il momento migliore nel secondo set quando riusciva a colpire spostando all’indietro la sua avversaria e creandosi maggiori opportunità per aggredire. Il problema, semmai, è che tutto ciò è durato troppo poco e all’inizio del terzo set un nuovo calo ha visto Gauff ritornare a comandare la situazione.

La statunitense, malgrado la giovanissima età, ha giocato questa settimana senza timori e sull’onda di una felicità nata anche dall’occasione, fortuita, di essere entrata in tabellone malgrado avesse perso all’ultimo turno di qualificazioni e di essere sopravvissuta al secondo turno a una sfida dove era indietro un set e un break prima che Kateryna Kozlova si facesse male al polpaccio. Così, dai quarti di finale contro Kiki Bertens, ha messo in piedi un crescendo di prestazione che l’ha portata poi oggi a dominare la scena dal punto di vista non solo tattico, ma anche mentale. La sua è stata una prestazione a metà tra l’incoscienza del non avere nulla da perdere, e dunque trovarsi a reggere bene gli scambi contro chi va sempre per un vincente o per crearsi le giuste chance, sfruttando un footwork ottimo, forse il vero fattore per lei determinante in questa settimana austriaca.

Tanta regolarità, ma soprattutto movimenti sempre rapidi ed efficaci, coprendo il campo nel migliore dei modi e portando Ostapenko a pensare tantissimo. E qui nascevano i problemi della lettone. La sua storia parla ora di 5 finali perse su 7 disputate. Le prime 3 furono consecutive e in tutte quelle si notavano difficoltà a emergere nel confronto mentale e imporsi con quel gioco spettacolare che le si può vedere quando è “on”. Oggi è stato così nel secondo set, chiuso addirittura con un ace. Giocava libera di testa da quando sul 2-1 ha preso il break per il 3-1. Caricatasi, ha cominciato a mettere insieme tanti vincenti di fila e lasciava Gauff nel suo stato di quindicenne novellina. Aveva la testa sotto terra dopo un primo set giocato male e senza sbocchi, era emersa con le sue armi per un 6-1 che sembrava poter portare a un esito diverso. Non tanto vederla favorita, ma ad assistere a un parziale decisivo molto più combattuto.

Ha fatto malissimo, invece, il servizio perso sullo 0-1, in un turno di battuta dove era avanti 30-15. C’erano sempre i colpi ad alto rischio, ma si era di nuovo imbrigliata in errori che poi hanno evidenziato la fuga della sua avversaria, anche a causa di un errore grave dell’arbitro che le ha tolto un punto nelle fasi iniziali del set decisivo. Era uscita dal match, con Gauff salita addirittura fino al 5-0 e match point, due, in risposta. Non è riuscita subito, la statunitense, a imporsi e al servizio per il match ha un po’ subito il contraccolpo, ma dopo essersi rialzata dal cambio campo e dopo le parole del padre a calmarla, si è riproposta subito e al terzo match point complessivo ha messo la firma sulla sua settimana perfetta. Soprattutto perché non doveva neppure essere in campo.

Diego Barbiani

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