A. Riske b. [5] P. Kvitova 7-5 7-5
Come a Shenzhen, nella prima settimana del 2019, Aryna Sabalenka e Alison Riske saranno l’una contro l’altra nell’atto decisivo. Altro scenario, altro palcoscenico, altro montepremi, altro valore. Eppure viene spontaneo ricordare quel match durissimo per entrambe e come sia finito con la bielorussa stremata, che prese il microfono dell’intervistatore e guardò la sua avversaria per poi dirle: “Tu… quel rovescio lungolinea… mi hai fatto andare matta tutta la partita! devi insegnarmi come si fa!”.
Per Riske, che coglie la finale più importante della carriera a 29 anni, è forse il coronamento più giusto di un’annata vissuta in un crescendo continuo di prestazioni ad alto livello e partite in cui si è imposta mostrandosi anche pronta a tirar fuori carattere e carisma, come quando a s’Hertogenbosch rientrò da 0-6 1-4 contro Kiki Bertens prendendosi il titolo salvando 5 match point. Vittorie contro Ashleigh Barty, Elina Svitolina, Belinda Bencic, e ora anche Petra Kvitova. Serena Williams chiamata a sudare 9 camice (7 sarebbero state poche) per batterla nei quarti di finale a Wimbledon.
Una nuova settimana di grande valore l’ha portata in finale a Wuhan, nel primo Premier 5 vissuto in maniera quasi immacolata fin qui lasciando per strada solo il set contro Monica Puig in un match vinto 3-6 7-5 6-4 al secondo turno. Oggi, il 7-5 7-5 contro Kvitova che è valso l’accesso alla sfida decisiva per il titolo con una grande prova, maturata tra ottimi movimenti in campo e una profondità di palla sempre molto costante. Contro di lei, una Kvitova mai particolarmente costante, troppo spesso fallosa, e che nei momenti decisivi non ha mai trovato la soluzione giusta per prevalere.
Riske già sul 5-4 nel primo set è stata a un passo dal chiudere il parziale a proprio favore. Era 15-30 in risposta e prima Kvitova ha vinto un lungo braccio di ferro scambiando quasi solo centralmente, poi Riske ha avuto sul rovescio il passante per il set point, mandandolo però lungo. Stessa cosa accaduta alla ceca, che sul 5-5 30-30 ha il primo grande rimpianto in un dritto lungolinea messo sotto al nastro in un momento dove stava giocando perfettamente, mettendo pressione al di là della rete e spingendo col dritto in maniera sempre più potente. Dopodiché, sul 5-6, completava un momento di grande difficoltà con una bruttissima voleè affossata sotto al nastro con tutto il campo libero alla sua destra. Aveva sbagliato la direzione del colpo, ma è comunque andata malissimo sulla palla che non aveva nulla per darle fastidio e la reazione, seppur misurata (c’è stato un lancio di racchetta, abbastanza raro per lei, ma non troppo violento come magari poteva essere per tanti altri), ma questo ha dato lo slancio definitivo a Riske per comandare il punto successivo e prendersi il set.
La statunitense continuava in una partita di buona solidità, incisiva quando poteva e senza soffrire particolarmente fin quando sul 2-2 nel secondo parziale Kvitova si prendeva un break di vantaggio. Nelle fasi decisive, però, non è ancora una volta riuscita a chiudere. E stavolta le occasioni “vere” ci sono state: 4 set point, 2 consecutivi sul 5-3 e altri 2 in un lunghissimo decimo game durato 9 minuti. Non è mai riuscita a fare lo step decisivo, e Riske si è presa due game ai vantaggi alzando il livello, non lasciando nulla alla ceca costringendola a essere lei dopo una partita ricca di incertezze a prendersi il set, cosa che non è stata in grado di fare.
Alla fine Kvitova ha ceduto, scivolando sotto 5-6 e immediatamente 0-40 nel dodicesimo game. Domani sarà dunque Riske contro Sabalenka. Inattesa, molto inattesa alla vigilia, ma ancora una volta con due ragazze che si sono meritate ogni risultato fin qui.
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