È una giornata trionfale quella di Rebecca Peterson, che a Nanchang vince il primo titolo WTA in carriera meritando di spezzare questo tabù dopo che la propria condizione nell’ultimo periodo era apparsa in crescita.
La tennista svedese spezza un digiuno che per il proprio paese durava “solo” da un anno, quando Johanna Larsson si imponeva nel torneo di Norimberga a fine maggio del 2018, ma che rischiava di andare avanti a lungo perché la sua connazionale quest anno è crollata nelle prestazioni tanto da essere ora fuori dalle prime 150 del mondo e lei fino a poco tempo fa non dava l’impressione di potersi sbloccare.
Da dopo Wimbledon, però, la sua stagione ha piano piano cominciato a crescere nel momento in cui al suo fianco è arrivato l’esperto coach Tomas Hogstedt, che proprio dopo lo Slam di Londra ha lasciato Maria Sharapova e si è messo a disposizione di una giocatrice molto diversa dal profilo e dal background generale, ma con cui poter provare ad accettare una nuova sfida. Peterson, infatti, è una giocatrice che nasce molto regolare. Deve sbagliare poco, senza stare a guardare quanta aggressività può avere in campo. Come oggi, quando ha battuto nettamente una Elena Rybakina che è arrivata molto più stanca di lei alla finale del torneo di Nanchang e ha finito per cedere nettamente, 6-2 6-0.
È durata molto poco la sua resistenza e dopo aver provato a sfondare quello che per lei oggi era un muro, è diventata molto fallosa senza più ritrovare la via. Hanno finito per incidere negativamente le battaglie degli ultimi giorni in un torneo privo di vere favorite al via e che ha perso subito la prima testa di serie Shuai Zhang (numero 32 del mondo), ritiratasi al secondo turno contro Lin Zhu, mentre la seconda testa di serie era Yafan Wang (numero 55) che ha perso all’esordio contro Nina Stojanovic, tennista serba classe 1996 e che qui ha colto la prima semifinale in carriera nel circuito maggiore.
In uno scenario del genere, era facile immaginarsi qualche nome nuovo in finale o come campionessa e Rybakina, che a metà luglio aveva vinto a Bucharest il primo titolo WTA in carriera, ha sperato nel bis ma il suo cammino è stato fatto di 4 vittorie di cui 3 al set decisivo: al primo turno contro Ankita Raina (6-2 4-6 6-3) e poi ai quarti di finale ha finito alle 2 del mattino per battere Viktorija Golubic rientrando da 3-5 al terzo set per imporsi 6-4 3-6 7-5 e poi in semifinale un’altra fatica contro Shuai Peng, veterana e campionessa a Nanchang 2 anni fa, sconfitta soltanto 6-1 3-6 6-2 ancora in tarda serata.
Poco da dire sulla finale, tranne che con questo risultato Peterson si riporta nei pressi della top-50 (numero 52) mentre Rybakina sfonderà comunque il muro della top-50 assestandosi al 49.
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