[15] B. Andreescu b. [25] E. Mertens 3-6 6-2 6-3
Vedendo come i media canadesi stanno pompando di enormi attenzioni Bianca Andreescu, e sapendo che in quella zona del mondo diventare protagonisti è un attimo, viene da chiedersi in maniera molto spontanea se un giorno a qualcuno verrà in mente di riproporre in un libro, o in un documentario, questo 2019 che ha già varcato ogni più rosea aspettativa ma che non accenna a fermarsi.
Anche nella serata fin qui più difficile del suo US Open, la diciannovenne ha fatto emergere le sue qualità. Non tanto tennistiche, per una volta, ma di un carattere che in questo momento la rende un muro indistruttibile. Questa è la vittoria numero 35 (nei main draw) della stagione, che superano i 40 se consideriamo le qualificazioni e il WTA 125k di Newport Beach vinto a fine gennaio. Se scende in campo, arriva in fondo, e così anche qui a Flushing Meadows dove già partiva con tante attenzioni ma dove sembra non soffrire l’idea di essere addirittura considerata tra le grandi favorite a importante.
Il 3-6 6-2 6-3 contro Elise Mertens non è stato tanto merito di qualche bella soluzione, comunque arrivata quando ne aveva bisogno come al servizio sul 2-2 nel terzo set, 15-30, dove ha trovato due punti con altrettante palle sulle righe che hanno girato il game dalla sua parte, ma di una cattiveria agonistica espressa più volte in un secondo set dove approfittava quasi di ogni punto a favore per farsi sentire. Aveva passato un primo set spenta, ferma, giocando senza grande senso per quello che è il suo modo di fare in campo: pallate centrali, quasi a occhi chiusi, che oltretutto finivano per lasciare alla belga il pallino del gioco. È stato un mezzo miracolo, lì, che Andreescu non sia finita sotto 1-5 viste le 4 palle break salvate nel sesto game che però non le hanno dato la scossa e ha finito per essere vittima del gioco avversario senza neanche reagire. Bravissima, in ogni caso, Mertens a chiudere il set con un dritto vincente, due servizi non risposti e un ace esterno.
Nel secondo però la numero 25 del seeding ha cominciato a smarrire sicurezze e lasciare spazio alla ripresa dell’avversaria. Andreescu, che cominciava a giocare meglio pur continuando a sbagliare tanto, alla fine ha dominato il parziale ancor più di quanto fatto da Mertens in precedenza. Break sull’1-0 (non confermato), sul 2-1 e poi sul 5-2 per rimettere tutto in ordine, ma con l’ancora di salvezza che lei in questo momento è capace di trovare anche quando la situazione sembra brutta, scomoda. Ha 19 anni, ma non ha cali nel livello generale. Può essere “debole” come stasera, forse anche vittima di un po’ di stanchezza, ma in un immaginario gioco di vasi comunicanti c’è qualche altro elemento che è comunque a pieno carico.
Il terzo set, l’ennesimo del suo 2019, è iniziato con lei che aveva tutta l’inerzia a favore. Mertens si era ripresa e probabilmente nei primi 6 game c’è stato il momento migliore di una partita troppo a scatti per essere giudicata in maniera completamente positiva. Andreescu non ha più concesso chance mentre lei in risposta si avvicinava alla possibilità di break già sul 2-1. La belga ha salvato due chance lì, altre due sul 3-2, ma sul 4-3 lo 0-40 è stato fatale. Alla terza occasione nel game la canadese ha spezzato definitivamente l’equilibrio e si è presa la partita con un ultimo game al servizio piuttosto agevole. Adesso che è tra le migliori 4 di un Major, può giocarsi tutte le proprie carte ancora una volta e chissà che quella pazza previsione di vittoria non possa effettivamente concretizzarsi. Siamo solo a una partita dal gran finale, e tra lei e la finalissima c’è Belinda Bencic che, come lei, ritroverà lunedì prossimo un posto in top-10.
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