Siamo all’inizio della stagione sul cemento e a breve Aryna Sabalenka sarà chiamata a un test molto difficile. Dei suoi 3565 punti nel ranking WTA, aggiornati al risultato parziale di San José, la giovanissima bielorussa ne avrà 1910 in uscita tra Cincinnati e Pechino.
Oltre metà del suo ranking attuale è sul piatto nelle prossime settimane. Pur nella migliore delle ipotesi, non potrà ripetere quell’importante totale perché non potrà difendere i 370 punti in uscita (470 – 100 dell’ultimo risultato non compreso attualmente) del titolo vinto a New Haven lo scorso agosto perché il torneo del Rhode Island ha chiuso i battenti.
Aryna, che aveva cominciato il 2019 vincendo a Shenzhen il terzo titolo della carriera, ha poi avuto tanta difficoltà da marzo in avanti. Realizzava un incredibile Sunshine Doubles in doppio con Elise Mertens, ma in singolare pativa ancora mentalmente la brutta sconfitta di Dubai a fine febbraio contro Belinda Bencic, dove aveva mancato 6 match point. E non credetele se dirà che quella sconfitta è stata messa da parte (spoiler: non lo farà, statene certi, non è una che se le viene fatta una domanda di questo tipo tende a nascondersi), perché a Indian Wells rivelava che ancora oggi non riesce a perdonarsi di aver buttato al vento la partita contro Naomi Osaka allo US Open lo scorso settembre, in quell’ottavo di finale che è stato l’unico incontro dove la giapponese ha sofferto in uno Slam altrimenti dominato. Era indietro 0-2 al terzo, Naomi, prima di vincere con un doppio fallo di Sabalenka sul 4-5, in un game dove era risalita da 0-40.
Passato marzo, si è andati sulla superficie peggiore per Sabalenka: la terra battuta. Tante difficoltà, anche a causa di una spalla che non girava, vittima di dolori fin dalla trasferta in California di marzo. Un lungo periodo negativo che le ha impedito di migliorare un ranking rimasto praticamente invariato da San Pietroburgo a febbraio. Adesso, l’opportunità di giocare nuovamente per un titolo WTA comunque di valore, perché si tratterebbe ancora di un Premier e potrebbe anche servirle per contrastare quello che uscirà dal suo ranking nella settimana che corrisponde a quella di New Haven.
A San José, dopo le grandi fatiche al servizio nel match contro Carla Suarez Navarro ai quarti, si è regalata una serata perfetta contro Donna Vekic. Tutt’altro che scontato il 6-4 6-3 conclusivo, perché Sabalenka non aveva mai vinto in carriera contro la croata (3 sconfitte tra 2016 e 2017) e perché comunque la numero 5 del seeding, forse non troppo considerata fin qui, è protagonista di un ottimo 2019 con già due finali e diverse semifinali all’attivo che la stanno tenendo in zona top-15. Sabalenka partiva come sfavorita per la prima volta in questa settimana, eppure ha ribaltato le carte in tavola emergendo nel braccio di ferro che si è creato in entrambi i set.
Più irregolare il primo, dove dall’1-0 in suo favore c’è stata una girandola di 6 break ma dove Sabalenka ha trovato il guizzo decisivo sul 5-4. Più chiaro il secondo, dove la numero 2 del seeding ha subito saputo allungare e ha fermato il tentativo di rientro della croata riallungando sul 5-2. Il servizio, al di là dei 4 break subiti, si è dimostrato carente soprattutto con la seconda, segno che al di là di una percentuale di prime palle in campo piuttosto alta (65%,+20 rispetto ai quarti) c’è ancora tanta strada. Molti dei meriti sono di una croata sempre molto propositiva già dalla posizione in campo a mettere subito pressione e a prendere in mano lo scambio, ma al tempo stesso Sabalenka è sembrata un po’ troppo frettolosa, come se dopo 6, 7 punti persi si fosse fatta prendere un po’ dall’ansia di dover strafare e abbia vissuto un match da quel punto di vista piuttosto delicato.
Adesso avrà di fronte Saisai Zheng, che ha proseguito il suo ottimo percorso battendo anche la finalista del 2018 Maria Sakkari 7-6(5) 6-2. Lungo braccio di ferro per un set intero, il primo, durato oltre un’ora e dieci minuti tra due giocatrici che scambiavano tanto e che non hanno nelle corde il gioco 1-2 di giocatrici aggressive. Sakkari forse è stata un po’ troppo regolare, da questo punto di vista, accettando il gioco e le variazioni della cinese che raramente attaccava, ma ha finito per creare un crollo mentale nella sua avversaria che ha concluso con circa 50 errori non forzati. Saisai ha sfruttato ancora una volta al meglio l’aspetto della varietà che il suo tennis possiede. Pochissima potenza, ma la capacità di trascinare le proprie avversarie allo sfinimento tra cambi di ritmo (e per “cambi di ritmo” qui intendiamo anche veri e propri “moonball”, palle che passano 3 metri sopra la rete) e slice molto tesi di rovescio. La greca, regolarista per eccellenza, ha vissuto una pessima giornata già a partire dal servizio e nello scambio ha perso velocemente la pazienza trovandosi a non riuscire a fare punto e a colpire palle sempre diverse e senza prendere ritmo.
È vero che ora Sabalenka sarà la favorita al successo, ma è altrettanto vero che questa ora è la posizione più scomoda. Rispetto a Sakkari ha dalla sua la potenza per spezzare la lunga tela di scambi che Zheng proverà a impostare, e stavolta non avrà un’avversaria che non le metterà grande pressione in risposta proprio perché non abituata a giocarsi i punti in maniera troppo spregiudicata. Allo stesso modo, però, la sensazione di dover vincere a tutti i costi contro chi non ha più nulla da perdere è la cosa più scomoda che ci sia, e Zheng ha mostrato che può battere in questa settimana ottime giocatrici. Sakkari è solo l’ultima di una serie che ha visto anche Amanda Anisimova e Danielle Collins, due che hanno raggiunto semifinali Slam in questa stagione. Non sarà per nulla facile per la numero 10 del mondo.
Risultati
S. Zheng b. [7] M. Sakkari 7-6(5) 6-2
[2] A. Sabalenka b. [5] D. Vekic 6-4 6-4
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