Quindi sono iniziati, anzi, siamo al quinto giorno, solo che il lavoro e mille altri imprevisti continuano a mettersi in mezzo senza rispetto. Per fortuna c’è sempre la chat, qualche spizzico e boccone rubato in tv mentre la sera cerchi di tenere gli occhi aperti sul divano e le interviste, quel poco che riesci a leggere. Così, mentre forse anche Mattarella preferirebbe vedere le eroiche imprese del nostro Lorenzi (un pensierino alla maratona di Tokyo 2020 io lo farei), lui si che tiene alta la bandiera italica, scopri che stanotte le sorprese sono arrivate dal tabellone femminile. Chiedi qualche conferma a Mr. WTA, alias Diego Barbiani, per noi tutti Dieguito, detto anche l’enciclopedia vivente e aggiornata allo stesso istante del tennis in gonnella, e scopri che è tutto vero.
Petra Kvitova, finalista quest’anno a Melbourne e numero sei del seeding, è caduta per mano della Petkovic, e Barbiani ci spiega che era tutto prevedibile, considerato che dall’infortunio del Roland Garros non è più riuscita a ritrovare la condizione… La talentuosa ceca avrà confermato in conferenza stampa?
Barbiani, come al solito non sbaglia, Petra conferma che la mancanza di partite ha avuto un peso notevole nel determinare la sconfitta, nonostante il suo impegno, e rimbalza il collega geniale che le chiede, subito dopo una prematura sconfitta al secondo turno dell’ultimo Slam dell’anno, cosa si aspetta dalla stagione asiatica con un laconico: “In questo momento mi è un po’ difficile pensare ai tornei in Asia”. Difficile darle torto no?
Ma se la sconfitta della Kvitova fa scalpore, certamente ne fa ancor di più quella di Simona Halep, fresca vincitrice di Wimbledon, testa di serie numero quattro qui a New York e di sicuro nel novero delle grandi favorite. L’ha sorpresa il gioco tutto d’attacco e serve&volley della giovane americana Taylor Townsend, in una partita in cui pare che la rumena si sia innervosita davvero molto. Decisamente più tra le righe in intervista dove oltre a riconoscere i meriti dell’avversaria la Halep parla di mancanza di ispirazione e fantasia nel suo gioco: “Ho giocato sempre dove era lei”, ammette, e di essersi dimenticata di utilizzare il lob. Conseguenza di questo, al collega che le chiede cosa pensa del suo torneo, Simona, davvero in maniera inaspettata, risponde di essere delusa. In genere il vincitore di Wimbledon è contento di uscire al secondo turno a New York, vero?
Intanto la sua avversaria ha ricordato ai giornalisti che forse è il caso di finirla con il chiedere a ogni giovane che ottiene un buon risultato con le prime se farà parte della NextGen : “Lo fate ogni volta, non mi riguarda, io sono qui ora, no?”. Si abituerà a parlare con i muri.
Finite le sorprese femminili si dà quindi uno sguardo al maschile… Ma non giocava Nadal? Le sue dichiarazioni?
In effetti il maiorchino ha passeggiato, nel vero senso della parola, per il centro di Manhattan, visto che il suo avversario, Kokkinakis, l’unico che forse riesce a essere più folle di Kyrgios, si è ritirato, quindi ecco spiegata l’assenza di interviste a Rafa.
Zverev, membro ufficiale del gruppo “un esorcismo per vincere”, l’ha sfangata al quinto set ma anche per lui non si trovano interviste. Forse una corsa in Chiesa a ringraziare…chissà…
Vince facile Kyrgios, che comunque trova il modo di far parlare di sé per il colletto della sua maglietta contenente una frase molto simile allo slogan di un noto marchio sportivo. Nick spiega che è tutto chiarito e che può indossarlo, in fondo non è colpa sua se molti non sanno leggere. Ora lo aspetta Rublev, una partita che forse tutti gli appassionati aspettano.
Così come tutti i prossimi giorni di questo torneo che ancora una volta ce lo ricorderà, sempre in maniera inaspettata, che cavolo, sono gli US OPEN.
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