Della Serena migliore non abbiamo notizie da un bel po’.
La maternità, la poca voglia di allenarsi ormai e altre -legittime- priorità hanno fatto in modo che la seconda -o se vogliamo terza- carriera di Serena Williams, intenta a battere record su record, subisse una brusca frenata.
La forma fisica opinabile, i tornei giocati contati con il pallottoliere, vari infortuni dovuti anche alla mancata conduzione di una vita da atleta full time non le permettono di essere la cannibale di un tempo.
C’è però un posto nel quale Serena Williams ha sempre più di una chance e questo posto si chiama Wimbledon. Già vincitrice di sette titoli ai Championships, sull’erba può contare sull’immensa efficacia dei suoi colpi di inizio gioco, servizio e risposta, e non essere costretta a muoversi troppo, specie se il tenore delle avversarie non è eccelso.
L’avversaria di oggi contava un 14-1 su erba in stagione, carneade di tante giocatrici sulla cresta dell’onda: Kiki Bertens Donna Vekic, Belinda Bencic e Barty, attuale numero uno del mondo e fresca vincitrice del Roland Garros.
Alison Riske, figlia di un ex agente dei servizi segreti, nata e cresciuta a Pittsburgh e residente ad Atlanta, gioca meglio quando è sotto nel punteggio rispetto a quando deve condurre: quasi tutte quelle vittorie in stagione sono infatti arrivate in rimonta.
Ma non tutte si chiamano Serena Williams, non tutte hanno la sua esperienza e la sua capacità di ricavare il meglio anche da quel poco che ha in corpo e nel suo tennis attuale.
Oggi 19 ace in tre set, la maggior parte nei momenti in cui l’avversaria tornava a galla e provava a muovere il gioco.
Una partita difficile contro un’avversaria che si è sciolta sul più bello ma ha tenuto con convinzione e colpi.
Nei momenti di difficoltà, in un campo come questo, amichevole al suo servizio slice e alle risposte fulminee su prime o seconde troppo morbide delle avversarie, riesce sempre ad alzare il livello: l’anno scorso fu una grande Kerber a fermarla, una che ha il gioco per battere lei e far bene sull’erba se in piena forma.
Quest’anno, tra le rimaste, è difficile capire chi e perché, malgrado tutto. Intanto aspetta la vincente di Konta-Strycova. Con qualche certezza in più.
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